10.4 S. GIOVANNI IN OLIO noscere il merito di questo pastore per il compimento della fabbrica del tempio . Mori il Bo-rin nel 25 venendo il 24 gennajo 17fcf7 more Veneto, come da’Necrologi parrocchiali e sa-nilarii . 8 FR ANCISCO MERLINIO | QVI IN NEGOTIA-T10NE INTEGERRIME FACIENDA | BENEFICENTI A IN PAVPERES MORVMQVE SVAVI-TATE | FVIT OMNIBVS CARVS | AETATIS ANNO LXVIII. OBIIT XlX. KAL.IAN. MDCCCI. | IOANNES FRATER MOESTISS1MVS | SIBI-QVE AC SVIS | P. Fn mvcesco Merlisi era figliuolo di Antonio; e i Necrologi corrispondono alia epigrafe, della quale pure è autore il bibliotecario don Pietro Bettio . Sta nel mezzo della chiesa . liicordasi ancora fra di noi un sacerdote viniziano dello stesso nome e cognome, cioè Francesco Mer-lini alunno della chiesa di san Basso, celebre facitore di Organi, e sonatore ordinario nella detta chiesa. Fra Ile molte opere che lo distinguevano, una delle più perfette e accreditate, per testimonio di chi lo udì, si fu 1’ Organo dolla medesima chiesa, sonato per la prima volta nel di undici maggio 17Ì38. Fu esso un indubitabile prova di quella fondata esperienza che col proprio naturai genio, e colla incessante fatica s’era il Merlini da sè stesso procurata. Vi si lodavano oltre la precisione e delicatezza delle voci, anche il meccanismo perfetto e la finitezza del lavoro = Vedi la Belazione fattane nella Gazzetta Urbana di quel giorno pag. 55o. Vedi anche la Guida dell’ ab. Mo-sehini voi. IL p. 4°'? ediz. itti4- 9 D. O. M. I BIRGITTA TAMAGNA ET ANTON. PERATIVS I HAEREDES BARTIIOLOMAEI VINCENTIOT1 . I QVEM SIBI. ET VXOR1 PA-RAVERAT TVMVLVM . | REF1CERE VO-LVERVNT . I MDCCCIV. Tamagna, E nel mezzo della chiesa, e di essa ignoro l’autore. 1 o FRANCISCVS QVEM LANDA PIVM TVLIT ALTA PROPAGO FVNCTVS IN HOC TVMVLO CONTINET OSSA BREVI QVEM DOCTOR QVEM CLARYS EQVES VIR-TVTE DECORA DVXIT VITALIS GENTIS ET VRBIS HONOR. Questa epigrafe, che io non vidi, ma che traggo dal Sansovino, dal Palfero, dal Cornaro, giaceva in questo tempio sul pavimento innanzi alla rifabbrica. Il Sansovino, e Palfero leggono FJtANCiscrM, il Cornaro franciscvs. Francesco Landò fu figliuolo di Vitale q. Marino, e di Isabella f. di Paolo Zane. Egli mori del «49^ e fu in questa chiesa interrato co’detti quattro versi. Cosi Je genealogie patrizie di M. Barbaro. E 'qui pertanto sono a correggere le genealogie del Cappellari che dicon questo Francesco esser figliuolo di Giovanni, e malamente anche ad esso attribuiscono le insegne di dottore e di cavaliere che proprie sono del padre suo Vitale qui pur nominato . Vitale poi fu figliuolo di Marino q. Vitale ( che molto valore ha dimostrato nella guerra di Chioggia contra’ Genovesi ) e di Marina f. di Nicolò Baseggio- Nacque dopo il 1420, e diessi allo studio delle lettere forse sotto Leonino da Bergamo che in un suo epigramma lo eccita ad imitare i poeti del secol d’ oro. Passò a Padova ed ebbe riportate le insegne dottorali in ambe le leggi e nell’arti l’anno 144^ . Del saper suo fa fede Pietro Carrari da Monselice professore di Medicina nella detta Università in una epistola in cui gli addrizza il libro di Pietro d’ Abano intitolato il Conciliatore ( Ve-netiis 1476 fol. ), e una propria quistione intorno ai veleni inserita alla fine del libro stesso. Restituitosi alla patria, e fatte le solite pruove per essere ammesso al maggior Consiglio occupò parecchi magistrati. Fu podestà e capita-nio della città di Ravenna nel 1461, ove Desiderio Spreti nobile Ravennate gli presentò un’opera riguardante gli antichi monumenti di quella città, chiamandolo cavaliere e dottore insigne per virtù e per ingegno, ed encomiando la cura posta nel riformare ed ornare la sua città. Fu nel i465 provveditore del campo nell’assedio da’ veneti posto a’Triestini. Era consigliere nel 14^6; enei seguente 1467 capitano a Brescia, e podestà a Verona nel 1468. Essendo Savio di Terraferma nel t47^fndestinatocon VettoreSoranzo all’ambasciata di Milano per impetrare dal duca Galeazzo Sforza assistenza contra i Turchi, l uogotenente fu a Udine nel 1474“7^5e di' nuo-