CORREZIONI E GIUNTE con espresso editto a tutti i beneficiati nella Cattedrale che facessero in coro la residenza ogni giorno, e devotamente celebrassero le ore canoniche inerendo al mandato del suo antecessore. Conferì ai 24 marzo 1484 Ia prepositura di santa Croce di Padova, vacante per la morte di Vettor Marcello arcivescovo di Nico-sia , a Lorenzo Gabriele patrizio veneto canonico di Padova. ( manoscritti appo il consigliere Rossi. ) ivi, pag. 566 colonna 1. Della famiglia Tristano trovo rammentato nel tom. X, p. 82 sotto 1’ anno ìóio in aprile nei Diarii manos, del Sanuto un lacorno Tristano che era sopraintendente alle fortificazioni militari in Verona. ivi, pag. 366. colonna 2. Si aggiunga che nel chiostro di questa chiesa di s. Antonio v’ era il pozzo il quale aveva l.i seguente epigrafe; ANNO SECVNDO SMI LE ONARDILAVREDANO MA NDANTE DONATO MARCE LLO P. COMVNIS HIC PVTH EVS AD PVBLICVM ET NAVI GANTIVM COMODVM FABRICATVS EST OO 0 MVI1I XV APRILIS ANTONIO TRONO PROCVRAT. Holla copiata da un manusc. dello scorso secolo presso il canonico D. Agostino Corrier, contenente una esatta informazione de’ pozzi di Venezia . Del doge Leonardo Loredan diremo a lungo nelle epigrafi de’SS. Giov. e Paolo. Donato Marcello patrizio era figliuolo di Antonio q. Donato; del 1489 s’ era ammogliato in una figliuola di Tommaso Malipiero; e mori del 1626 giusta le genealogie del Barbaro. Antonio Tron patrizio era procuratore della chiesa, ed è quel- lo stesso che ho ricordato alla p. 147- colonna 1. di questo volume I. e di esso parleremo più a lungo altrove . NELLA CHIESA Di S. BASILIO. volume I. p. 224. inscr. 6. Pietro Chiesa fu dapprima parroco della Cappella di Martellagoin Trevigiana dall’anno 1770 al giugno 1776. Nel luglio passò a Meolo col titolo di arciprete, come ho detto. ivi pagina 220. inscriz. 10. Il nob. sig. Giambatista Roberti del fu Tiberio Bassanese, uomo assai cultivato nelle lettere, e spezialmente nella patria storia, mi richiamò con sua lettera i5 marzo 1827 ad osservare se Bartolomeo Angarano, o Ancorano già piovano di questa chiesa di s. Basilio sia veramente Veneziano, o Bassanese. Egli è certo che un Bartolomeo Angarano Bassanese fioriva intorno alla stessa epoca che fiori il piovan di s. Basilio, cioè dopo il principio del secolo XVII. Egli era nipote di Gasparo Angarano preposto prima di s. Pancrazio, poi di s. Pelagio di Tre-vigi, che scrisse varie operette sacre in versi, e che è ricordato dal Burchellati suo contemporaneo , dal Quadrio, dal Mazzuchelli ec. Questo Bartolommeo, che nacque verso la fine del XVI secolo, era pure dottore Teologo, e di lui il Roberti tiene diverse rime italiane, e molti versi latini stampali in Vicenza , pel Grossi-1618 in 4- in una raccolta intitolata: Li fiori della Brenta nella partenza di Lorenzo Barbaro podestà e capitanio di Bas-sano, fatta da Francesco Rossato, che nella dedica dichiara essere d’ingegni Bassanesi tutte le produzioni in essa raccolta contenute. In fine leggesi una inscrizione dell’Angarano , sotto la quale egli si segna cosi: Barthol. Ancar. sacr. Theol. doct. Il Verci poi assicura ( Appendice agli Scrittori Bassanesi. Nuova Racc. Calog. T. XXIX. p. 12.) che di questo Bassanese Angarano sono varie poesie latine e volgari inserite nell ’Antologia ovvero Raccolta di fiori poetici in morte di Titiano Vecellio di Cadore, cavaliere ed oratore impressa in Venezia nel 1622 in 12. appo Evangelista Deuchino ; e dice che mori poco dopo la metà del secolo XVII. Quindi ne viene , che quando non si voglia supporre contemporanei due Bartolomei Angarani, scrittori amendue , ed amendue dottori in Teologia, è forza il dire che e il mio, e quello del sig. Roberti sieno una persona sola ; nel qual sentimento io pure convengo col dotto mio a* mico ; e lascio la gloria a Bassano di aver data