siastico, il Barbo prelato di grande autorità nella Corte (come scrive i] Sanuto) non tralasciò di sostenere le ragioni nostre sapientissi-riamente, che non era da venire a questo atto di scomunica, e che dovesse avere a memoria quello che aveano fatto i Veneziani a i tempi passati per la chiesa ed erano 1’ antemurale S. MARIA DELL’ORTO amicizia ed estimazione; Francesco Filelfo che con esso lui parimenti carteggiava (2); e il detto vescovo Fasolo, cui il Barbo in Roma, ov’è esso vescovo sepolto, pose la tomba alla sua propria vicina, come da apposita inscrizione nel Galletti. Finalmente questo cardinale chiaroeziandioper munificenza , avendo amplialo il palazzo di S. della cristianità contra Turchi, ec. ec. benché Marco in Roma, di che fa fede un’altra epigra* nessun ascolto siasi dato dal Papa nè dai cardi- fé nel Galletti, e chiaro per la pietà verso i penali alle saggie parole del Barbo, ed anzi siasi verelli a’ quali, dopo aver dato presso che tutto nel 25 maggio di quell’ anno fulminata la sco- il suo in vita, lasciò in morte quel poco che gli munica. Allora solo però si mostrò contrario rimaneva, mori in Roma del 1^91 a’due di marzo, avendo instituiti esecutori testameritarj Oliviero Caraffa Napoletano, e Francesco Pic-colomini Senese cardinali. E qui pertanto è a togliere l’errore di alcuni , fra’ quali il Ciacò-nio, che avendo copiato male Pepitaffio scolpito in Roma nella chiesa di san Marco, ov’è sepolto, disse essere il Barbo morto del 1490 agli undici di marzo: imperciocché l’epitaffio giustamente ricopiato dal Galletti reca la data 1491 2 marzo; epoca confermata dal mss. nozze Barbaro e dallo storico Andrea Navagero, edalge-nevale de’ Camaldolesi Pietro Delfino, e dall’altro storico Marino Sanuto. Ma essendo di molto onore al Cardinale le parole e del Delfino e del Sanuto, mi piace di sotto riportarle (2). insieme con due altri cardinali, cioè Giovanni Michele e Giambatista Zeno, quando Lorenzo Zane patriarca di Venezia era.in nomina d’essere promosso alla porpora cardinalizia; e oppo-sersi tutti e tre a cotal nomina pel motivo (con-ghiettura P Agostini ) che la repubblica aveva chiesta quella dignità nella persona di Pietro Foscari primicerio ducale . La bontà del suo cuore aveagli procacciati più amici ed ammiratori, fra gli altri il Cardinal di Pavia, che abbiam ricordato di sopra, il quale nelle sue epistole il dice suo padre, suo amico, suo diletto, quo mihi in toto clero nihil suavius; Marsilio Ficino che ha varie lettere a lui dirette nelle quali attestasi la reciproca loro (i) Le lettere di Francesco Filelfo al nostro Marco Barbo trovansi a pag. 187. 188. 210. 2i3. a36. della più ampia edizione delle Epistole Filelfiane fatta in Venezia del 1 5o2 per Gregorio dei Gre-gorii in fol. La prima lettera diretta Marco Barbo Episcopo Vicentino da Milano 111. Sai. iamiarias i4?6 versa nelle laudi del nostro Barbo; la seconda dell’anno stesso 1111 Sai. augusti è in risposta ad una del Barbo, e Io ringrazia di quanto aveagli scritto di Senofonte suo figlio; colla terza Marco Barbo cardinali Vicentino in data di Milano XVJ. Sai. iunias 1469 il prega a far che sollecitamente gli sia mandato da Roma il codice di Appiano che dovea dal Filelfo tradursi, e gli ricorda che nella libreria papale si trovano e Diodoro Siculo e Dione Niceno ch’egli si offre di tradurre in latino purché gli siano inviati i codici greci; colla quarta Marco Barbo cardinali Vicentino datata da Milano nel 1469, Sai. aug. si diffonde supplicando il cardinale a far sì ch’ei possa godere della beneficenza del papa. Finalmente nella quinta epistola al cardinale in data VI. idus sept. da Milano si con- duole della improvvisa morte di Paolo II cui compartisce grandissime laudi. Siccome poi il eh. sig. marchese Ianjacopo Trivulzio di Milano, oltre questa rara edizione, possiede anche un pregevolissimo codice contenente epistole inedite del Filelfo, dal qual codice alcune ne trasse e rese di pubblico diritto il eh. cavaliere Carlo de Rosmini scrittore della Vita del Filelfo, così ho pregato la gentilezza del signor marchese a vedere se ce ne fossero al Barbo dirette. Contiene il codice, egli mi scrive, oltre le dette cinque epistole edite, una sesta nel Libro XLI1I in data Xllll. Sai. marlias, la quale però fu per la prima volta pubblicata dal sovrallodato cavalier de Rosmini alla fine del Tomo li. della Vita Filelfiana a pag. 4o8, e colla quale si lamenta de’Romani impressori che gli guastarori la traduzione del libro De Sacerdotio Christi Jesu. Ha però osservato il sig. marchese, che la lettera prima da me qui sopra riferita, ha nel codice la data 111. Sai. iunias i466, anziché ianuarias-, e che la terza lettera la quale nella stampa è diretta Marco Barbo cardinali Vicentino, nel codice è diretta Marco Barbo episcopo Vicentino. Dalle quali lettere Filelfiane noi vediamo non solo quanta fiducia ponesse egli nella protezione del Barbo, ma anche una prova di più per dire che nè del i464> nè del i466 era cardinale il Barbo, e che quindi deve correggersi ilCiaconio che in quell’anno 14^4-pone la sua elezione. (a) Il Delfino scrive « Iosnni Maiori Eremi, in data di Fiorenza VII martii MCCCCLXXXXI così.