S. LORENZO ANNO M. D. C. XCIII. NONIS IVNT | ALOYS. 1. V. D. ET HIACYNT. FRAT. NOVELLI I PA-TRYO SIBIQ. MOESTISS. PARAVERE. Sul pavimento di faccia la porta che mette in sagrestia. Gradenigo malamente ommise ro-catvs, e dice fosfene invece che parafebe . La Biblioteca Sammichelana a p. 771 nel registrare un codice manoscritto contenente Discorsi Accademici di Vincenzo Melchiori llegi di Oderzo dà contezza di quell’ Accademia dicendo, che del i65/j nel ?nese di maggio fu eretta in casa del canonico opitergino Novelli, e che v’ intervenivan molte ragguardevoli persone. L’ impresa era il Sole coll’ opposto di una nube, e il motto ybiqte. Ora, non dubitando io punto che il Novelli canonico nella Biblioteca rammentato, sia quel desso di cui parla 1’ inscrizione presente , ho scritto al chiarissimo sig. co. Giulio Bernardino Tomitano di Oderzo, la cui principal cura, come ognun sa , era di cultivare e proteggere le lettere , per a-vere alcuna notizia e sul Novelli e sull’ Accademia . E’ mi rispose nel 9 ottobre 1826, che tranne il cognome suo in un libro del fu Capitolo di Oderzo, nuli’ altro si trova di lui, il perchè egli conghiettura che cotesto canonico Eer voglia sola di comparir un valentuomo ab-ia dato il comodo agli Accademici di radunarsi in sua. casa. Soggiunge poi il Tomitano ad erudizion maggiore ciò che segue : Allorché nel 1795 piacque al Senato veneto di instituiré in questa città un' Accademia Economico -Agraria, e di pensionarla, noi documentati dal Codice Sanmichelano suddetto che nel XVII secolo vi esisteva uri Accademia letteraria, abbiamo creduto dì rinnovare la memoria dell’ antico Stabilimento, coll’ assumere l’ impresa della Società che rappresenta da una parte coW opposto di una nube il Sole, ed ha il motto vbiqve, e dall’ altra si leggon nel mezzo le sigle ìc, e attorno le parole .• acad. prs. ose. AGR. OPITERGINA. E quest’ impresa fatta da noi incidere in rame, adornava i fogli delle leggi stampate, e si delle Patenti. Anche il sigillo porta la stessa impresa, ed esso e tutti gli atti di essa Accademia esistono presso di me, come segretario perpetuo eh’ era stato eletto, e perchè in una sala della mia casa si radunava. Spento il veneto Senato, e tolti i mezzi di sussistenza quest? utile Stabilimento, siccome tañí altri, cessò dalle sue /unzioni. Quale sia stata poi la cagione per cui il canonico Michele Novelii, come dice 1’ epigra- fe, abbia voluto servire queste monache come cappellano di san Severo, non so. Egli del 16.Ì9 nel i3 gennaro M- V., ossia 1660 , fu eletto cappellano, e nel i3 febbrajo successivo ottenne dalla Curia Patriarcale il mandato d’i-doneità al posto, siccome raccogliesi dal Cata-stico compilato da Tommaso Fugazzoni. Venne a morte nel 4 giugno 1695 d’ anni 69 circa come dai Necrologi parrocchiali e sanitarii, benché la lapide dica nonis irmi. Questo cognome Novelli, oNovello mi torna alla memoria un Alvise, 0 Lodovico Novel- lo veneziano, dottore di filosofia e medicina , e valente poeta del secolo XVI. In effetto 1’ A-tanagi lo chiama uno de’pellegrini spiriti della citta di Venezia, e poeta toscano eccellente; e vedesi che era molto familiare di Francesco Contarini vescovo di Paffo, col quale e in Padova allo Studio, ed in Trento al Concilio tro-vossi. In Padova pare che abitasse di sovente, trovandosi una sua lettera da quella città scritta a Francesco degli Oratori, nella quale rammentando la morte di una donna amata da un tale, invita il Tasso, il Ruscelli, il Dolce, 1’ Atanagi persone compassionevoli ad adoperare tutti i loro instrumenti per far una musica eterna sopra la morte di lei, essendo certo che il Ruscelli farà la parte del sovrano, il Tasso farà il tenore, il Dolce farà il basso, e C Atanagio il contr’alto, tal che tutti balleranno al suono di si valent’ uomini et si farà un Trepudìo gratissimo alL’ orecchie del Novello , et di tutti i virtuósi del mondo, ( Vedi Lettere facete et piacevoli raccolte da Francesco Turchi. Libro II Venetia MDLXXV pag. 351. ) Le rime che ho vedute di lui, trovansi nelle seguenti Raccolte. I. Rime di diversi nobili poeti Toscani raccolte da M. Dionigi Atanagi. f^emezia i565 8. Nel volume I a pag. i44 sta un sonetto di Lodovico Novello a difesa dell’ Atanagi. Il motivo dello averlo scritto il dice lo stesso raccoglitore nella tavola delle Rime : Una persona che non si nomina havendo dimostrato la iniquità de l' animo suo contra V Atanagio col ferro ; non contento di tanto volle dimostrarlo anche con la penna; dando fuori certi suoi scritti pieni di calunnie, di falsità et di bugie. A le quali V Atanagio non s’ è curato di rispondere per non sodisfarla de V honore ambito da la sua risposta. Sapendo da l'altra parte che il tutto è notissimo al mondo. Di questo conscio