154 S. ZACCARIA. Alvise o Lvigi Mocekigo suo padre surnoma- di Terraferma . Oratore di nuovo al re de' Ro* to dalle zoie, fu figliuolo di Tommaso q. An- mani fu eletto nel i509 a’ 14 di luglio per trat-drea, e di una figlia di Andrea Morosini q. Mi- tar accordo, ma sebbene dall’imperatore stesso chele. Meritamente la inscrizione il chiama il- fosse stato ricercato, ed ito fosse anche a Tre-lustre per gloria militare durante la guerra di vigi, pure non volle riceverlo, e alcuni giorni Cambray (1). Savio agli Ordini venne eletto dopo tornò in patria senza aver potuto eseguire nel settembre del 1 5o 1, e nell’agosto 1 So2 Ora- le impostegli commessioni (Bembo. Voi. II, tore al re de’ Romani. In parecchi luoghi delli p. in, 128, 129). Probabilmente il motivo per volumi IV e V de’ Diarii del Sanuto son ripor- cui non volle riceverlo sarà stato quello che ap-tati gli estratti delie lettere scritte dal Moce- pare dalla seguente lettera del re de’Romanial nigo al Senato durante l’ambasceria, nelle doge di Venezia letta in Senato nel a5 luglio quali molte particolarità leggonsi intorno al- 1009 : Perche hauemo inteso che li nostri pre-le cose politiche di que’ tempi, e in generale si in queste bande per ti uostri tratate mal et vedesi la benevolenza e familiarità di che pres- volete farli morir vi avisiamo quelli auemo nui so Massimiliano godeva il Mocenigo più volte de li vostri et quanti ne vera in le man che sa-da esso regalato, e tenuto a compagno di viag- ra di brieue faremo il simile. Ma il Senato as-gio ; narrando come cosa insolila, che a In- sicuro il re che erano ben trattati i prigionieri spruch esso Oratore visitato ed onorato da que’ Alemanni ( Sanuto Voi. VII, VII! ) . 1 prigio-primarii cittadini ebbe in dono da essi biava, nieri poi che il re de’Romani avea de’nostri viri, et pesce ; e che Matleo Lanch regio se- nelle mani erano Trifon Gradenigo qu. Lio-gretario, vedendo eh’ egli era male alloggia- nello; Bortolameo Dandolo q. Pietfo; Iacopo to, gli die’ la propria casa, certo di far co- Cabriel qu. Giovanni, Marco Antonio, e Vin-sa grata alla Signoria nostra. Stette in Ger- cenzo fratelli da Molin q. Maffeo, come a pag. mania oratore quattordici mesi, essendo sta- /po dell’Vili volume ha notato il Sanuto. Nell’ lo nel iào4 creato cavaliere da Massimilia- anno medesimo essendo in Feltre er nelle Alpi no; e tornato in patria riferì in Pregadi le sue provveditore fu di bel nuovo a Massimiliano ingiuste nel giugno di quell’anno e n’ebbe laudi viato con Giovanni Cornaro Savio di Terrafer-dal Vicedoge. ( Sanuto voi. VI.) In Francia ma per lo stesso oggetto di trattar la pace; ma fu inviato ambasciatore nel giugno del i5o5, dopo molti ragionamenti su ciò tenuti, nulla si come dal mss. Ambasciatori, e dal vol.VI.p. 118 potè conchiudere , perchè il Senato non voleva del Sanuto ; essendogli stato dato a successore perdere ciò che possedeva e che poscia era nel 25 ottobre i5o5 Antonio Condulmer ( ivi giunto in potere dell'imperatore (Bembo ì. c. p. 290). Del i5o8 in marzo fu fatto Vicedo- 172, 186. Sanuto Voi. IX ). In quell’anno paniino a Ferrara, e 1’anno stésso in luglio, savio rimenti 1009, e nel seguente i5io provvedito- ( 1 ) Chi prestasse fede ad alcuni storici nostri, potrebbe credere, che anche prima di questa guerra Luigi Mocenigo abbia dato pruove di suo valore nelle armate navali ; imperciocché il Dogiioni ( Storia Veneta, p. 507, lib. X) dice, che Luigi Mocenigo nella guerra contro a’ Turchi del 1499-1 .ioo, sendo capitano delle galee, prese una nave turchesca e l’arse. Egli è seguita e dallo storico Giambatista Contarmi ( Parte II, lib. 2, p. 14) , e dal Cappellari. Ma questo è uno sbaglio, perchè non Luigi Mocenigo, ma Luigi Marcello si fu il prode capitano che a quel fatto intervenne ,• e ne fa fede il contemporaneo Bembo tanto nella Storia latina (p. i56, 157, lib. V), quanto nella italiana ( T I, p. 210), il Vianoli ( T. I, p. 43), il Sagredo (Memorie de’Turchi p. i58), e innanzi a questi il Sanuto ne’ Diarii (Voi. IJ, Ili, IV) ove narrandosi il fatto dell’ abbruciamene della Nave Armerà son riportate lettere del Marcello, nelle quali racconta le sue imprese e le ferite, e come fu abbandonato dalla maggior parte delle navi durante la zuffa-, e si giustifica dalla taccia di essersi malamente diretto in quell’ incontro, offerendosi a far constare col mezzo di tutta 1' armata che il capitano Grirnani gli aveva tolta ogni libertà ed autorità , cosicché non solo non era esso Marcello obbedito dalle altre Navi, ma nè anche da’ suoi, ec. Malgrado verò coleste giustificazioni il Marcello fu chiamato in prigione a scolparsi, e nel febbrajo 1 5 00 M. V. fu condannato a perpetuo bando alla Canea. Egli era figliuo- lo di Troilo q. Giovanni Marcello, di Ca ridia. -