CORREZIONI E GIUNTE Aao mai ammogliato, ma da una Cecilia Raspante ebbe due figliuoli. L’uno Alvise nato del »539 a san Casso, e morto del 1535; 1’ altra Maria ch\è quella che pose al padre suo 1’ epigrafe illustrata al num. 2. Questa nacque nel 9 luglio i5a5 nella contrada dei santi Gervasio e Prota-sio, e Nicolò legittimolla per figlia sua quando la maritò in Giovanni ( non in Francesco come ho malamente scritto alla pag. n4> colonna 2 , linea ó5 ) quondam Francesco Grifalconi da santa Marina in calle della Testa; e ciò fu nel 2 gennajo 1548. Venuto a morte il marito nel 16 marzo i557, Maria passò col figlio Francesco in casa del padre, e questo figliuolo è quel- lo che leggeva all’ avo suo IVicolò divenuto cieco ( come ho detto alla p. 115, col. 2 ) , e che fu erede di tutti i libri di IVicolò, e delle sostanze di lui, le quali poi , essendo Francesco morto senza eredi, passarono in Lorenzo Ca-resini Massa e suoi discendenti. Da Antonio Massa che abbiamo veduto fratello di Nicolò dottore, nacque Apollonio Massa, cui appartiene 1 epigrafe illustrata al num. 5. (Voi. I. p. n5) . Questi dalle fascie era passato in casa dello zio Nicolo dottore, alle cui spese studiò in Italia ed a Lipsia per dove era partito a’ 5 di ottobre del 1558, e dove s’ è addottorato nell’arti e nella medicina. Tornato in patria nel luglio ì-Vja entrò in questo Colle- io Fisico. Nel novembre i55i sposò Graziosa e Martini f. di Lorenzo sorella di Giovanni avvocato, la quale mori del i56i. Fu Apollonio erede degli strumenti di chirurgia dello zio Nicolò, quantùnque in varie occasioni il nipote si sia mostrato ingrato a tante cure per lui prese dallo zio, che se ne lamenta in alcuni luoghi di coleste sue memorie. Testò Apollonio nel 1690. Ilo conghietturato nell’illustrazione all’in scriz. num. 0. che un Antonio Massa, che nel 1590 tradusse un trattatello di Giovanni Fi-scherio vescovo Roffense, ossia di Rocester possa discendere dalla stessa casa. E in effetto la conghiettura può essere anche avvalorala dal vedersi nell’albero genealogico un Antonio Massa figlio di Lorenzo Caresini Massa, il qual Antonio era nato del 107Ò ; fu fatto arciprete di Mestre nel 1600, e morto del 1604 a’ 10 di settembre; del qual arciprete vi ha curiose notizie in un libro niss. intitolato: Delle cose di Mestre Rime di D. Bortolamio Tessa-rotti, citato nelle comunicatemi rnss. m* morie. ivi pag. 154 inserii. 55. Della famiglia Brf.ssan addetta all’ Arsenale e propriamente di quel Leonardo che ho ricordato, trovo che essendo proto dell’ arsenal nell’agosto 1512 ebbe ordine di andar a levare ur\a nave la quale andando in Candia-, fu da grandissima fortuna di mare assalita e rovesciata con morte di più persone. Etiam (scrive il Sanuto) parti li do arsi/ii vano a levar la nave di Corexi con Lunardo Brexam et Nicolo di le Taie prothi a larsenal. (T. XIV. p 4iP) Abbiam veduto, parlando del Vivìani in queste giunte al voi. I. p. 1 28 ins. 24, che il detto Leonardo nel i5i6 dava il suo parere intorno allo stato di costruzione in che trovavansi le galee del viaggio di Alessandria. Nel Sanuto stesso si fa ricordanza di un Matteo Bressan dell’ arsenale ed eccone le parole: adì xfebrer i.ia6. morìa delli presenti et anchora dellì posteri, voglio in questo libro notar et scriver alqune cose qual in ogni tempo potranno esser utile segondo li bisogni ec. Adunque del anno xl^oo come io trovo rnis. Thomaso Masson ec. Ecco come brevemente indica egli stesso le opere scritte : Scrissi a comune utilità delli homeni, scrissi del morbo Gallico, una opera del qual niuno avanti de mi havea scritto. Dapoi di questa opera io scrissi da poi l'ano infelicissimo 1528 una altra opera delle febre pestilenziale, da poi la grande mortalità che fu a quei tempi delle petecchie. Et da poi alcuni anni scrissi il modo de anatomizar in una altra opera qual fu impressa et di poi quelli che /’ hano letto sono poi stati excelenti Anatomisti, perchè io ho con brevità insegnato il modo di trovar ogni membro et sua parte . Da poi delle ditte tre opere da me scritte, et stampate fu anchora stampata la logica per mi composta et scritta nella nostra Italiana e comune lingua. E stà ancora stampato doi volumi de epistole medicinale et philosofice, per mi scritte in diversi tempi a diversi amici et signori. Quanto poi si trovarà per V avenir per mi scritto, quelli che rimaneranno lo vederanno , et essendo cose bone le forano stampar a utilità delli homeni et honor de Iddio eterno, et qual ha dotto tante grazie alli homeni sui servi. Vi è unito Testamento abbozzato di Nicolò Mazza dottore 1566 settembre : comincia Te Deum Patrem Omnipotentem et hyesum xpum fdium tuum ec.