-295­ « tutti quei schiavoni a rinforzo delle nostre Navi, mi avanzai cc con quei ordini e preavvertenze che ricercava una tal con­ce giuntura. Ma ivi giunto trovai che il nemico aveva ceduto « il campo e con tacito ritiro si era ricoverato a Cao Cara­cc burnù. Trovai che toltone l'accidente del S. G. B. piccolo « la gente perduta sopra le altre navi non era molto disuguale cc dall'altra volta, nè tanto riflettibile per il numero che per la « qualità; ed il maggior male consistere nei legni offesi molti « di essi negli alberi e con quantità di cannonate sotto acqua « a causa del sottovento. « Il Capitano Estraordinario Contarini ripieno di coraggio « considerò tuttavia prudentemente, anco in voce che gli ni­« mici quantunque più maltrattati erano però in casa propria « e potevano da un giorno all'altro con facilità risarcirsi, che c( era bene cogliere la opportunità di far lo stesso. E se non « si fossero lasciati veder la mattina cercar noi pure qualche cc luogo per rassettare le nostre Navi massime alcune delle no­« leggiate che ultimamente avevano dovuto poggiare. La Ve­« nere che era in cattivo stato ed il Redentore che si trovava cc affatto inabile se fosse accorsa nuova occasione. Approvò « spezialmente il portò di Sigri sull'isola stessa di Metelino, c( ed io vi concorsi come a luogo dove potevano stare le Galere cc e le Navi, proprio per suplire alle occorrenze, continuar la c( gelosia al nemico e fargli conoscere che non si voleva allon­« tanarsi dalle acque senza aver finito di vincere )). Ma appena in mare libero si scatenò una furiosa tempe­sta da Scirocco che disperse la flotta la quale riuscì a riumrsI solo dopo tre giorni nell'isola di Schiro e ritornare poscia in Morea. Il Molin scrisse subito al Senato prospettando l'inconve­niente grave che il Capitano Generale alzasse la sua insegna su una galera. Nel suo rapporto sosteneva che il vascello era il solo strumento per conservare il dominio del mare, che anche il Turco aveva assai ridotto il numero delle galere men­tre il numero dei vascelli era stato sempre accresciuto. Che era troppo difficile la navigazione di conserva tra i due tipi di navi e che in combattimento poi quelle a remi erano dannose e specialmente le galeazze per il fatto che immobilizzavano le galere che dovevano rimorchiarle.