■> r ’3 4 S. MARIA DELL’ORTO Aveva Paolo presa moglie I' anno i5r>4 a’ 2.4 dicembre con ducati 5ooo di dote Cecilia figlia di Pierantonio Vidal, la quale morì idropica 1’ anno i5go al primo novembre in Villa Ramu-sia senza far testamento. Questa gli procreò figliuoli Girolamo, Pierantonio, Tomaris , Orsa, ìsabetta, Francescana, Giambatista e Giovanna. Leggesi nella Cronaca Ramusiana che questo Giambatista et Francesco ( nome solo) figliuolo di Paolo II , giovane rolnistissinio , di vivacissimo ingiegno et bravo havendo dato gran saggio di sa con U arme in mano in più occasioni cadè Canno ìG... in gravissima lacrimabile indispnsitione. Nacque tanno 1565 giovedì 4 ottobre ahore 19. Finalmente vissuto essendo Paolo anni 68, mori del 1600 a 20 di dicembre di petechie e mal di mazzucco in sette giorni, senza aver fatto testamento , e fu sepolto appresso il padre alla Madonna dell’ Orto. Fra quelli che dedicarono opere a Paolo Ramusio è il pili volte indicato Giovila Rapido che gli presenta il libro V. de Numero Oratorio. Aldus i554 fol, eh’ è a pag. 48; Bernardino Partenio da Spilimbergo, che gli addirizza un’ode latina in elogio di Giovita ( Carminimi Lib. II. Venetiis 1079. a. p. 65 ) ; il Cardinal Reginaldo Polo ha una epìstola latina diretta da Bruxelles V. cal. iunii MDLlV al nostro Ramusio, nella quale ragguagliandolo di avere ricevuto e letto con piacere il proemio de’ Libri di Giovita Rapicio, e la epistola con cui il Ramusio glieli aveva mandati, rende testimonianza di un puro ed elegante scrittore nel Ramusio, degno quindi di essere amato ed apprezzato dal Cardinale, e da tutti. ( Epistolarum Regin. Poli Pars IV7. p. 180, num, LXllt. Brixiae Ì702. 4- ) ; Paolo Manuzio gli dedica la prefa- zione ne’ Commenlarii di Cesare inserita anche nelle Epistolae latitine del Manuzio a p 77. Venetiis i588. 8. Lo stesso Manuzio fralie sue lettere volgari (Ven. i56o p. 79) ne ha una al Ramusio in data 8.agosto 1555 da Bologna in cui lo prega efiicacemente a prestare ajuto ad Antonio Manuzio fratei suo in modo che sia restituito alla patria e a’ figliuoli, dalla quale per un trascorso giovanile era sbandito; della qual cosa fa ricordanza anche lo Zeno nelle Notizie sugli Aldi. Oltre a questi evvi Iacopo Rufino da Cittadella il quale addirizza al Ramusio 1’ opuscolo: lacobi Ru/ini carmen de obitu Bar-tholomaei Eliae Patavini, ejusdemq. uxoris luctu, in funere trium nata rum . Ad Paulum Rhamnusiuni Venelum MDLIIII.' Venetiis \. Crudele n’ è la storia , perchè avendo il detto Elia padovano perduto in liti gran parte delle sue facoltà , tratto da disperazione uccise a’ 10 di giugno del 1662 tre sue figliuoline innocenti che dormivano, per non aver modo di collocarle, e poi messosi in fuga, giunto che fu al borgo Grigneo ( in vicu/n Grignaeum ) posto Ira le Alpi, si uccise. Del Rufino vedi lo Scardeone ( Antiq. Urbis Patav. p. a5o) che ricorda il caso atroce. L’opuscolo è nella Marciana . Il Rufino similmente gli dedica Carmina de pestilen-tiaVenetam urbem vexantc MDLVI. Venetiis. 15.>7. 4. opuscolo però che non vidi. Molti poi di quelli che parlarono di Giambatista il padre parlano pure di Paolo figliuo- lo., e fra questi sono: Alberici p. 72—Agostini T.TI. p 4^4 4^9— Bembo. Opere T. III. p. 124—Capacius p. 525-— Crescenzi T. II. p. 1Ó4— Cronaca Ramusiana mss.—Dogiioni p. i5o—Fracastorius i5.r>5. dopo la Vita— Fracastorius. Comin. T. I. p. XXII. 190, e fragmenta p. 96. 97. 98. Voi.II.p. 26. edit. Patav. 1820); ma vi Ita di Tantaggio un voto allo stesso Silvano fatto da Eutico liberto di entrambi gli Stazii,ciò che prova evidentissimamente esser Silvano Augusto il Dio tutelare di quella famiglia. Per altro, prosiegue il dottor Labus,non è improbabile che in qualche marmo esse non possano riferirsi altresì alla Speranza; tuttavia ciò non sarà mai nel marmo Ramusiano posto m mh-moriam di Lucio Tizio ¡''ritentino seviro ed augustale,come in memorijm di seviri sono le altre preallegate. L’uniformità poi dello stile, delle formule, e persino della distribuzione delle lettere persuade il sig. Labus che tutte sieno state dettate da un medesimo epigrafista, scolpile da uno stesso artefice, ed offerte ad una sola deità. La seconda lapide è pure nelGrutero p. GCCCLXXXIV. num. 5. ed è acche nell’ Agri Patavini inscri-ptiones (p. 81.) ove per errore di stampa leggesi MARCELLO. Comunicata anche questa da me al dottorLabus,egli osservò che il del Torre positivamente disse quamobreni ubicumque in saxis Aquile)'-ensibus limi. rin.aliquis nominaiur,nulla addila augustalitatis nota,eum nihilominus augustalem fuis-se (Mornim. V. A. p. 366.); ina ch’egli fosse in errore, anche senza ricorrere alle ragioni addotte dall Oderici (Diss. p. 107.) dal Zaccaria (Episcop. Laudensium series) dal Morcelli (de Stilo p. 18J, ne abbiamo una prova convincentissima nella lapide suddetta Ramusiana diFruentino, nella quale ilSevirs- lo colia particella et disgiuntiva è chiaramente separato e distinto dalla Àugustalità.