S. MARIA DELL’ ORTO stile latino i commentari! stessi del Villardui-no. Ciò attesta e Girolamo Ramusio figlio di Paolo nella dedicazione del libro volgarizzato, e a pag. 116 e i5i del Libro III, e Paolo Manuzio nella prefazione a’Commentarli di Cesare che a Paolo Ramusio dirige , nella quale mettendogli sott’occhio la grandezza dell’ assunto, e la giovanezza dell’ età sua, lo anima a non ¡scomporsi, lo persuade a tenersi dinanzi il libro di Cesare, ad imitarne lo stile e la maniera, e a rivolgersi nelle cose dubbie a Giambatista suo padre: imperciocché patris tui virtus tua virtus putatur. E in effetto suo padre che nella Esposizione premessa al secondo Volume de’ Viaggi, dà un transunto di ciò che era per contenere la Storia che intrapresa aveva d’ ordine pubblico il figlio suo e che solo allora possessore dell’ unico testo francése di Villarduino e solo intelligente di quell’antico idioma, come attesta il Manuzio, ne aveva fatta la letterale versione, di cui ho detto parlando di lui, ha certamente giovato molto al figliuolo anche con questo solo volgarizzamento; comunque poi Giambatista morto del 155<7, cioè un anno dopo che Paolo aveva avuto la commessione di compilarla, non abbia potuto meglio ajutarlo fino alla fine. Ese-uì nondimeno Paolo lo incarico felicemente ettandola in bella lingua latina da lui chiamata maestra delle altre, e preferita alla volgare, intorno a cui non si era mai curato (secondo la testimonianza di Girolamo suo figlio) di pone-re studio alcuno per apprenderne le squisitezze . Non istette Paolo nei termini di una semplice versione, ma svolse più oltre anche gli storici nostri, traendo lumi da’secreti archi vii della repubblica, e da memorie e scritture autentiche portate fin dal 1204 da Costantinopoli in Venezia, non viste da altri storici, e ragguagliando il tutto cogli scrittori Francesi e Greci. Perlaqualcosa dopo avere consumati sedici anni in compilarla diede fuori tali notizie che senza scostarsi dall’originale dignissimo di fede converti l’arida narrazione di Villarduino in una fiorita storia. Essa meritò per conseguente gli elogi de’dotti e particolarmente di Carlo Uu F resne il quale la preferisce a quanti illustrarono o poco o molto il Villarduino ; e se nota alcuni errori dal Ramusio presi, questi versano o sulla mala interpretazione de’nomi di antiche famiglie francesi e luoghi vicini a Costantinopoli (nel che ognun vede quanto sia facile errare) e alcuni intorno al senso dell’originale,'sebbene, come osserva il Foscarini, potreb-besi talvolta sostenere l’interpretazione del Ra-musio a preferenza di quella degli altri. Quantunque l’Opera già approvata pienamente da-Riformatori dello Studio di Padova fosse comi piuta lino dal iS^o, e proposto si fosse 1’ autore di da rcene una edizione col testo francese, e colla versione latina ed italiana, pure per impedimenti sopravvenuti, e per la morte sua non potè adempire Paolo al suo desiderio . Girolamo però il figliuolo fece imprimere nel 1601 in Lione il Testo francese, e nel 1609 in Venezia il Testo latino del padre suo ctl seguente titolo: Pauli Rhamnusii Veneù de bello Consta/i-tinopolitano et Imperatorìbus Comnenis per Venetos et Gallos restilutis MCClV. Libri sex. Venetiis MDCIX. apud liaeredes Domini Nicolini. fol. grande. La dedicatoria è dell’ autore del x5y3 in data 4 settembre a Pier Giustiniano lo storico, a Iacopo Foscarini dottore, e a Bartolommeo Vitturi Capi del Consiglio de’ Dieci. Siegue una Tavola degli autori dalle cui Storie compilò il Ramusio la sua, indi un breve latino carme Oda vìa ni Menini, e un epigramma latino Polycarpi Palermi /. C. Ve-ronensis academìcì philarmonici et Ricovrati in laude dell’opera Ramusiana (1). Girolamo poi non solo ebbe la cura di darci il Testo Francese di Villarduino, e il l esto latino del padre, ma a compimento delli paterni desi derii e degli obblighi impostigli, volle darcene anche una traduzione da se latta, e stampata cinque anni (1) Unica è questa edizione latina; e se trovansi quasi tutti gli esemplari colla data 1634» non è che un inganno operato da Jacopo Gaffareilo il quale sendo in Venezia incaricato di procurar libri per il Cardinale di Richelieu, raccolti (non si sa a qual fine) gVi esemplari dell’ Opera del Ramusio, immaginò una fìnta ristampa di essa, mutato l’intero primo foglio, sostituita a quella di Paolo una sua dedicatoria al Cardinale, levati i versi delMenin e del Palermo, levata la Tavola degli autori, alterato il frontispizio, e aggiuntovi un avviso a’iettori che comprende i nomi degli autori consultati dal Ramusio. Ma 1’ edizione e l’Opera è la stessa, tale apparendo e dal carattere e dagli errori che sono gl’identici dell’esemplare 1609. Il titolo posto del Gatfarello è il seguente: De bello Constantinopolilcino et Imperatori-bus Comnenis per Gallos et Venetos restitulis historia Pauli Ilamnusii. editio altera ad Eminenlissimnm Cardinalem Ducerti de Richelieu Parern B'ranciae ec. Venetiis apud Marc. Ant. Brogiolurn. MDCX.XX.1V, Tom. II. 43