S. NICOLO DI CASTELLO. 365 Scamozzi) e lo Scamozzi aveano presentati disegni, comunque scelto fosse quello di Antonio Da Ponte. Altra maggiore e di più grande importanza fabbrica , cui fu preside Marcantonio, si è la fortezza di Palmanova. Imperocché decretatosi dal Senato nel ìSgS di riparare la provincia del Friuli esposta alle ingiurie dei nemici, scelse cinque senatori, fra cui il Barbaro, onde indicassero il luogo più adatto a costruire una fortezza. Indicatolo, e adottato il modello proposto da Giulio Savorgnano peritissimo nella scienza militare, fu spedito Marcantonio colà come generale provveditore sopra tutto ciò che all’ esecuzion de’ senatorii decreti occorresse. ( Morosini lib. XIV, p. 169 170; Palladio Storie del Friuli Parte li, p. 225 e seg. ) . Colmo di merito verso la patria mori il Barbaro nel i5g5 a’ 15 di luglio, e fu seppellito nella chiesa di s;tn Francesco della Vigna nelle tombe de’ suoi maggiori senza particolare inscrizione . Aveva suo ritratto nella sala del maggior consiglio notato dal Sansovino a pag. i3a tergo del lib. Vili; ma col fuoco del 1^77 fu consumato . Oggi però rimane la sua effigie in uno di quelli che portano 1’ ombrella nel quadro rappresentante la sopraindicata venuta a Venezia di Enrico III; opera di Andrea Vicentino nella sala delle quattro porte del Ducale palagio. Una medaglia in suo onore coniata in piccola forma veggo nel Museo del conte Benedetto Valmarana : da una parte con una testa barbata , e attorno marcantonia barba-ho aesificator , e dall’ altra un’ altra testa simile con barba e le parole: iohannes griman, patr aqv. ben. (non aqveen come fu male stampato ed inciso nel Mazzuchelli ) . Dubita però il Mazzuchelli e l’illustratore del Museo ( voi. II, par. I, pag. 272 Scrittori Italiani, e tavola XCIII, num. Ili del Museo ) se questa medaglia appartenga al nostro Marcantonio, non sapendo a che cosa possa esser applicato quell’ mnincATOR. Ma io non dubito che essa ispetti al nostro Barbaro, si perchè altri della famiglia non fuvvi collo stesso nome in quell’ epoca; si perchè la vocè ievificator è chiaro alludere ad una delle fabbriche per sua cura erette e forse ad una nella giurisdizione del Patriarca di Aquileja; nota d’ altra parte era 1’ amicizia del Grimani col Barbaro, il cui figliuolo Francesco era suffraganeo di esso Grimani nel patriarcato , e successe a lui . Annoverasi il nostro Barbaro meritamente fra li Veneziani scrittori. Di lui evvi manoscritto : I. Relazione di Francia in data i564 22 luglio, che comincia : Le novità notabili occorse nel regno di Francia ...., e finisce con quella maggior chiarezza e distinzione che ho potuto. ( Arch. politico ) II. Relazione di Costantinopoli 1070, nella cui ambasceria stette sei anni. Comincia: Poiché per permissione del Signor Dio l'irn-perator Ouhomano con un corso quasi di perpetue vittorie s' è impadronito di tante provinole et ha soggiogato tanti regni .... termina: però con tutti i spiriti e forze nostre dobbiamo rivolgersi a questo singolar rimedio. Questa bella Relazione è divisa in tre capi. Nel primo dimostrasi la grandezza dello slato Turchesco e specialmente le sue forze guerriere. Nel secondo trattasi del suo governo, e descrivesi 1’ indole del Sultano e de’principali suoi minisi ri. Nel terzo si esamina in quale considerazione tengansi in quella Corte gli altri principi, e particolarmente quelli che possono essere confederati della repubblica Veneta , e quanto sia questa stimata . Conchiudesi che bisogna preparar a difendersi con forze tali che se pure i Turchi disegnassero di offenderci, conoscano che noi siam pronti e provveduti per difenderci. Trovasi tal Relazione impressa nel Tesoro Politico al registro AA A dell’ edizione i58g e 15c>3 ; ma con varietà e mancanze, come dal ragguaglio colle copie manoscritte si viene a riconoscere. In due codici Marciani del secolo XVI che questa Relazione manoscritta contengono ( Classe VII numeri 404 e 566 ) trovasi in fine: Modo che tiene il Turco a disporre la sua gente in ordinanza et in battaglia quando la sua persona va alla guerra. Comincia : Sempre che S. M. dissegna fare qualche impresa, comanda a Besserbei et Sangiacchi che nel tal luogo et al tal tempo siano in ordine secondo V impresa che dissegna fare .... Finisce: Et però nelle sue orationi che sono cinque tra il giorno et la notte li loro talismani con infinita humiltà et divottione pregando Iddio che Christiani non siano mai uniti. Tutti che sono presenti con la medesima divotione rispondono amen amen, che vuol dire così sia. L’essere cosi questa scrittura unita in due Codici all’ antecedente mi fa credere sia fattura del nostro autore . Ili, Ritratto delle forze Turchesche a 1577. (Cod. Marciano cl. VII. num. 4*7) Comincia : La forza turchesca con ragione tanto