CORPUS DOMINI. Lucia Tiepolo uscita da nobilissima veneziana famiglia circa il principio del secolo XIV dopo esser vissuta trentaquattr’anni circa monaca nel cenobio di santa Maria degli Angeli di Murano, e tre anni appresso abbadessa di quello de’ santi Filippo e Giacomo di Ammiano, stabilì colla protezione del patriarca Gradense Francesco Qui-rini di fondare in Venezia un monastero dedicato al Corpo di Cristo. Il perchè, abbandonato quello di Ammiano, e comperato un fondo nell'estremo angolo della città detto cao de zirada ove anticamente si costruivan le navi, quivi una chiesa di tavole eresse sotto la invocazione del Corpus Domini, ottenuta avendone la facoltà da Bar-tolommeo vescovo della Canea ( agiensis o cjrdonensis ) e vicario generale del vescovo castellano Paolo Foscari, nel 13^5 a’ 17 dicembre. Fu in ciò lare aitata dalle elemosine de’ fedeli, e dal pio e ricco mercatante Francesco Rabia (o del Roba, come il chiama il Dominici in una delle sue lettere ), il quale alla chiesa aggiunse alcune celle ad uso di convento ; e Lucia vestita dell’ abito di s. Benedetto con una sua compagna e due donne secolari stettevi per lo spazio di anni 28. In questo tempo per le istanze principalmente di Elisabetta e di Andriola figliuole di Facio Tommasini, e sorelle di Tommaso Tommasini Paruta vescovo, ¡1 B. Giovanni de’Dominici fiorentino , già lettore nel convento de’ ss. Giovanni e Paolo, e poscia cardinale, ottenne da papa Bonifazio IX di poter fondare nel luogo, ove sorgeva la picciol chiesa del Corpus Domini , un tempio ed un monastero di donne domenicane . La fabbrica in effetto parte col dinaro della dote delle due Tommasini, e con quello di Marco Paruta , e parte per le elemosine di molti fedeli, fu cominciata nel maggio del i3g3, e compiuta in dodici mesi; cosicché nel 29 giugno i3()£, entrarono le vergini nel nuovo monastero, e 1’ ottuagenaria Tiepolo, mutata la regola di s. Benedetto nell’istituto de’predicatori, fu la prima priora . Non ebbe d’ uopo di ristauri questo luogo se non che all’ occasione del turbine che a’ 10 di agosto del 14.10 con molti edificii della città fe crollare anco le mura del presente monastero, al quale poi nel 14-36 il sopraccennato vescovo Tomma-sini aggiunse a spese proprie una infermeria (1). Ma la fabbrica che in questi ultimi anni vedevasi noi la dobbiamo alla pietà ed alle cure di Fantino Dandolo, che fu poi vescovo di Padova, il quale nel i44° fatte demolire le mura della vecchia ristorata chiesa, ne inalzò di nuove, e in maggiore ampiezza, di modo che compiutasi in quattro an- (1) Il Galliciolli nelle Memorie Veneziane T. II, p. 375 trae da una cronaca che i Tommasini per la fabbrica del monastero del Corpus Domini spesero L. 7000 , e che Margarita Paruta relitta di Marco abbadessa del detto monastero spese per esso L. 5ooo.