16 PARTE PRIMA se ne parlò più: essa oramai era divenuta terra sconosciuta anche agli stessi slavi. La liberazione e la rinascita (1878-1929). Non ostante però la doppia schiavitù politica e religiosa dei turchi e dei greci se in apparenza la nazione bulgara sembrava distrutta, in realtà viveva. I cavalieri della montagna (Aiduzi) con la loro spietata vendetta facevano capire ai dominatori che il popolo bulgaro non era morto. Infatti esso, sotto l’influenza della famosa storia di Paissi, e della letteratura nascente, delle idee della rivoluzione francese a poco a poco si risveglia e si rivolta; la rivolta però non è bene organizzata, è saltuaria ed è perciò facilmente soffocata; ma se con ciò non si raggiunge il fine principale, qualcosa si ottiene : l’instaurazione della libertà religiosa (1870). L’emancipazione politica è ottenuta più tardi con l’intervento poderoso della Russia che da secoli era la nemica ereditaria della Turchia e che aveva come principale aspirazione di scendere sul Mediterraneo. Dopo una guerra sanguinosa per ambe le parti si addivenne al Trattato di S. Stefano che stabiliva i limiti della grande Bulgaria. La Gran Brettagna e l’Austria-Ungheria gelose della vittoria spinsero la Russia a firmare il trattato di Berlino che abrogava quello precedente e instaurava il piccolo principato bulgaro vassallo della Turchia e lasciando i bulgari della Rumelia orientale (attuale Bulgaria del Sud) e della Macedonia nelle mani dell’oppressore (1878). I primi anni d’indipendenza del piccolo paese furono oltremodo procellosi, caratterizzati dalla strenua lotta del principe di Battenberg che voleva governare senza la soggezione della liberatrice Russia e gl’intrighi di quest’ul-tima. A causa della debolezza della Turchia si ebbe l’u-