CORREZIONI E GIUNTE nelle case del Dardani s.'° alvs ( a sant’ Alvise ) Volume I.p. 5i. colon, a. Fra gli encomiatori che più particolari notizie diedero ultimamente del Santorio è il chiarissimo sig. canonico Pietro Stancovich nella Biografia degli uomini distinti de/TIstria. Trieste presso Giov. Marenigh 1829- 8.° voi. II, p. 255. num. 209. Due sole cose però m’è forza di avvertire per amor della verità. L’una che 1’ epigrafe da me riferita nel volume I. p. 5o, e riprodotta dallo Stancovich dice bora . mi . no-ctis, e non già hora . ni . noctis; il che posso assicurare avendo veduto questa parte dell'inscrizione rimasta illesa. La seconda è che il Santorio mori non già a’ 22 di febbrajo 1636 come dice I* autore a p. ma bensì a’ 2.5 di quel mese, ciò risultando non solo dalla epigrafe che ha vi. kal martii, ma anche dalla qui sopra riferita fede da me copiata sui necrologi della odierna ¡»arrocchia di s. Ermagora e Fortunato . ivi pag. 80. colon. 1. Un. \o. Bernardo Tasso dedica una delle sue Elegie a Nicolò de Grazia; e anche due sonetti. Vedi Rime di Bernardo Tasso. Vinegia. Giolito 1Ó60. pag 198. 199. e 249- Libro II. ivi pag. 83. inscrizione 176. In un codice contenente epistole di varii autori in numero di 52 (veduto e consultato dal sig. consigliere Rossi ) dirette a varii, trovasene di un Valerio Muranzono a Marco Franceschi; trovasene pure di Vettor Soranzo e d’altri scritte negli anni 1517 i5i8, e trattano di affari di guerra, e in parte di consigli, e di amicizia . É pertanto cosa facile che quel Muranzono sia Moranzone e della casa di quelli che in questa epigrafe rammentansi. ivi, pagina 90. colonna 1. linea 4o. Da’diarii di Marino Sanuto veniamo a conoscere il giorno certo in cui mori Girolamo Do• nato. Con lettere di Roma del conte Girolamo di Porcìa in data 8 ottobre i5n, addrizzate a Giovanni Badoaro dottore e cavaliere, e ricevu-vute in Venezia nel 14 di quel mese , si partecipava item lorator nostro veneto domino hie-ronimo Donado adi 4 venendo 5 di note li vene la febre con mali accidenti ( Nota, che nel di .*) fu la pace sottoscritta). Con altre lettere di Roma di LoreDjo Trevisan segretario dell’ ambasciator Donato, si diceva come in quel giorno (20 ottobre i5ii) era morto il suo magnifico et clarissimo patron , et orator nostro (cioè esso Girolamo Donato ) a horre 20 da-poi auto tutti li sacramenti et absolto dal papa qual e sta pianto dal papa cardinali e tutta la corte e fo lauda assai morite il zorno qui fo publicha la liga .... adi 22 fo sepulto l orator-nostro a horre 21 in san Marcello vi e stato la fimegia dii papa e cardinali e sta honorato assai il funere. ivi, pagina 90. colonna 2. linea 6. L’epistola latina scritta da Girolamo Donato intorno al Terremoto di Candia , fu stampata da Flaminio Cornaro a pag. 4°8 della Creta sacra T. IF. cosicché è a tarsi una giunta al T. II. p. 284 degli Scrittori veneziani dell’A-gostini . ivi p. 91 colonna I. linea 1. Quando ho scritto della Reliquia della SS. Croce donata da Girolamo Donato a questa chiesa de’ Servi, io non sapeva dove fosse , ed ho conghietturato che l’avesse potuta acquistare il pittore Gaetano Grezler. Ma in quest’anno 1829 ho saputo esistere il Reliquiario in forma di croce, di diaspro orientale, colla porzione della SS. Croce, in mano del sig. abate don Guglielmo Wambell, il quale da privata persona ne fece acquisto ne’ mesi scorsi. Dal reliquiario però furon levati, o per bisogno di chi prima lo possedeva, o per ingordigia, alcuni ornamenti d’argento, e massimamente il piedistallo; essenaovene sostituito uno di altro metallo che reca scolpito lo stemma Grimani. Nel centro della croce al di dietro in una lamina d’argento si legge nitidissima 1’ epigrafe, che qui (avendola copiata sopraluogo per la nota cortesia dell’ab. Wambell) più esattamente riferisco : LIGNVM EX CRVCIS TiTvLO QVI IN TEMPLO . S . * . IN HIE RVSALEM ROMAE SERVATVR QVOD HIER . DONATVS OR. VE NETVS SIB . AB INNOCEN . Vili. PONT MAX. MIRAE CLEMENTlAE DONO DCESSVM PRECIOSO OPERE CON CLVSlT . ET IN SACRARIO SERVOR • DIVAE VIRGINIS DEDICAVIT ANO SALvTis ET GRaThk MCCCCLXXXXII