CORPUS ro del tempio de'ss. Giovanni e Paolo, la quale pone la morte del nostro vescovo nel 1409, che venne malamente copiata dal Palfero coll’anno 1459, e che recando scolpito il cognome Partita e non Tomm asini fece credere ad Apostolo Zeno che il vescovo Tommaso Paruta fosse affatto differente dal vescovo Tommaso Tomma-sini, che abbiamo veduto essere uno stesso il quale con ambidue i cognomi era chiamato. Lo scultore fece così selfnems . Palfero copiò male s reverendissimi p. d. tomasij toma-si ni. ... e madij invece di marcii. 3 MATTHEO ZANTANI ANTONII | VIRI CLA-RISS. FILIO W MEDIO METHONI | FORO DVM PRAEFECTVS PRO PATRIA | VIRILI-TER PVGNARET A TVRGIS | INTERFECTI | MARCVS LEONARDVS | ET LAVRENTIVS FRATRI OPTIMO | SIH1QVE ET POSTERIS B. M. P. | MDXXXXIII. Abbiamo in questa epigrafe nominati quattro personaggi, cioè Matteo, Mahco, Leonardo e Lohenzo fratelli, figliuoli di Amorno della patrizia famiglia Zantaici, detta anche Centanj e Zentani . Matteo del 1^09 era castellano di Bre ossia Breno nella Valcamonica. Per sollevazion di que’popoli gli convenne fuggire a piedi, e giungere in Venezia nel 5o maggio di quell’anno. Marino Sanuto nei suoi diarii mss. Lib. Vili, p. 25 narra la cosa; Giouse in questa terra s. Matio 'Lantani q. s. Antonio vien Castelam di lire di Valchamunega . Quelli di la vale si sublevono et ebbeno la rocha a nome del re di franza et il Castelam vene per monti e. capitò qui et per esser venuto per terra le gambe se irifìono adeo non potè ussir di ca-xa . IVel 1553 e »309 trovavasi podestà e ca-pitanio di Feltre, registrato dal Bertondelli (llistoria della città di Feltre . Venetìa i G7 3, 4-° a p. 200, 2.r>6 ). Secondo i Necrologi Mar-ciani Matteo mori del 1142; cosicché l’anno dell’epigrafe è dell’erezion della tomba. Marco era podestà e capitanio a Trevigi nell’anno 1Ó24, leggendosi in quella ciltà una breve epigrafe che ’1 ricorda, riportata da Bartolomeo Burchellati a p. .127 del libro Com-mentariorum Memarabilium -Tarvisii 1616, 4.0 . In una cronaca mss. del secolo XVI posseduta dal canonico Corrier , contenente la storia Trivigiana dal 420 fino al 1048, a p- 58. DOMINI. i3 t.° leggo che sotto ms. Marco Centani xx se-tebrio i5a5 fo fatto il relogio sopra la lo-zeta in piaza et molti pozuoli nel palazo et molte botege sotto il palazo et fecce adornar il palazo de le arme deli mag. rettori et fo saliza il terragio et fitto un To-rion alla boteniga p defension de la citta . Fu anche Capo de’ X nel la^1 ; e nel 15 t7 era consigliere del doge Lorenzo-Priuli, siccome nota Alessandro Cappellai nel Campidoglio. Leonardo anch’egli resse Feltre qual podestà e capitanio nel 1556 ( Bertondelli p. 255. ) Ma quegli eh’ è più illustre, e che quasi martire della patria abbiamo a considerare, si è Antonio il padre, che fu figliuolo di Marco q. Nicolò, e di Barbarella Troncon ( Alberi Barbaro ms. Priuli ) . Castellano di Scutari nell’Albania la prima volta che i Turchi po-servi l’assedio (nel >474) sostenne con indi-cibil valore la fame e l’inimico, e con sua gloria perpetua artificiosamente ne cacciò le genti e l’assedio . Imperciocché ( stando alle parole del Sansovino ) « avendo esso per molti « giorni con l’esempio di sé medesimo fatto « veder a que’ popoli che nelle difficoltà, che » son granai, 1’ uomo prudente dimostra la « sua virtù molto maggiore; considerando che » il Turco ( per la carestia eh’ era nella città « delle cose ) sperava farsene vincitore, in-» grasso alquanti castrati, e quelli facendo vi-» sta che fuggiti fossero, mise fuori di Scuta-» ri. 1 Barbari che non intesero T artificio del-« l’astuto capitano, pensarono, veduti gli ani-» mali, che non dovesse mancar da mangia* » re a’ soldati, laonde disperati, partendosi ta-5’ citamente, levarono l’assedio e la guerra » . Stia però nel Sansovino la fede di questa arguzia; e noi tanto men vi prestiamo credenza quanto che sappiamo che non cosi vilmente levaron essi 1’ assedio, ina si dopo esser stati rotti dal valore di Antonio Loredano, e aver perciò disperato della conquista della città . Narra poscia il Sansovino, ( e le parole sue vengono autenticate e dagl’istoriai e dall* inscrizione ) che il Zantani già governato!- di Modone, veggendo nel 1Ó00 occupata dai barbari quella città, che lungamente aveva con virtuosa industria difesa, armato piìc di valor che di ferro, solo s’espose alla furia dell’inimico, si che morendo nel mezzo della piazza ( in medio methoni foro ) volle conservar la libertà, la quale niuno uomo di cuore non lasciò giammai perdere senza la vita . Nè sì conveniva meno a così fatto capitano, concio*