66 IV CERTOSA. Francesco Grimani figliuolo eli Pietro da una figlia di Andrea Diedo ebbe quattro figliuoli , cioè Marcantonio, Vincenzo, Pietro, ed Andrea, i quali sono nominati in questa epigrafe che cogli alberi Barbaro e Cappellari concorda. Francesco era detto Scipione, e fu senatore sputatissimo. Di lui altro non so. Pietro suo padre troveremlo ricordato fra le inscrizioni della chiesa de’ Frari . Fra quelle di san Sebastiano facciam parola di Marcantonio; e di Pietro suo fratello vedrem menzione fra quelle della chiesa di s. Giobbe. Di Andrea trovo solo che mori del 1565. Quindi parlando di Vincenzo, altro figliuolo di Francesco , egli fu eletto a procurator di san Marco de Citra nel 19 aprile i iiig avendo nella pubblica cassa versato ottomila ducati, secondo il Cornaro ( T. X. p. 55o) e il Meschinello (T. ///. p. io5 ) , ma secondo le genealogie del Barbaro, sedicimila; ponendo poi il Cornaro la elezione non nel 19, ma nel a8 aprile . A Carlo V nel 1.535, che tornando vincitore dall’ Africa s’ era fermato a svernare in Napoli, la repubblica unendo il proprio all* altrui giubilo mandò straordinario ambasciatore il Grimani con Marco Foscari, Giovanni Delfino, e Tommaso Contarini (Paruta T. i. p. 6.4.1 ); e per raffermare la pace , la quale per alcuni spiacevoli accidenti succeduti nel golfo, erasi interrotta, mandollo nel «537 O,,atore a Solimano; riusci però inutile la di lui missione: tanfo era esacerbalo l’animo di quello contea’ Veneziani (ivi p 694 685 693). Tenutosi nel i53y un congresso di pace in Francia tra Francesco I re e l’imperatore , fu il Grimani uno de’ due ambasciatori dal veneto governo inviati per ringraziare il re cristianissimo, e Cesare dello aver comunicati al Senato i proprii pensieri, e per eccitarli a provvedere a’pericoli della cristiana repubblica ( ivi T. 11. p. 109.) L’anno 1.542 nella venuta di Carlo V in Italia andò il Grimani ad incontrarlo a’confini del territorio Veronese insieme con Giannantonio Vernerò , Nicolò Tiepolo . e Marcantonio Contarini, e con grande onore ricevettero ed accompa-gnaronlo mentre passò per gli stati nostri (ivi p. 15Ti). In questo anno ottenne il Grimani da Francesco 1 di poter inquartare un giglio dell’ arme di Francia nel proprio stemma: L’ onorevolissimo decreto, nel quale si enumerano i buoni uflicii fatti presso il re per la signoria di Venezia , è datato da Fontainebleau 1’ anno 1.542, e stassi trascritto anche nelle genealogie di M. Barbaro. Finalmente dopo essere stato uno de’Conservatori della Congregazione de’ca-nonici secolari di s Georgio in Alga nel » 545» secondo che lasciò scritto ilTomasini ( dnnates p. 49^)» passò di questa vita nel susseguente 1.546. La inscrizione si ha dal Sansovino ( lib. V. p. 81. ) e dal Palfero . e dal Gradenigo che ho seguilo per le divisioni , e anche per li giorni eh’egli pone XXVI, mentre gli altri mettono XX11I. 8 ANTONIO VINCIGVERRAE VIRO DOTTRINA ELOQVENTIA FIDE ET INTEGRITATE APVD VENETVM SENATVM CLARISS. ME. T. I. MDXVTI. Antonio Vinciguerra (latino anche Vinciveìu) sopranominato Cronico ( Chronicvs ) cittadino Veneziano era di famiglia originaria di Recanati. Fin dal 1468 fu ascritto come notajo estraordinario nella ducal cancellarla, e gradatamente poi per lo valore con cui maneggio varii ed importanti affari commessigli ascese al grado di segretario del Consiglio de’dieci. Verso il 1470 ebbe ordine dal senato di stendere una tavola geografica del Friuli, e in questa occasione descrisse qual fosse il vero corso del fiume Ti-mavo che malamente era stato inteso dal Biondo e da altri Di ciò serbaci notizia Georgio Menila nelle sue narrazioni contra i commenti di Domizio Calderino sopra Marciale (1 ). (1) Ecco lo squarcio del Merula che ciò indica. Quid de Timavo turn ex lectione veterum turn ex inquisitions diligenter nostro rum hominum subiungam .... lìlud in primis mirar B/undum egregium alioquin Italiae ruinarum illustratorem a/firmare Ti/riavuta eum esse fluvium quem nostri homines Brentani appellant____Timavus autem per aquileiensem agrum labitur, et mersus post viginti milia passuum exit auctore Plinio. Strabo quoque Possido-nium sequutus Timavum subire terras tradii, influii autem in mare pluribus hostiis, quae a e. cola e Tergestini sinus fonticulos dicunt, quoniam instar fontium emittunt aquas, ex adverso quorum est insula parva in mari cum aquis calidis quae pariter cum acstu maris crescimi minuunturq. et nunc balnea Mentis Falconis appellantur, hoc nuper cognitum est di-