S. MARIA DELL’ORTO Marziale che coll’epitaffio concorda. Nulla a-vendo a dire su questo Riccio sepolto, per non lasciar vuoto l’articolo, dirò di un precedente nostro Veneziano dello stesso noma e cognome e forse della casa stessa. Vincenzo Riccio dottore figlio di Domenico era di nobile famiglia originaria di Piacenza, se stiamo a ciò che dice il Crescenzi (Corona della nobiltà d’ Italia. Parte seconda. Bologna 1642. p. i5i ). Fu ascritto fra gli estraordina-rii della ducal cancellarla nel 1515 a’28 di feb-brajo, e divenne ordinario nel 1029 a’ 17 di giugno . Secondo il Sansovino ( Venetia. Lib. XIII. p 2 73. tergo) si annovera fra gli scrittori Veneziani all’anno i559, perchè dettò con molta eleganza versi et orationi volgari et latine . Ciò ripetono e 1’ Alberici ( p. 8,) ) e il Superbi (Lib. III. p 118) e il Crescimbeni ( Comment. voi IV. p. 104); e Paolo Manuzio attesta anzi avere il Rizzo composto un carme endecasillabo (Epistolarum. eJit. Lipsiae 1720. 8. voi. II. p. 5i5 in data 1551 ). Non so peraltro se alcuna di queste sue poesie e prose trovisi a stampa . Che il Riccio in effetto, il quale a Padova avea appresa filosofia, e dava opera allo studio delle greche lettere, riuscito sia uom dotto e di bello ingegno ; che .abbia promosso gli studi ne letterati, i quali un forte ajuto in lui trovavano, cooperando alla edizione delle opere loro ; che sebbene occupato n^lla gravità delle cose di stato come segretario, attendesse nientemeno ad ogni genere di oneste discipline; che gli fosse famigliare lo stile epistolare di Cicerone per modo da farlo gustare nelle carte che dalla segretaria dettava; son cose certificate da’ contemporanei. Marco Guazzo nelle Ili-storie p. 6^9. ediz i55a. 8. e nella Cronaca impressa in Venezia nel 1553 fol. a p 426 dice che avendo i Veneziani stabilito (nel 154-5 ) di piantare 1’ Orto Medicinale, ossia Botanico in Padova, diedero il carico di trovare i danari et il sito di farlo al molto eccellente dottore / icenzo Rizzo al hora secretario del Collegio de Venetiani et dopoi dei capi del ConsegUo di Diece, huomo molto degno, fedele, et per le sue virtù et borita molto amato et Honorato da tutti quelli che lo conoscono. Da queste parole era a me venuto il dubbio che il Riccio potesse aver trovato non solo il sito di erigere l’Orto, ma averne dato anche il disegn i; e io teneva che il Facciolati (Fasti Part. Ili- p. 4oo) nello asserire che Andrea Riccio ne diede il disegno (,il qual Andrea già era morto fin dal 153a ), avesse scambialo per equivoco il nome di Vin- anzo in quello di Andrea. Questo mio dubbio però volli comunicare al chiarissimo signor professore Giuseppe Antonio Bonato, dottore in filosofia e in medicina in Pado'va, il quale 1’ elogio scrisse del Botanico Pierantonio Micheli, Veneziano del secolo XVI. e mi assicurò con sue-lettere 1. e 4- agosto 1826 che ad Andrea Morone, non ad Andrea Riccio, architetto di santa Giustina fu raccomandata la costruzione dell’Orto Medicinale. Ciò però non toglie che Vincenzo Riccio ( comunque non sianvi pruove eh’ egli abbia dato, od abbia avuta mano nel disegno ) abbia avuto grandissimo merito nella direzione e nella esecuzione; e ciò meglio apparisce da una mss, lettera daWi Informatori dello studio di Paifova diretta ad Alvise Donato capitanio della città, in data 1 x. agosto i5\j, comunicatami in copia dal chiarissimo professore; imperciocché dando i Riformatori alcune disposizioni per il migliore perfezionamento e conservazione dell’ Orto, dicono di averé spedito aJPadova il loro segretario Vincenzo Riccio ad esaminare ed esporre al Capitano lo stato, in che si trovava la fabbrica deli'Orto, e come fosse uopo di gettare il ponte di pietra, che giusta Je deliberazioni del Senato dovevasi fare appresso la chiesa del Santo, anche per maggior comodità dell Orto medesimo. Dopo il Guazzo veggo che Antonio Sebastiano Minturno nella prefazione al libro : de Poeta libri sex, Venetiis 155g. 4. rammenta il Riccio come urlo di quell^che eccitaronlo a dar fuori l’opera sua. Fa onorevole menzione di lui il tedesco Giovanni Muslero nella dedicatoria della orazione de artibus liberalibus, di cui feci motto fralle inscrizioni di s Domenico di Castello al num. 58. Fra gli epistolografi del suo -tempo veggo che il celeberrimo Niccolò Massa richiesto dal Riccio del suo parere intorno a’Bagni di Cald.iero nel Veronese gli addirizza la Epistola XXVI de baineis Caiderlanis che sta a pag. 1 27 del T. I. Epistolarum Medi-cinalium Nicolai Massae. Venr.tiis 1 558. 4 , ed è in data XXVII. Agosto MDXXIIII. A lui (con questa direzione Vincendo Riccio a Spe) leggonsi nel volume II della Raccolta delle epistole di Paolo Manuzio fatta da Giovanni Gott-lib Krause a Lipsia nel 1720 in 8. varie lettere di esso l’aolo, e etanno a pag. 514 e seg., dalle quali apparisce l’amicizia che il Manuzio aveva verso il Riccio, e dalla prima alla p. 514, appa* risce che questi possedeva un antichissimo codice delle pistole familiari di Cicerone. Di questo prezioso codice si è molto servito il Manu-