MONETA E MERCATO MONETARIO 309 nime bulgare. Alcune di esse per ammortizzare i loro debiti esteri sono costrette anche ora a impiegare una parte dei loro utili annuali. Nonostante la crisi del dopo-guerra le banche bulgare hanno potuto lavorare in modo soddisfacente occupandosi principalmente del commercio delle divise dal 1919 al 1923 e negli ultimi anni, privati delle pingui risorse di tale attività, a causa del monopolio della Banca Nazionale si sono date con rinnovata lena alle altre operazioni attive negli affari più sicuri e più redditizi trattando con ditte di pri missimo ordine. Oltre alle tre grandi banche straniere su menzionate agiscono in Bulgaria altre banche di nuova fondazione. Ad iniziativa del Barone Carlo Aliotti, Alto Commissario del Governo italiano in Bulgaria, sorse nel dicembre 1919 la Banca Commerciale Italiana e Bulgara, società anonima bulgara, figliazione della Banca Commerciale Italiana di Milano, a cui appartiene il 96 % del capitale di fondazione. Con un’abile amministrazione essa è riuscita ad occupare un posto di primo ordine. Il suo capitale è passato da 12 milioni negli anni 1919-1922 a 24 nel 1925, a 40 nel 1926; è riuscita ad attirare vistosi capitali che sono passati da 225 milioni nel 1919 a 756.8 nel 1925 la cui provenienza non si conosce bene. Tale banca rende dei grandi servizi agli scambi fra l’Italia e la Bulgaria. La Banca bulgara di commercio che era un istituto puramente bulgaro, per ragioni diverse è passata anch’essa sotto l’influenza della Banque de Paris et des Pays-Bas la quale ha una partecipazione di 7.5 milioni, un direttore a Sofia c qualche membro del Consiglio di Amministrazione. La Banca per il Commercio internazionale che era sorta nel 1917 con un capitale versato di 6 milioni, nel 1921 è stata rinforzata dalla partecipazione di un gruppo francese con a capo la Caisse Commerciale et Industrielle de Paris e il Crédit fonder du Brésil et de l’Amerique du sud; d’allora e divenuta Banca Franco-Bulgara con un capitale versato di 22 milioni di lev.