S. ZACCARIA. ]32 derlo. Il principe lo sgridò altamente , avendo colui confessato in ginocchio il proprio errore . Molti volevano statini farlo apichar tamen fo diliberato mandarlo subito via e mai più non venisse in le terre dii dominio nostro. Il Segretario dalla Vedoa fu dunque mandato al marchese a parteciparli l’avvenuto , il quale inteso si dolse molto forte dicendo Dio mi e contrario 10 voglio meter la vita dono il mio stato moglie et fioli a questa illustrissima signoria. E limei usano tal parole bestiai. Fu promosso a segretario del consiglio de’X; e del 1516 a’ a5 di gennajo m v. cioè 1Ó17 concorse a cancellier grande in luogo di Francesco Fasuol ; ma fu eletto Giampietro Stella con i585 voti favorevoli e 531 contrarii ; mentre il Vedòa ne aveva avuti 965 in favore , e contrarii 939. Le sue qualifiche in quell’occasione eran queste: Gasparo di la Vedoa secretano qual za anni 46 ha seruito la ill.ma signoria in tutte cose importantissime si in questa terra come in Italia e fuora de italia e stato con proueditori zenerali in exercito et capitani zenerali in armada e za anni 24 secretorio di lo ecc.m0 conseio di X. Assistette nel i5i8 con Marino Sanuto lo storico a un’Accademia data dall’Altissimo poeta fiorentino (1); e più volte fu vice cancellier grande, officio che però non davagli diritto agli onori del cancelliere ; e in* effetto essendo al primo di febbrajo i5ig m. v. (1Ó20) andatala Signoria al vespero in santa Maria Formosa, Gasparo erasi seduto nel luogo del cancellier grande vestito di paona-zo con becheto di veludo negro di sopra la sedia del doge; ma Francesco Foscari vice doge lo fece levare da di là ; del che sdegnato 11 Vedoa usci di chiesa finché fu compiuto il vespero. Concorse a gran cancelliere anche nel- T agosto del i523 , ma vi rimase Nicolò Aurelio . Il cordoglio di Gasparo fu grandissimo, attestandolo lo storico Sanuto . Finalmente nella notte del 3 venendo il 4 aprile 1624 passò di questa vita. Il motivo della sua morte, il modo, i funerali suoi , e i superstiti lasciati de-scrivonsi dal Sanuto (Voi. XXXVI. p. 107. 110 ) Questo erra amalato ( die’ egli ) et perche la matina di Pasqua tra soi foli si uolseno ferir inteso questo si occupò et e morto etiarn per grande occupation presa per il suo cazer dì canzelier grondo qual uice gerente hauia assa exercitato fo sepulto il di sequente honorifìce in la chiesta di san Zacaria in la soa archa drio T aitar. E sotto il di 5 aprile, dopo aver detto del funerale, scrive: questo non si ha confessa ne comunicha ni fato testamento ha lassa gran facuita contadi si dice ducati 14 ni il in et intrada due .... hauia salario due. 200 lasso cinque fioli maschi uno qual uideli-cet Hironimo erra ala canzelaria si fe prete e lui lo cazò di caxa , et uolse amazar Francesco suo fradello el dì di Pasqua , qual atende al proprio , V altro . . . atende . . . ofitii per dito suo padre compradì, Jacorno e secretorio dii orator a Costantinopoli et. . . el quinto pur a Costantinopoli. Aveva grande amicizia anche con Carlo Gonzaga di Mantova , come apparisce da lettera scritta senza data da questo a Bernardino Telesio ed inserita a p 44 del For-molario di Francesco Scaridino , ( Padova Pa-squati, 1 S69, 8. ) ; e oltre il Sanuto soprallegato in varii volumi dell’ opera , del quale m? ho servito ne’ passi soprariferìti, anche il Sansovi-no attesta che Gasparo fu molto stimato da' padri per accortezza d' ingegno ( Lib. I. p. 28 tergo ) . Al nostro Gasparo jureconsulto diretti sono de'carmi latini dal celebre letterato Trivi- (1) Potendo interessare alla Storia de1 letterati fiorentini il seguente passo, che traggo da' Dia-riì di Marino Sanuto ( Voi. XXV. p. 3i 1. ) lo riferisco : In questo zorno ( 10 maggio 1018) in terra nuova doue si leze publice uno fiorentino poeta uenuto in questa terra ala senza (per la fiera, dell' Ascensione) chiamato lo altissimo: ma il nome proprio è . . . . monto in carie-ga facendo adunar gran numero di auditori tra li qual io Marin Sanudo ui andai con domino Gasparo di la Uedoa, il qual recita uersi al improuiso uno'sona la lira, £t lui li reciua ( cosi) comenzo prima uoler dir in laude di questa terra poi intro con dir li era sta posto una poliza su la scuola (cosi) douesse dir di anima , et cussi intro a dir di anima ma judicio meo fu cossa fata a man e composta a Fiorenza perche disse bene , poi mando una confetiera atomo zerchando danari e trouo certo numero dicendo un’altra fiata diria al improuiso. Di questo poeta vedi il Negri ( Scrittori Fiorentini p. 157 ) e il Tiraboschi ( Letter. T. VI. parte IV. p. ii5o. ediz. V en. 1823) Egli avea nome Cristoforo. Vedi anche la Biog. Univ. T. II. ediz. Veneta 1822. p. 2x7.