S. ZACCARIA . mario delle cose contenute nella Pratica del giureconsulto Giampietro de’ Ferrari . Il libro ( che però non vidi ) trovo in un catalogo cosi citato. Practica Io. Petri Ferrary Papiensis J. C. ec. cui accesserunt doctissimae re rum su nini ae auctore Io. Riccio Veneto J. C. Lugduni per Io. Franciscum de Gabiano 1556- /». Del Riccio nostro fa menzione il Sansovino ( Lib. XIII- p. 276 tergo) ove il chiama giurisconsul• to et cronista celebre e dice che pubblicò il detto Sommario ; il Foscarini ( Letteratura p. 23. 47 ) sull’autorità del Tommasini; l’Agostini T. I. 128. Notizie ; e Apostolo Zeno nella Bibl. Font. T. I. 475 ove per ¡sbaglio dice cheil Valga era ambasciatore presso la nostra Repubblica; e il faceto Andrea Calmo addi izza una lettera al Riccio cosi: alle verdizante fronde de la scientia e tabernacolo de 1' amorevolezza V eccelentìssimo M. Zuane Rizzo D. in utroque jurìs.( Lettere Calmo p. 22. a3. 24. Lib. II. ediz. 1563. 8). In essa lodasi l’eloquenza del Riccio , e il genio suo per li giardini. Un Giovanni Riccio pur Veneziano, trovasi nello stesso Sansovino (Lib. XIII. 254) essere vissuto all’anno i5oi sotto il doge Leonardo Loredano, e che stampò alcune annotazioni sopra il sogno di Scipione. Questi è certamente diverso dal primo, quando però non ci fosse uno sbaglio nel Sansovino e invece di Riccio legger si dovesse Bivio del qual Rivio ho detto qualche cosa fralle inscrizioni di santa Marina al num. 3i. Un altro Giovanni Riccio sacerdote nostro all’ anno 1670 si registra dal Superbi (Lib. HI. 137 ) come nella humanità eccellentissimo, che lesse moli’ anni pubicamente nella patria con molta sua lode , et anche privatamente , e che lasciò ; Orationi funebri, Epistole latine diverse , Epigrammi et altro. In effetto di un Giovanni Riccio di questo tempo stanno varie epistole in un codice ch’era già di Apostolo Zeno, ed oggi è nella Marciana libreria, cartaceo in 4- piccolo . Ma non si dice che fosse sacerdote, e le lettere, che son volgari colla corrispondente versione in latino, sembrano scritte solo per esercizio , e per dar precetti di morale filosofia dalla cattedra, nulla contenendo di curioso , o di storico , o di particolare . Si fingono dirette a vaiii personaggi per lo più della classe patrizia che forse saranno stati discepoli del Riccio,-e la data loro è dal 22 dicembre 1575 al 2 agosto i‘>74- Ha poi sbagliato il Superbi nel dire che questo prete Giovanni Rìccio 1570 riposa* in san Zaccaria ove si legge: Sic iacf.t xAmus ri*. ec. perchè vedemmo ebe l’iscrizione spetta all’ arcidiacono Rizzo che visse più d’un secolo innanzi. AVGVSTINO GRADONICO PATRIAR_.... ^ . QVILi ANDREAS FRATER | OB. ANO DNI XXIX. DIE XXV. SEP.' Giace questo sigillo sepolcrale, di cui qualche lettera è corrosa, in mezzo la chiesa a’gradini della Cappella maggiore . Aveva monsignor Agostino Gradenigo patriarca di Aquileja qui sepolto (del quale ho parlato fralle epigrafi del Corpus Domini ) ordinato nel suo Testamento che si erigesse in questa chiesa di san Zaccaria una Cappella ; ma del 18 novembre 1629 Andrea suo fratello fece istanza al Capitolo delle Monache, perchè non potendosi Jar la Cappella ordinata voglia permettere che sia fatta la sepoltura innanzi all’altare del Santissimo con epitaffio nel muro appresso il coro; epitaffio che oggi non si vede. E col testamento dell’anno 1629 b dicembre* il detto Andrea ordina d’ essere anch’ egli col fratello patriarca qui sepolto, lasciando danaro parte per far celebrar messe, parte per la costruzione dell’arca, la quale però del 17 marzo i63® non era ancor cominciata, come da intimazione fatta dal capitolo agli eredi Gradenigo. Ciò tutto si ha dal T. I, p. 111, 56o. del INachi. La famiglia stessa aveva un’altra tomba in questa chiesa inanzi ab l’altar di san Zaccaria, la quale era stata concessa dal capitolo, giusta l’istanza fatta da’ fratelli Agostino ed Andrea Gradenigo, onde collocarvi il corpo di Laura Valier loro madre, e di Giorgio Gradenigo loro padre, già defonti; quest’ istanza ha la data 12 giugno 16oo, come dal Nachi T. I, p, 109. 56o. Andrea Gradenigo f. di Giorgio e fratello del patriarca, fu senatore, e del 1C22--25 era sindico ed inquisitore nella provincia del-Friuli . ( Palladio. Storia, P. II, p. 277 ).. Abbiamo una epistola di Giorgio al detto Andrea suo figliuo- lo, nella quale dottamente discorre del frutto che si può trarre dalla Lezione di Virgilio ed Omero per le azioni umane, e della regola degli affetti intorno ad esse. È senza data, e sta a pag. 313 della terza parte dell’ Idea del Segretario di Bartolomeo Zucchi. Venetia 1614, 4. appresso Pietro DusinellL.