S. ZACCARIA. fsc hoc or.’ 1477 ■ Al lato destro : tpr . d . et wis execvtopis testatati ps . ini a ni . 1.4.77 (1) . E dello stesso Marco ho scoperto essere lavoro anche i sedili del coro della nostra chiesa di santo Stefano Protomartire, sui quali leggo : OP.’ MG* MACr. VE. I v'cet‘a . MCCCCl? X* T111 | adi otb. | (2). Dalle riportate epigrafi e dalla annotazione sottoposta a quella che principalmente illustro, vediamo che Giampietro padre di questi artefici era già morto del >45»; che del » 4®4 ' fi" gliuoli Francesco e Marco lavoravano insieme; e che da quest’epoca Francesco non si scorge più nominato in coleste opere, ma solo Marco. E perchè so essersi agitata quistione se questi Vicentini artefici sieno gli stessi che conosconsi sotto il cognome di Canozii, oppur diversi ; e se essendo per avventura gli stessi, la lor patria sia veramente Vicenza, o piuttosto Lendiiia-ra (5) io qui produco alcune osservazioni comunicatemi dal signor Leonardo conte 1 rissino di Vicenza, solertissimo indagatore, e .intelligentissimo delle belle arti, e massimamente delle cose sue patrie, al quale ebbi data copia delle sopraddette epigrafi : « Fra Luca Paciolo « (die'egli) Minorità nel Libro della Divina » Proporzione dopo aver commendate le ope-« re di Lorenzo Canozio di Lendinara viene 141 n a dire: E ancora al presente del suo figlinovi lo Giovanmarcantonio mio caro compare, el « quale summamente potrizo, cerne le opere « sue in Roico (Rovigo) e 7 degno coro in novi stro convento in Vtnegia. ... le quali ultime 11 parole del l’aciolo generarono la supposizio-» ne che egli abbia voluto far autore il detto » Gianmarcanlonio Canozio delle tarsie del « coro della chiesa de’ l i ari . Di qui la sor-« presa allo scopiimenlo della epigrafe che » vendicava 1 opera a Marco di Vicenza . E r> poiché non si poteva negar fede al Paciolo, « frate di s. Francesco.scrittore contemporaneo, » domiciliato a \ enezia, e domestico, com’ei si n mostra, alli Canozii, anzi compadre del nit de-« fiimo Giovanmarcantonio; si cercò qual rela-« zione potesse esservi stata tra questo ultimo e « l’intarsiatore Vicentino; e perfino si giunse « a dubitare che la patria de’ ( anozii non fos-« se più Lendinara, ma Vicenza. 11 Paciolo » era de' frati Minori; e si dee credere'che non » alli Minori Conventuali, ma alli ¡V!inori Os-« servanti egli appartenesse, e che a Venezia « il convento del domicilio di lui non fosse « quello de’ Frali, ma l’altro della Vigna; e » che a questo ultimo contemplasse quando « disse il nostro convento . Conviene anche ri-» flettere, che poche linee prima dovendo egli (1) A pag. 107. del semestre li. parte 1. anno MDCCC. delle Memorie per servire alla Storia letteraria e civile, evvi Lettera postuma del p. d. Angelo Cortenovis Barnabita al eh. sig ab. d. Mauro Boni sopra varie sculture antiche del Friuli . In questa lettera malamente sì riporta così la inscrizione del duomo di Spilimbergo : magi ster iohannes petrvs de vi cesti a fecit hoc opvs 1477. E malamente pure la riferì sulla fede del p. Cortenovis il padre Faccioli nel suo Musaeum Lapidarium Vicentinun^.. Pars secunda p. ao.i. Ma che questa inscrizione sia con' io la riporto , non è a porre in dubbio , perchè oltre allo averla io letta attentissimamente e di chiaro giorno, non contento io di ciò , ho pregato il gentilissimo signor dottore Girolamo Cavedalis avvocato in Spilimbergo perchè dal valente suo figlio ingegnere ne fosse . fatto un fac 6Ìmile, e con lettera 14 agosto 1826, egli non. solo mi spedi il fac simile esattissimo , ma unì anche parecchie memorie tratte da' Rotoli originali delf Archivio di quel Duomo, dalle quali appariscono le spese incontrate e i danari e generi pagati a maestro Marco intajador per far lo chor in gesia . Da queste memorie si scopre eziandio che Marco lavorò in quel duomo il leggio, e il pogginolo degli organi leggendosi : Infrascritte sono le cose date a maestro Marcho intagliador sopra l’opera del choro e del lituril e del pozol delli organi ; tutto ciò dal 1474 al 147 7 inclusive : cosicché vedesi che in Spilimbergo si fermò circa tre anni per colali lavori. Finalmente dalle dette memorie apparisce che del era stato accettato da' signori di Spilimbergo al servigio della chiesa quel prete Giuliano ( venerabilis vir dom5 p1,r Julianus de Calabria ) eh'è nominato nell!* epigrafe. (a) Questa inscrizione che non fu fino ad ora da alcuno pubblicata (marzo 1827 ) è scritta d* inchiostro nero su uno de' fianchi de' sedili alla parte dell’ evang. dell" aitar maggiore . Le due prime linee sono di bel carattere romano, l’ ultima lineetta è di semigotico. <(o) Vedi l'ab. Moschini Guida di Venezia 1814 .voi. 2. p. 185. e Itineraire »819 pag. 273. Veggasi anche il cav. Leopoldo Cicognara voi. 2. pag. 447- detta Scultura .