S. MARTA DELL’ORTO 3.1 Vedesi che le scrisse in età giovanile, e quan- ni Aurelio Augurelli celebre poeta latino, tutti do era studente a Padova. Parla de’suoi compatrioti di Paolo Ramusio (5). In Venezia amori colla figlia del Gattamelata, tale es- fermaronsi il Soriano, il Perleoni, e il Ramu* sendo certamente quella ch’egli chiama CAT- sio; e a Rimini tornarono il Paci e l’Augurelli. ta narnia, e ne piange la morte, trovandosi Paolo riuscì giureconsulto e criminalista de’pri-in fine il seguente epitaffio, d. m. | divae mi del tempo suo. Fu amato grandemente dai cattai | narniae | virginvm decori | ra- principali senatori della repubblica, e in 'parti-jursirs | in mem. d. d. | r. f. | m.cqcc.lxxxi. colare da Girolamo Donato dottore e cavaliere klis mah | di cui sopra abbiam detto, da Domenico Mari-fi. Hierònymus Ramusius Bernardino Trevisa- no che fu procurator di s. Marco, da Luigi Mono artium doctori. Poemetto latino di 28 so- cenigo cavaliere e da Ermolao Barbaro lettera- li versi elegiaci indiritto dall’ autore a Ber- tissimo uomo. Venne spedito or Vicario or Giu-nardino Bologni cittadino Trevigiano e che dice del Maleficio con diversi Rettori, nelle nell’Agostini fu impresso ( 1 ). cittadella Terraferma al Veneziano dominio Di Girolamo Ramusio parlasi, fra gli altri, da soggette, e quantunque vivesse lontano dalla Giovila Rapicio bresciano nel libro De nu- patria sua Rimini, pure consapevole dei bene-mero Oratorio. Ven. Aldus. i554- fol. p. 4^- ìic>* che i Malatesta principi di quella città ave-Dallo stampatore Giunti nel libro Avicennde vano alla famiglia de’ Ramusii conferito, cob-liber Canonis ec. Venetiis 1555 fol. dal San- servò servitù con essi, e particolarmente con sovino nella Venezia lib. XIII. p. 260 che Pandolfo figliuolo di Roberto. Ed anzi anche fra li Veneziani scrittori il registra. Da Giam- per le trattative di Paolo col principe Pandolfo pietro Crescenzi nella Corona della nobiltà venne quella città e dominio ceduto alla repub-altalia (T. II, p. 136-1 54). Da Giulio Ce- blica nostra l’anno j5o3. Ecco i patti per cui sare Capacio nel libro lllustrium mulierum ebbe luogo questa cessione, secondo la Crona-et virorum elogia ec. Neapoli 1608. p. 026. ca Ramusia mss. inedita che io fedelmente ho Da Apostolo Zeno (Annotazioni al Fontanini seguita: „ V edendo l’infelice corso di fortuna T. II. p. 233). Dal p. Giovanni degli Agosti- del predetto signor Pandolfo che del 1499 fin ni nel .voi. II. p. 433 e seg. delle Notizie i5o3 restò scacciato di Rimini dal duca Va-sugli Scrittori Veneziani, che trasse anch’egli tentino , FaoJo Ramusio trattò seco a nome dalla Cronaca Ramusia, di cui dirò in segui- pubblico, ch’egli desse alla ser.ma repubblica to ; e dall’editore delle sopracitate poesie la- la città di Rimini, il Castello, l artellarie, le tine Lusus in Venerem a p. 54 [il quale pe- fortezze, et il territorio con il mero et misto rò si mostra ignaro di tutto quel più ch’era imperio: perchè all’ incontro la república have-Stato detto del Ramusio prima di lui. ria dato a lui et a suoi leghimi discendenti la Terra di Cittadella il suo territorio tutto, con PAOLO RAMVSIO IL vecchio. ogni assoluta potestà et imperio; sarebbe creato esso signor Pandolfo, la signora Violante Paolo Ramusio I. fu fratello deUsoprallodato Bent¡voglia, sua'moglie, il signor Carlo suo Girolamo. Vivente ancora suo padre Benedet- fratello, con li loro leghimi discendenti nobili to passò l’anno 1458 agli 8 di maggio da Ri- Veneziani; si sarebbe data una casa per abita- mini ov’era nato a Venezia con Jacopo (2) di zione sua et de gli heredi, et successori in per- Bartolo Soriano dottore avo di Andrea Soriano petuo; diecimille ducati in contanti, et quattro- che l’anno i586 fu creato gran cancelliere di mille quattrocento per dare al Castellano di Venezia; con Jacopo e Pietro Perleoni (o Par- Rimini per la rilassatione del Castello, in ol- leoni)'eruditissimi nella lingua greca e latina4 tre ducati cinquecento all'anno alla moglie, et con Angelo Paci giureconsulto, e con Giovan- altretanti al signor Carlo suo fratello con una. (1) Il Tommasini a p. i4o delle Bibl. Patnv. manusc. segna il seguente codice: Bamusii Arimin. Carminimi líber in laudem D' Hieronymi. 8. Forse è una cosa stessa colle Poesie varie notate qui da me al num. 5 e quel D. vorrà dire Donati non già Divi. (2) Il Battagliai malamente lo nomina Girolamo invece di Iacopo. (3) Ho chiamato inconsideratamente a pag. 354- del Volume I. di questa mia Opera 1’Augurelli Trivi» giano, sendo egli Riminese.