neremo. Fatto già vecchio, ed ottenuta la dimissione dal carico di Segretario, erasi il Ramusio ritirato nella sua Villa Ramusia, della quale abbiati! detto parlando di Paolo , e alla quale alcuna volta recavasi per sollevare lo spirito dalle pubbliche cure. Delizioso in vero era quel soggiorno e per gli adornamenti postivi da Giambatista, e per lo sito, cosicché meritò questa villa di venire ricordata e ne’ carmi di Pomponio Gamico, e nelle lettere del Fracastoro che al Bamusio addirizza alcuni distici preparati per ¡scolpirsi su un ponte che sopra il vicino fiume Marsango volea fabbricare il Ramusio; e ricordata pure nelle lettere del Navagero insieme col carissimo suo Murano e Selva. Ma pochi di prima della sua morte erasi Giambatista trasferito malato nella sua casa di Padova situata a 9. Pietro nella strada detta del Patriarcato; casa anche questa ammirabile per 1’ eleganti pitture, per li monumenti di antichità , per le inscrizioni e per li marmi vetusti di che il padrone avevaia arricchita , notati e dallo Scardeo-ne, e da Girolamo Mercuriale, e da Aldo Ma- S- MARIA DELL’ORTO 021 nuzio f. di Paolo, e dall’Orsato, e dal Zabarel-la, e dal Salomonio ec. alcuni de' quali marmi poscia passarono ad adornare in Este le case di Geòrgie Coiitaiini. Finalmente fatto testamento l’anno i5Ó7 in atti di Antonio Marsilio cancelliere inferiore , aggravatosi il male , ch’era di petecchie, morì in Padova nel detto anno, a’10 di luglio, giorno di sabbato alle ore i3, d’ anni 72 (7). II suo cadavere fu. t^asportatoa_Venezia, e in questa chiesa dell’ Orlo, per sua ordinazione, seppellito nella tomba eh egli aveva eretta a TOMARis sua madre (8). Abbiamo nel Mazzu-chelli in una medaglia del secolo XVI la effigie di Giambatista. Da una parte, cioè nel diritto, evvi la tasta col motto: 10. battista. nHjMKrsirs ; e nel rovescio vedesi una parte del globo terraqueo, certamente allusivo all’O-pera delle Navigazioni. Un gettone di bronzo senza rovescio di questa medaglia è nella libreria Marciana. Un suo ritratto di mano di Paolo Veronese in atto di parlare con Andrea Grade-nigo -senatore vedevasi nella sala del Maggior Consiglio innanzi l’incendio del 107.7. TNeabr nastero del Corpus Domini nella tomba di casa Navagero. Cosi la Cromica nwnuscrilta. La morte poi di questa donna è compianta ual Bembo con una lettera confortatoria diretta al Ramusio del 10 marzo 1 536 da Padova (Lettere. Voi. II. p. io3, ed. H (7) Mori in Padova, non già in patria, come a torto scrive SI Ghih'ni; e del 1 557 non j55g che si legge nelle Novelle Letterarie 1738. Nella illustrazione poi del Museo MazzucheJliano si dice che in Padova Giambatista ha deposito ed epigrafe fatta incidere da Bernardo Giorgi podestà di quel loco, e poeta, presso il Convento di sant’Antonio . Ma questa è una fallace interpretazione che si è data alle parole di Pietro Giustiniano storico, il quale nel brevissimo elogio che fa al nostro Ramusio (Lib. XIV. 389) dice cui Bernardin Georgius lune Pataviì prcietor clatissìmus atque idem insignii poeta suprenium arnif itine muniti persolvens hujusmodi tumulum conscripsit : Rhammisius Graiae splendor, latiaeque Minervae Occidit: ast longum fama perennis erit : cioè il Giorgi scrisse questo distico, non già lo ha fatto scolpire, e la voce tmmtilum, non istà per tomba materiale, ma per titolo, epitaffio ec. Cosi almen io credo; però posso Ingannarmi, Quel distico poi non è nè nello Scardeone, nè nel Tommasini, nè nel Salomonio racccigiitori delle Patavine Inscrizioni; e l’essere stato trasportato a Venezia il cadavere è un motivo di più per credere che in Padova non avesse nè tomba nè epitaffio scolpito. (8) L’inscrizione che leggevasi scolpita sulla tomba di Tomaris, e che è quella ch’io illustro, ho cavata dalla Cronaca manuscrilta Ramusiana cui corrisponde il codicetto delle insifrifcioni raccolte dallo Zeno, se non che in esso si legge thamyri invece di thomyri, che in italiano ■M,ice Tomaris, come anche dalle lettere del Fracastoro al Ramusio apparisce, nelle quali lo pregala salutare la magnifica madonna Tomaris vostra madre. Questa lapide è pure nel mss. Driuzzo registrata dopo quella che io posi al num. 84- ed è così: tbamyri rhamì/fsiai | ioanses baptista Riuiuvrsi'rs \ sexat. feueii scriba mairi opt. et benem. tosriT. m. fi. xxxrili. di lapide sana, ed a ineinWà nostra non fu mai aperta. 11 Palfero poi infedelmente l’ha riportata così: tamiri ranvsiae mri Papl.9 ramt.s rEN.s scriba, tos. 1537. la quale è evidentemente fallata, perchè Paolo non ebbejll&adre Tomaris ma bensì Franceschina. In quanto poi a questa Tomaris, era essa figliuola di FrantcescoMachachiò e d’Orsa figlia di Luca q. Michiel Navagero patrizio veneto. Erasi maritata (come ho detto già parlando di Paolo il vecchio) in Paolo del 1484 a’ 5 di maggio. Visse anni 71 mesi 7 giorni 6, e morì del «537 a^li 8 di ottobre di lunedì, avendo fatto testamento a’ i4 di ottobre del precedente i53G, nodaropre Pietro Bartoli piovano di s. Severo, come dalla Gronaea Ramusiana.