CORPUS DOMINI.
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  bro l’Atanagi dà a Giorgio gli attributi d!intelletto chiaro, et poeta toscano purissimo et candidissimo .
Vili. Rime di Girolamo Molino nuovamente venute in luce. In Venetia, MDLXXI1I. 8. Sonovi in line due sonetti del Gradenigo in morte del Molino.
VIJII. Rime di m. Pietro Gradenigo gentilhuo-mo viniliano . In Venetia nella Stamperia de’ Rampazetti. MDLXXXIII. /,. Tre sonetti di Giorgio stanno in fine di queste Rime, uno de’ quali è per cinque rever. monache del sacro rrionasierio della Cella di Ci-vidale Foro Giulio; e l’altro è già compreso nella Raccolta per Irene a pag. i5i.
X.	Rime di Domenico Veniero. Bergamo. Lan-cellotti MDCCLI. 8. A pag. 107 evvi un sonetto del Gradenigo, che già trovasi stampato nelle Raccolte del j55o e i555 sovraccennate .
XI.	Un sonetto di Giorgio in laude del pontefice Gregorio XIV, è a pag. 112 della seconda parte della Idea del Secretano di Barto-lo/nmeo Zucchi. Veriezia 1 tì 1 4, 4-
XII.	Nel voi. XXXII. a pag. 77, 78, 79 del Parnaso italiano sono ristampati due madrigali del Gradenigo.
XIII.	A pag. 71. delle Rime di Jacopo e Tommaso iVlocenighi, fratelli, pubblicate in Brescia nel 1756, 8. stassi il sonetto di Giorgio, ch’é nella Raccolta per Irene a p. 42-
  Quanto alle prose del nostro autore, esse
sono comprese, ed bolle esaminate nelle seguenti raccolte:
I» Lettere di diversi eccellentissimi huomini raccolte da diversi libri, tra le quali se ne leggono molte di non più. stampate. In Vi-negia appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari. MDLllll. 8. Alle pag. 481, 4®4> 4®^» 4^7-sono quattro Lettere di Giorgio, tutte senza data. La prima diretta a Pietro Gradenigo, è in laude di questo poeta amicissimo di Giorgio; la seconda è al co. Fortunato Mar-tinengo; la terza a’ Giudici e Comunità di Portogruaro, a’ quali come podestà il Gra-
  denigo promette un ottimo e intero reggimento, ricordando che fu allevato in parte fin da fanciullo con loro ; la quarta a m. Giustiniano Giustiniani tratta con apparato di bella dottrina e moralità sull’argomento della Maninconia, ed insegna a raffrenar le passioni dell’animo.
II.	Nuova scielta di lettere di diversi, ec. fatta da m. Bernardino Pino . In Venezia . MDLXXXII. 8. Sedici Lettere di Giorgio Gradenigo, essa contiene nel volume lì da pag. 5o5 fino a 557 ; quattro di esse sono le antecedentemente impresse nella raccolta 1554 ; e fraile aggiunte sono degne di osservazione quella al clarissimo m. Federico Ba-doaro in data di Udine, colla quale si rallegra per la elezion sua in ambasciatore a Filippo II re di Spagna; quella a m. Giovan Battista Giustiniano, senza data, in cui fa una bella descrizione di Cividale e de’ contorni, e lo chiama l’antico Forum Julii. A questa lettera appoggia eziandio la propria opinione Basilio Zancarolo a pag. '6 del libro Antiquitatum Civitatis Fori Julii. Venetiis 1669, 4 3 cbe sostenta essere il moderno Cividale l’antico Foro Giulio. Un’ altra epistola ragiona del folle innamoramento di un Anonimo gentiluomo veneziano, amico dell’autore, e figlio di padre eh’ era uno de’ maggiori ornamenti della repubblica, e procura di distoglierlo con belle e stringenti riflessioni . Ne son poi quattro a Giulia da Ponte di Spilimbergo , comare dell’autore, in una delle quali dice di avere fornito di rivedere
  li	Opuscoli di Plutarco, della bellezza e ottrina de’ quali avea ragionato a lungo colla da Ponte, e prosiegue a dire : Et ho raccolto in grada sua et posto sotto ordine che a me pare assai buono tutte le sentenze morali, i concetti d’ altra materia, le comparazioni delle quali questo erudito scrittore ne ha un ricco apparato et le forme di dir figurate; le quali tutte cose mando a V, S. Questa piccola fatica et ogni altra che in piacere di V. S. potrei far per lo innanzi, sia con questa conditione eh’ ella non me ne renda quelle amplificate gratie che con tan-
somigliantissimo al primo ; e conghiettura che possa essere il ritratto di Emilia sorella d’lrene. Ma, avendo noi ora la testimonianza dell' A tanagi autor contemporaneo e degno di fede, non potremmo noi crederlo il ritratto piuttosto ¿¿’Isabella che di Emilia ? Aveva io ciò scritto, quando venuto a V enezia il co. Fabio di Maniago, esaminò aneli egli il libro dell' A tana-gi, e meco convenne nella conghiettura .