S. MARIA D rito nell’agosto di quell’anno. Tutto ciò io raccolgo da moderna cronaca familiare manoscritta, e che in più luoghi ho riscontrata veritiera. Altra era la patrizia casa Ma/fetti. Si legge la presente epigrafe su sigillo sepolcrale appiè de’ gradini del primo altare a dritta, entrando per la porta maggiore, dedicato a s. Giovanni Batista. È corroso l’anno; ma e dalla detta Cronaca, e dal Palfero sappiamo essere mdxcv. Erede la famiglia Trentin fu di questa tomba. (mss. Driuzzo). 1 2 D. O. M. I SCOLA CONFRATR. | S. MICHAEL* ARCHANG. | INSTITVTA I ANNO 1 MCCCCLII. A’ gradini dell' altare dedicato a san Michele Arcangelo . Questa inscrizione è duplicata su due lapidi le quali già avevan due altre inscrizioni anticamente che furono scar-pellate per sostituirvi le dette parole di scultura moderna. Altre due epigrafi alla Scuola di san Michele spettanti su tombe veggonsi scolpite in quésta chiesa. L’una è poco di lungi all’inscrizione che qui abbiamo al num. 5 >, e vi si legge: AUCA | DELLA SCOLA DI SAN MPCHEl | 1^83 | parole nuove su pietra che aveva più antica epi grafe poi scarpellata . La seconda ho riferita nella nota al num. io3. l3 LEONARDVS .MOLINO . N. F I MONVMEN-TVM.HOC. PIETATE . 1 TEMPLI . DELE-CTVM . SIBI . FIERI . VOLVIT | OBIIT . ANNO . SALVTIS . MCGCC 1 LXXI . AVGVSTI. DIE . X. È mezzo coperta da’ gradini del detto altare di s. Michele Arcangelo . X,’ ho fatti levare, e lessila intieramente. Leonardo q. Nicolo q. Iacopo Molin da santa Maria Maddalena era fratello di quel Leone da Molino, che vedremo fralle epigrafi dell’ arsenale, e trovasi nelle Genealogie patrizie di Marco Barbaro, le quali corrispondono nell’epoche alla presente lapide. Nicolò il padre fu Savio del Consiglio. Tom. II. ELL’ ORTO a5i .SPERACIAE. B. SOCRVI. | DILECTISSIME . IOHANES.VÉNDRAMINVS.DDNI. | .NICOLAI. ET . S.1 ET . SVIS. i .HEREDIBVS. Appiedi del monumento Gavazza sta questa tomba. Dallo stemma vengo a conoscere che Speranza era di cognome Bragadin ; ma non trovando nè essa nè Giovanni Vendramin- f. di Nicolò negli alberi patrizii io conghietturo che non ispettino alla detta classe, ma alla cittadinesca, tanto più che anche al num. 41 veggia-mo fra’cittadini gli stessi nomi essere usati in questa casa. Non abbiamo epoca scolpita ma, sendo del tempo stesso dell’ altre vicine questa pietra, io per avventura direi che fosse intorno al MDXV. Qui bensì mi cade in acconcio di ragionare del poeta nostro Giovanni Vendramino cavaliere uscito anch’ egli di cittadinesca famiglia. E in fatti eh’ egli fosse di quest’ ordine lo afferma lo Zeno (Annot. alla Bibl. del Fonta-nini T. L p. 57,5^), e il Foscarini ( Letter. Fen, p. 53). Quindi errò il Goselini, il Quadrio nei luoghi che segnerò appresso, e il Cappellari nelle Genealogie, a reputarlo patrizio Veneto, escluso pur essendo da quelle di Marco Barbaro, sebbene de’ contemporanei patrizii con tal nome e cognome vivessero. Passò egli la maggior parte della vita sua » Milano, e quivi fu non solo proteggitore, ma istitutore dell’ Accademia de’Fenicii, la quale nata circa il i55o avea per impresa una Fenice, secondo che scrive il Ruscelli. (Discorso intorno alle imprese ap. 200 inserito nel Ragionamento di Paolo Giovio sopra le imprese. Ven. 1556 8 ) Servì nelle armate Cesaree sotto Ferrante Gonzaga che molta estimazione facea di lui; e che in effetto il principal mestier Suo questo fosse dell’armi puossi anche dedurre da una fra le lettere di Luca Contile al Vendramino dirette, in data 12 genn. ia6o, nella quale dicendogli di avere in Venezia più volte ragionato con il clarissirno messer Zaccaria Vendramini vostro parente,, e alla presenza di altri gentiluomini ammiratori delle qualità di Giovanni, conchiusero di fargli avere una condotta di cavalli. A Roma avea ottenuto il titolo di cavaliere, di che fa fede il detto Goselini ove dice: un cavalerato che aveva in Roma resta estinto con lui. Ma non solamente nell’ armi segnalossi il Vendramino, ma sì anche con la penna, e molte rime sue sparse