S. ZACCARIA. ili con una bareta di raso negro in testa. Fu portato in san Zaccaria, segue lo stesso Sanuto, dove e le nostre arche et ivi sepulto in uno deposito in alto e li fradeli li voi far un superbissimo tumulo perche iuditio omnium el meritava et philomusio pìsaurense li fece uno epi-taphio qual e buono perho lo qui posto . Epitaphium durissimi ssnatoris Marci Statuti. Unica Marcus erùt romano lingua senatu, Vox patribus Venetìs unica Marcus erat. Cesserai in Verietos romana potentia patres, In Marcum Marci cesserai eloquium. Roma effoeta diu muta est fecunda virorum, Urbs Marco liaud poterit nostra carere suo. Ma il Sanuto oltre all’essere grand’uomo di stato, era poi dottissimo in ogni disciplina, ma principalmente negli studii dell’ astronomia, dell’aritmeticd, della geometria, e in tutte in-somma le parti matematiche versatissimo; il perchè non è bugiardo l’epitaffio che scolpito sul deposito si legge . Luca Gaurico nel suo: Tractatus astrologicus. Venetìis 1552, 4- pag. 63 tergo, all’anno 1 ricorda delle macchine da Marco Sanuto fabbricate: Fuit enim, di-c’ egli , clarissimus astronomus et fabrefecit spheram solidam in metallo ereo sculptam et armillam ex ferro fabrìcatam perpulchram, praeterea tintinnabulum, sive horologium in quo dignoscuntur Luminarium coitiones et op-positiones, et utriusque defectus . Fieri jussit multa instrumenta organica . Questa sfera è lodata anche da Nicolò Leonico Tomeo, vini-ziano, in uno de’ suoi dialoghi intitolato sankt-tfs : De compescendo luctu. Racconta in questo, come essendo il nostro Marco Sanuto afflittissimo per la morte di Bernardo Sanuto suo fratello di vent’anni circa più giovane di Marco, e uomo anch’essó fornito d’ingegno e di ottime instituzioni, Leonico lo andava confortando con molti e belli ragionamenti filosofici insieme con Luca Boiifio ed Alfonso Pauluc-cio; indi narra che finito il dialogo Luca ed Alfonso recaronsi a vedere Sphaeram quondam aeneam quae in cubiculi medio collocata erat illiusque pulchritudinem et exactam arti-Jrcii diligentiam ammirarono e lodarono, perchè Marco illius disciplinae inter paucos stu-diosus erat et erudìtus multa el praeclara tum estendendo tum docendo ( p. lviii. tergo . Dia- lo gì iSa/j, 4 )- Al Sanuto designato podestà di Bergamo nel 1494 il celebre frate Luca Faccialo da Borgo san Sepolcro invia il libro : Tom-il. Surra de Arithmetìca, Geometria, Proportioni et Propprtionalita. Stampato la prima volta in Venezia da Paganin de'Paganini nel * 494 f°l-» e ristampato dallo stesso Paganini in Toscolano nel i5a3 fol., e nella lettera confessa di dover molto al Sanuto che fu principal cagione della pubblicazione dell’Opera; la quale dal Paccio- lo si pone sotto la protezion di lui che la difenda dal morso de’critici ; e nella fine poi lo dice in le sciende mathematicifondatissimo, e de tutti virtuosi colonna /imissima. Al Sanuto parimenti Batista Egnazio intitolò nel i5oa dall’ accademia Aldina 1’ Orazione latina che fece in laude di Benedetto Brugnolo ( Agostini. Vita dell'Egnazio, p. i 16) ; e abbiamo due epistole latine del Cardinal Pietro Bembo dirette al Sanuto l’una del 14o4 a’ di novembre, l’altra del 1499 a’5o di maggio ( Epistolae. Colon. 1582, b. p. 15, 20) . Il detto Nicolò Leonico Tomeo il chiama virum sumrnum curri excel/enti eruditione tum rerum usu et expe-rientia in republica veneta . E in un altro dialogo intitolato parimenti sjNnrrrs, ove tratta de Ludo Ta lario ( Giuoco de’ dadi ) fatto in occasione che celebravasi in casa del Sanuto il suo anniversario natalizio, lo dice senatorii or-dinis facile primariutn et curri ingenio excusso, tum varia eruditione singularem. Pietro Basa-donna in una orazione mss. che citerò appresso, scrive di lui : Chi la prudenza et il valore di ms. Marco non maraviglia'? il qual era così caro alla Repubblica, che infermo fu costretto sovente lasciar la quiete e presente soddisfare nelle deliberazioni al desiderio suo ; perocché sempre furono i suoi pesati consigli così pregni di gloria, e della salute comune, che quando con un sol voto a quelli fu diverso il parer del Senato nella materia di Milano, con molta sua perdita poco dopo se ne pentì la Repubblica (anno 1499)• Questi nel veloce corso del cielo la mente lungo tempo fissando, non solo la grandezza e le rare conditioni delle sue vaghe e ferme stelle con ordine et alto modo misurava e conosceva ; ma ancora le future occorrenze come presenti intendeva sì, che alla repubblica quasi nuntio dell’ avvenire dimostrandosi, pareva che 7 cielo si gloriasse dì bavere in terra un oracolo de’ suoi più memorabili influssi testimonio . È lodato pure come uomo sperimentato nel maneggio de’ pubblici affari da Francesco Pisani nell’ orazione De universae philosophiae ornamentis . ( Pa-tavii. Cominus 1719, p. 266,. cum Valerio ec. ) ed è ricordato anche dal doge Marco Foscarini là