LA CERTOSA. Antonio figlio di Domenico q. Taolo Contari-ni trovasi nelle genealogie patrizie di M. Barbaro e di Alessandro Cappella«. Domenico del 1410 era podestà e capitanio a Belluno dove da febbre assalito mori a’9 di ottobre di quell’ anno. Così segua il Cappella» . Il mss. Beggi-menli lo pose all’anno 1418. c Domenego Contarmi Mazorj con errore però, giacché anche il Piloni lo mette all'anno i4°9- Evstachio che volgarmente noi diciamo Stae, e con tal nome trovasi per lo più negli alberi patrizii, era figliuolo di Luca q. Donato Tron, e fratello del doge Nicolò Tron, di cui veggan-si le inscrizioni della chiesa de’Frari. Aveva egli per moglie Maria Contarmi figliuola del detto Antonio q. Domenico . Ecco il motivo poi cui la tomba era comune . La inscrizione ho letta sul marmo fino alla parola tkrono, e giaceva in un magazzino spettante già al monastero. Palfero malamente me ìACRT cORPrs ec. e 1’ anno mccccxxxxiu. Il Sansovino (Lib. V. p. 81. Venezia') ricorda essere qui sepolto « Dionigi Contarmi ora-« tor celebre del suo tempo, dalla cui scuola « uscirono i primi oratori della città. 11 quale ” morendo dopo molti honori conseguiti nella » repubblica lasciò come testimoni del suo va-« lore Andrea huomo di grande eloquenza che ■>•> superò tutti gli altri nelle cose criminali, Af-r colò che mori per la peste passata ( 1 576) » Gian Battista, et Paolo il quale l’anno «571 « salvò con la virtù et con la grandezza dell’ a-•>1 nimo suo l’isola del Zante dall’ armi turche-« sche» . Dionigi, secondo le genealogie di M. Barbaro, era figliuolo di Andrea q. Dionigi Contarmi. Ebbe otto figliuoli, di due de’ quali, cioè di Giambatista e di Paolo, parla anche con laude lo storico Paolo Paruta nell’istoria della Guerra di Cipro ( Venezia . Lovisa 1718 p. 191, 239 ec. ) essendoché Giambatista so-praccomito investi una galea nemica, e gettolla a fondo; e governatore di galea incontratosi in una banda delle nostre genti che fuggivano, le fece fermare, e spintosi arditamente sostenne, e ributtò i nemici. Sussiste tuttavia questo ramo della casa Contarini da Dionisio direttamente discendente , nel ciambellano, e consigliere di Governo conte Giambatista figliuolo di Bertucci, e nei fratelli suoi conti Nicolò, e Marco Con-tarini vice segretario di Governo. 3o D. O. M. | IACOBVS SVPERANTIO 1 IOANNIS EQVITIS ET PROCVRAT. | FILIVS | OBYT ANNO MDC.TL.VI | MEN. OCTOBR. | AETATIS SVAE LXXXII. ) IOANNES EQVES ANDREAS ET | HIERONYMVS NEPOTES | EX TESTAMENTO . Iacopo Soranzo ( Superantius ) fu figliuolo di Giovanni cavaliere e procuratore q. Francesco . Ebbe fratello Lorenzo, dal quale nacquero Giovanni cavaliere, Andrea, e Girolamo. Di G iovanni cavalier e procuratore veggansi le Inscrizioni della chiesa di s. Giustina . Iacopo nacque nel 1067, fu ragguardevole senatore, e come nota il genealogista Cappella-ri, ambasciatore nel 1614 presso gli stati di Olanda. Mori del 1 €>49 d’ ann* concordando coll’epigrafe gli Alberi patrizii. Giovanni suo nipote, figlio di Lorenzo, fu cavaliere e senatore amplissimo, nato nel 1600. In patria coprì con lode i principali magistrati. Fuori fu invialo bailo a Costantinopoli nel i644-Quali vicende siengli quivi accadute è diffusa-menle narrato dagli storici. L’Isola di Candia era da gran tempo desiderata da’ Turchi, ed ogni pretesto trovavano per rompere la pace colla repubblica . Diedero a ciò una maggiore spinta i Cavalieri di Malta, che avevan predato una ricca Caravana della Mecca. Il bailo Soranzo chiamato dal Divano a renderne conto, protestò a voce ed in iscritto che le armi della repubblica non avevano avuta alcuna parte nell’avvenimento. Sembrò acquietarsi il Divano alle ingenue risposte del bailo: ma frattanto allestita una grossa armata si rivolsero i nemici a’ lidi di Candia, e la invasero, piantando 'il campo loro poco di lungi dalla Canea, e ciò fu nel assicurandosi contemporaneamente della persona del bailo che custodii* fecero in sua casa da apposite guardie. I veneti si difesero valorosamente, ma la superiorità delle forze nimiche fece loro perdere la Canea . lbraim il Gran Signore nel seguente 1G46 riflettuto avendo all* oro profuso,-.e alle milizie sagrificate per l’acquisto di una sola piazza fece strozzare il Se-lictar, depose il Visir, e ordinò che fosse mozzato il capo al bailo Soranzo, se non che ritrattato l’iniquo decreto tramutò la morte colla prigionia nelle sette Torri, indi colla custodia nella propria abitazione. Frattanto il bailo era ricercato da’ nemici di trattar per la pace, e di far si che cessa venisse Candia, ma ingiuste le condì-