FINANZE PUBBLICHE 343 biamo visto i redditi al disopra di 100.000 lev.; praticamente si verrà a colpire un piccolo numero di contribuenti. Nel dopo-guerra le imposte dirette non rendono più di 200-300 milioni; nell’esercizio 1924-25 esse rappresentano il 5 % delle entrate mentre nel 1911 erano più del 20 %. In tali condizioni il sistema tributario non è bene assestato; bisogna fare degli sforzi per far sì che le imposte dirette siano percepite regolarmente e in misura se non superiore almeno pari a quella del periodo 1900-1911 cioè intorno a 1.500 milioni il che si deve ottenere gradualmente se si vuol dare una base stabile al bilancio. Imposte indirette. — Tra le imposte indirette le più importanti sono: i dazi di confine: d’entrata, con il diritto supplementare delie aceisi e altre tasse; d’uscita con quello supplementare del 3 % ad valorem; le accisi sulle bevande alcooltche, sul sale, ecc.; tassa di fabbricazione sul tabacco (banderole), ecc., fra le tasse, dà un notevole cespite, quella sul bollo. Dogane. — Nel capitolo « Politica commerciale » si è parlato diffusamente su tale argomento. Dal punto di vista tributario diremo soltanto che con l’aumento della misura del dazio, dell’aggio (1) e specialmente del volume degli scambi che si è verificato quasi senza interruzione in questi ultimi anni le entrate delle dogane si sono accresciute ed hanno contribuito efficacemente nella misura del 25 % a far fronte ai bisogni del bilancio come cespite facilmente percepibile non impegnando lotte senza fine fra contribuente e tesoro. (1) Dal 18 novembre 1918 al 81 maggio 1919 200 %; dal 1 giugno al 14 luglio 1919 250 °/o ; dal 15 luglio 1919 al 31 ottobre 1919 300 % ; dal 1 novembre 1919 al 31 dicembre 1919 500 % ; dal 1 gennaio 1920 al 30 giugno 1920 600 % ; dal 1 luglio 1920 al 31 dicembre 1920 700 % ; dal 1 gennaio 1921 al 30 settembre 1921 900 % ; dal 1 ottobre 1921 al 28 febbraio 1922 1200 % ; dal 1 marzo 1922 al 30 settembre 1922 1400 %; dal 1 ottobre 1922 1500 %.