S. GIOVA.,NI IN OLIO Di lui parlano fra gli altri le Novelle Letterarie p- 267. anno 1740. La Miscellanea di varie operette. Venezia Lazzaroni 1740 a p. 401- e seg. del voi. II. ove sono stampate le due lezioni anatomiche indicate di sopra al num. 5. e i\.-La Drammaturgia dell'Allacci. Venezia a p. 755. e 900. —Il Mazzuchelli. Scritt. dì Italia. Voi. II. par. II. pag. 815. L’ab. Moscbini Letter. Veneziana T. Ili. p. 231. FRANCISCVS. BAFFVS I MAR. FI. Q. PALA-TIVM I CADENS. RESTITVIT Francesco figliuolo di Marco q. Alvise della patrizia famiglia Baffo visse alla metà del seco- lo XV. Nulla di particolare trovo su lui. Un suo hglio Marco ebbe a sofferire nel »485 il taglio della mano, e poi quello della testa per avere contraffatte lettere in nome de’capi de’Dieci. Cosi dalle genealogie di Marco Barbaro. Il palazzo nominato in questa epigrafe (che leggesi scolpita sul muro di fianco un’ interna scala, e che vidi per cortesia dell’amico mio Antonio Zimolo) è poco di lungi alla chiesa in calle Piacentini al civico numero 4.674• Esso dapprincipio fu fabbricato nel secolo XIV dalla famiglia patrizia Michiel come riconosco dagli stemmi scolpiti sull’esteriore scala. Dopo la famiglia Michiel varii altri abitaron o come possessori o come inquilini questa casa, e fuvvi la famiglia Baffo, quella de’ patrizii Donato quella degli Allegri, de’ Ganassoni, de’ Piacentini, Moretti, Molin ec. L’atrio e cortile di questo palazzo è fornito di due lapidi antiche e di quattro moderne, e di alcuni bassorilievi, cose recate in parte in Venezia dalla città di Trieste per opera, sembra, di uno de*possessori della casa. In effetto che da Trieste a Venezia siano state trasportate delle antiche inscrizioni lo confermano gli scrittori della storia di quella città, e ultimamente 1 ab. Giuseppe Mainati (Croniche ossia Memorie stori- 197 che antiche di Trieste ec T. I. p. I. pag. 276. 544- Venezia Picotti 1819. 8.) In qual tempo poi abbia avuto ciò luogo non è facile assegnare. Quella al num. 44- Pu° essere stata nel 156 8 in cui furono i Triestini, mediante uno strettissimo assedio, assoggettati di nuovo al governo de’Veneziani, nella qual guerra veggo che comandava 1 armata nostra terrestre un Domenico Michiel. Può essere stata nel >465, epoca dell’accanila guerra nostra contro i Triestini, che ho accennata anche in queste inscrizioni parlando di Vitale Landò al num. 10. Forse, ed è più probabile, che trasportate siensi tutte negli anni 1008-9 in cui i Veneziani assediaron di nuovo Trieste, e ne entrarono in possesso; di che vedi il Mainati p. 510. T. II. e aS T. 111. Tutte e due le antiche inscrizioni che nel cortile sono furono pubblicate. L’una nel Giornale de’ Letterati T. XXXVIII. parte I. p. 186, e più correttamente nel Museuni Veronense del MaP-fei p. CCGLXXI. num. 8 ; nè questa io credo che sia stata da Trieste portata. La seconda à nella storia del p. Ireneo dalla Croce, ( llìst. di Trieste. 1698 fol. p. io5. e pag. 27Ì) 276), nel Grutero (Inscript. edit. 1707. T. I. pag. CLXVL num. 6. 8.), nel Mainati (/'. primo, parteprima p. 34.S.) Essa fu recata in Venezia da Trieste ; ma siccome da’detti scrittori non è giustamente trascritta, e siccome v’ha luogo ad una osservazione eh’ essi non fecero, così mi piace di qui correttamente sottoporla a’ lettori. IMP + CAESAR + COS + DESIGN TERT -MII + VIR+R+P+C+ITERV34- MVRVM +TVRRESQVE. FECIt FRI + TER + RO + IMP + DVX+AVST+ ZC+ DO+QD+ TER +. GESri. 1111+VICE r FICAIII IVSS1T+ (l) Il Grutero ch’ebbe la copia di questa inscrizione da Benedetto Giorgi patrizio Veneto, celebre proteggitore de’ letterati, nella fine del secolo XVI, crede che la pietra sia propriamente 1’ antica fatta porre, secondo il padre Ireneo, da ( 1 ) Nella prima metà di questo mese di febbraio 1828 fu levata questa lapide dui cortile , e con essa furon levate le altre qui da me segnate alli num. I\i, 44> 4:,> ^ antica lapide riportata nel sopracitato Museum Veronense, non che uri antico bassorilievo mutilato rappresentante un puttino ignudo fra due figure togate; e di tutti questi pezzi dal nobile Antonio Molta q. Girolamo fu fatto spontaneo dono alla 1. li- Biblioteca Palatina di S. Marco. Noi dobbia-nio tanto esser più grati e riconoscenti verso il generoso donatore, quanto che temevano non a prezzo d’oro tornassero tre di queste lapidi in seno di quella città da cui come trofeo di vittoria furono anticamente nella nostra trasportate.