S. LOI dal libro d’oro dell’anno mdcclxvi a p. 128; il perché devesi correggere e il Tentori che scrisse 18 dicembre ( T. JJI, p. 54 ), e il Zuc-chini che anticipò di un anno la elezione ( Voi. II, p. 5oy ). Tel solenne suo ingresso abbiamo due Orazioni 1’ una latina , 1’ altra italiana . La prima è: Ad loannem Columbum equitcm magnum venetae reipublicae cancella-rìum cum in pub/icam lucem solemni more, prodiret Oratio Sebastiani Franzoni. Venetiis Garbo 1766 4. L’ altra di Pierantonio Gra-tarol, del quale feci menzione fralle epigrafi di san Domenico di Castello num. 18. Ambi-due parlano della famiglia di Giovanni e nominano fra gl’ illustri due zii suoi cioè Gian-nalberto Colombo segretario d’ ambasciata due volte alla Porta Ottomana, e Iacopo esempio memorabile di costanza , il quale dopo quattro volte che fu alla stessa corte di Costantinopoli in ambasciata, fu fatto languire dai barbari sotto il peso delle catene nelle torri, da dove poi venne tolto. Anche il celebre Gasparo Gozzi raccolse parecchie buone poesie in cotesta occasione e dedicolle allo stesso Gran Cancelliere ( Venezia Garbo 1766). Fralli Codici già posseduti dal nobile uomo Da Ponte, eran-vi ( per testimonianza che me ne fa il signor abate Bettio ) dodici Dispacci da Giovanni Colombo scritti al Senato di Venezia mentre era stato inviato alla Repubblica de’ Grigioni per trattare P aprimento della montagna di san Marco, ed eran datati dal 20 giugno al 3 settembre 1762. Rilevavasì da essi, che ricercato da’ Grigioni a’ Veneziani un ministro per determinare il modo di formare una strada sulla detta montagna, appena giunto il Colombo a Coira intese il Trattato conchiuso fra li Grigioni stessi e la Casa d’Austria, perlochè cessò il soggetto d’ ogni accordo co’ Veneziani, e fu poi questo il motivo per cui vennero nel 1766 dalla città nostra espulsi i Grigioni, che n’ erano da molti anni alleati. Mori il Colombo nel 4 marzo 1772 come dal necrologio di san Severo in cui si legge: adì 5 marzo 1772. Sua eccellenza Giovanni Colombo K. q. Mattio cancellier grande d’ anni 58 soggetto da tre anni attaccato da un anno a questa parte da tabe universale con sospetto di piagha nella visica passò da questa a V altra vita jeri sera alle, ore una di notte, e ciò da fede giurata del eccellente Conegliano M. F. Non tacquero pure le penne alla morte del Colombo, e Gabriele Arcangelo Zavanti veneto cittadino recitò in iENZO. ."7Sa quest’ occasione una latina Orazione che fu nel 1772 impressa dal Pasinelli in 4- Se prestiam fede alle parole di Pierantonio Gratarol nella detta Orazione, Teresa del Conte moglie del nostro Colombo che le diede sepoltura nel 1769, fu donna le cui virtù, pellegrine, la grandezza dell' animo , la candidezza del cuore , il dolce genio, la mente serena, la dodi natura, la nobil modestia, la dignità temperata di gentile e piano costume, V intelletto che sa ricevere le più difficili cognizioni, 1' ingegno nelle storie coltivato, le più dotte lingue straniere , il senno virile ec. la fece degna erede de’ suoi maggiori illustri. Quand’ anche vogliasi che il Gratarolo tenero del bel sesso abbia in coteste laudi largheggiato, qualche cosa però di vero rimarrà sempre in onore della signora Teresa. ao R. D. | IO. MATTHAET ASVLA I DIV. SEVER. CAP. | MVSI.EMIN. | H1C | OSSA.QVIESC. | IN EXTR. I VSQ. DIEM | OBIT. CAL. OCT. 1 M.D.CIX. Si legge sul pavimento sopra uno de’quadri di marmo a dritta della porta maggiore entrando in chiesa, vicina alla pila dell’acqua benedetta . Giammatteo Asol» veronese era dapprima entrato nella Congregazione de’canonici secolari di san Georgio in Alga, dalla quale poi si levò nel 156g per non sottostare alla professione de’ tre voti sustanziali, comandata da Pio V con diploma 17 novembre 1568, e preferì di servire a Dio in istato libero; della qual cosa fa ricordanza il Tommasini ( Annales ec. p. 556). In effetto per molti anni egli fu cappellano curato della chiesa ora soppressa di san Severo, e in questa carica morì. L’inscrizione il dice musico eminente , e il Tommasini nel chiamarlo uomo rarioris notae, lo dice anche musicus celeberrimus. Della sua scienza egli diede saggi nell’opere sue stampate, delle quali due ho io pure vedute, cioè : 1. Officium defunctorum addito canticum 7jac-chariae quatuor vocibus per R. D. lo. Mat-tliaeum Asulam veronen. editum. Venetiis apud lìicciardum Amadinum 1610. 8 Non è però questa la prima edizione , perchè ho veduta la parte del Basso di questo libro im-