6 ni, fu la chiesa dal vescovo castellano e poi patriarca Lorenzo Giustiniani nel «4U a> 12 di luglio consacrata (i) . Ebbe questo monastero dal i444 tino al 1^76 soggetta alla propria amministrazione la chiesa parrocchiale d‘ s. Lucia poco da esso discosta, ma in quest’ anno ne passò il dominio alle monache dell’Annunziata in santa Lucia istituite . Insorte poscia gravi discordie tra la priora e le religiose del Corpus Domini , Clemente VII levò alla direzione de’padri domenicani questo convento nel 1534-, e assoggettollo iminediatemente alla sede apostolica, i cui nunzii residenti in Veneziane tennero la sopraintendenza e il governo Imo a che papa Pio IV con diploma 8 maggio i56o ne concesse la direzione a’patriarchi di Venezia . Ultimamente in vigore del vicereale decreto 28 luglio 1806 questo cenobio era stato dichiarato di seconda classe , e in esso furon concentrate le donne di S. M. del Rosario presso s. Martino, e parte anche di quelle del Sepolcro non potendo tutte rimanere in quello de’ Miracoli troppo ristretto, ov’erano state riunite. Per li cambiamenti poi avvenuti nel 1810 la chiesa e il monastero furon soppressi, e pochi anni dopo fu il tutto demolito, non veggendosi oggi che porzione delle muraglie che chiudono il ricinto per uso di privata abitazione. D’ illustri nelle presenti epigrafi si hanno i due patriarchi Aquilejesi Agostino e Marco Gradenighi ( Inscriz. 22, 28 ) i due vescovi Fantino Dandolo e Tommaso Tommasini Paruta ( Inscriz. 1,2). Antonio Zantani che morì combattendo contro a’Turchi ( Inscriz, 3) Federico Contarini procurato!’ di s. Marco ( Inscriz. i3). Alberto Quattrocchi medico e scrittore ( Inscriz. 20) ec. Non tutte però potei su’marmi leggere queste memorie, perchè la chiesa fu atterrata prima del cominciamento dell’opera mia; alcune però ne vidi sul luogo smosse ed abbandonate, come noterò in seguito; le altre son dal Pallerò a pag. 1 20 tergo del suo codice, e da altri. Fra i molti che di questa chiesa e monastero trattarono è a preferirsi suor Bartolo-ìnea Riccoboni^o Riccobuona, veneziana, monaca dello stesso convento, la quale lasciò inanuscritta una accuratissima cronaca contenente la fondazione e i progressi di questo luogo e della regolar disciplina ne’veneti cenobii, e le memorie di molte virtuose monache, che in esso fiorirono. L’autografo di questa cronaca, per testimonianza del Fo-scarini e dell’Armano era conservato nel medesimo convento. La Riccoboni condusse la sua storia fino al 14-35 ultimo tempo dell’età sua, come il dice Foscarini; io però ho trovato in un manuscritto, esser ella morta del i4i°? essendo entrata in religione (1) IN «Ila cronaca di Chiarii Riccoboni si legge: Nel 144° la ditta chiesa fu scomenzada e nel 1444 fu cowpida zoe coverta e srnaltada per forma che in questo millesimo la fu sagrada e messer lo vescovo de Castello messer Lorenzo Zustignan fu lu quello che la sacrò habiando messa la p.a piera. Messer Fantin Dandolo corno quello che feva lavorar del suo volse per sua devotione che questo santo vescovo fusse lu quello ; e fu la p.a chiesa eh' el sagrasse, e fu una devota e bella solennità, e si ne fu un altro vescovo in sua compagnia -, el nostro reved.0 padre messer lo vescovo de Feltre (cioè il Toinmasiui) non iera n quel tempo qui, ma nu li scrivessimo questo fatto, e lu respose conio quello, che amava el nostro ben, e disse, dilette madre e sorelle messer Fantin è lu queìlo che paga questo lavoro, lasatelo far tutto come li piase perche e razionevole fazando lu la spesa, e, benché io habbia pagado quelle case son contento, e la mia carità non mancherà mai verso vui benche io non sia mi quello che habbia sagra la vostra chiesa la qual reputo mia, e tutto el vostro ben, son molto contentii fuzi corno li piase per umor de Dio e vostro.