S. NICOLO DI CASTELLO. V 1 M. CCGCC. III. DIE XXV. MARCII DEDICATIO HVIVS ECCLEX1E Epoca della consacrazione che trovo nelli mss. Sasso e Curti, e che fa stampata anche a pag. 91 del Giornale per Vanno 1799 con la serie di tutti i sacerdoti componenti il clero Veneto . Venezia per Antonio Rosa . 2 Q VIETI . ET . MEMORIAE | CAELESTINI. VVLPI. BERGOMATIS J CLERICI . REGVLA-RIS . SOMASCHENSIS | QVI. JAM . PER . AN-NOS . XIV | SEMINARII . PATRIARCHALIS . RECTOR . I CVM . SVI. ORDINIS . IN . VENETA . PROVINCIA ! TERTIVM.MODERATOR 1 HVIC . QVOQVE . SEMINARIO . PRAEESSETl RELIGIONIS . PRVDENTIAE . HVMANITATIS 1 LAVDEM . EXIMI AM . ADEPTVS ! KAL. JAN. ANNI . MDCCCV. I AETATIS . SVAE . LXI. I DECESSIT | SODALES . MOESTISSIMI . PO-SVERE Questa leggevasi in marmo sul pavimento . È dettata dall’ ab. don Jacopo Morelli Bibliotecario che fu della Marciana , ed io la traggo dal Discorso scritto dall’ ab. Giannantonio Moschi-ni intorno il Seminario patriarcale di S. Cipriano di Murano. Venezia. Alvisopoli 1817. a P 3?- . Ad illustrare convenientemente questa iscrizione io non posso meglio che dar qui una lettera in risposta che a me si compiacque dirigere il suddetto ab. Moschini, in data 25 agosto 1828. « Sebbene per la stima che fo di lei, da parecchi anni, e per la gratitudine che le professo , io sia sempre pronto a secondare ogni suo letterario desiderio, quando dal mio corto ingegno si possa: ciò non ostante non lo avrei fatto giammai con maggior piacere, che nella presente circostanza , in cui ella ricerca che io doni qualche poco di luce alla epigrafe sepolcrale del Fadre don Celestino Volpi C. R. S. È questi, o mio buon amico, l’ottimo Somasco che me, divenuto voglioso di vivere ecclesiastica vita ritirata, vestì delle insegne di santo Girolamo Miani; che me, dopo quatti’anni legato con i voti solenni, volle uno de’maestri di questo Seminario , del quale egli era benemerito rettore; che me, poco più che quadrilustre con i suoi consigli e lumi sostenne nell’ officio, allora assai arduo, dell’ insegnare le belle lettere ad una turba di discepoli provetti della età e del sapere ; e che a dir brieve, favorendomi per ogni maniera, mi rendette non discaro e non ignoto. Ora ella può figurare, che 1’ animo tuttavia mi si commuove, mentre scrivo di quest’ uomo cui debbo la tranquilla e beata vita, che ò sempre condotta. Celestino Volpi nacque di onesta e comoda famiglia il di quarto di marzo dell’ anno 1744 da Giuseppe e da Elisabetta Segalini, a Somasca, nel territorio bergamasco: terra , cui diede celebrità il santo Girolamo Miani, che ci condusse gli ultimi anni della penitenziale sua vita , e che là morendo la rendette un Santuario frequentatissimo e ve-neratissimo. Studiò le belle lettere in Milano presso gli Oblati, che sovente veniva ricordando con gratitudine : i quali lo innamorarono a perdizione della lingua del Lazio, e gli rendettero alla mente dimestici Livio e Tullio. Pigliata voglia di divenire uno de’ Somaschi, i quali egli vedeva, si presso la sua casa, tenuti in molta venerazione, ne vestì 1’ abito; e venne poi in questa Casa agli studii filosofici e teologici, a’ quali si aggiungeva quello della greca letteratura. In mezzo a questi studii colto da gagliardo dolore di testa, dovette, a malincuore, obbedire al medico comandamento di sottomettersi ad una cavata di sangue. Che non lo si fosse fatto! Allora si compiè ciò che il celebre dottore Pasta, innanzi che questi partisse di Bergamo, gli aveva predetto: che una cavata di sangue lo rumerebbe così da metterne lagno per tutto il corso della vita. E di fatti, Celestino, appresso, non potè più ap-