LA CERTOSA. constami che alcuna di queste opere sue sia alle stampe. Questa Orazione è parimenti accennata dal Sanuto nei Diarii ( voi. xxxiv, p. 101, >07 ) dicendo ser Ferigo Valaresso di 5. Pollo fece la Oratione alla longa laudo molto chel hauia fato danarj assai e sopra questo se dilato molto e cussi in le laude dii Jtol car-drnal, (cioè Domenico Grirnani). Amorevolissimo egli era della patria, e questo amore spinselo ad opporsi alla proposizione che fe-cer gli elettori del doge nella persona di Mar cantonio Trivisano ; avendo il Valaresso sostenuto che questi era bensi uomo di gran credito, dignità e bontà, ma che appunto per esser troppo buono, mancavangli alcuni requisiti che si ricercano a ben condurre un Principato. Ciò nondimanco fu scelto il Trivisano, la cui modestia e sincerità d’animo erano piaciute al Consiglio anche in questa occasione, e al Va-laresso rimase sempre la lode di aver parlato non per far male a lui, ma per recar bene alla Patria. La dottrina sua procacciogli l’amicizia di parecchi celebri uomini, fra cui è Giampietro Crasso da Cologna, vescovo di Viterbo , il quale nel 1555 raccomandandogli per lettera una sua catosa, ricorda i comuni studii fatti, e dice ; tua est civibus tuis ut cognita sic clara virtas, tua vcx nobis prò multis testimoniis erit; Bernardo Navagero suo collega ne’ magistrati ; Iacopo Barbo, Antonio Longo, Marin Cavalli, Antonio Suriano, Gasparo Contarini che fu cardinale, ec. Venne a morte nel primo genna- io 1572, come da’ necrologi Marciani risulta . Di lui fanno menzione: Il Sansovino ( lib. xitr, p. 255, 272 ). Pietro Giustiniano ( lib. xiii, p. 5o5.57oediz. 1671). Paolo ParutaC&or/tf, lib.v, p. 36y). L’Alberici (Catal.Scritt. Venez. p. 26). 31 Superbi (Trionfo ec. lib. ih, p. 65). Agostin Valier cardin. nel libro de Cautione ec. ( Co-jninus 17 19, pag. 77 ). Lodovico Fulgineo nella lettera con cui dedica a Lorenzo Massa An-tonii Hiccoboni Rhodighiai I. C. Oration.es de-cem. Patavii, lijo, 8.° Vincenzo Brusantino ( Angelica innamorata■ Canto xxxm. Venezia ainun. pag. 557 ). 11 libro: Epistolae dar. virar. Venetiis i568, pag. 91 . Il Riccoboni ( De Gymnasio Patavino, mdiic a p. 9 ) . Gio: Battista Sabbioni nella Vita di Gio. Pietro Crasso premessa all’ opuscolo Io. Petri Crassi quae apud nos extant. Coloniae Venetor. 1765, 8°, e nella Dissertazione sui Letterati Colognesi ( Opusc. Caloger. T XIV, p. 65, 75 ). É ricordato anche come Revisore del libro : Recens Lutherqnorum oppugnatio per magistrum Pe- truni At/relium Sanutmn Venetum Ar;gu.stiri ianum . Aldus i545, 4.0, e soprattutti lo encomia Nicolò Crasso iunio re (Elogia patritiorum Venetorum„ Venetiis mdcxti. a pag. 44- L’ epigrafe ho cavata dal Palfero e dal Gra-denigo seguendo quest’ ultimo nelle abbreviature e divisioni . Palfero dice anno domini . HOSPES AMICE. SCIRE SI CVPIS QVI SIM . LEONARDVS IVSTINIANVS PROC. S. MARCI S1TVS.HIC SVM . PLVRA DE ME MIHI NON LICET . AB ALIIS FORTASSE_PLVRA SI CVPIS SCIES . AN. 1446 MENSE NBRIS. Leonahdo Givstinuno fu figliuolo di Bernardo senatore q Pietro procuratore, e di una donna di casa Querini, che altri nominano Maria, altri Querina, e nacque circa il iritìS. Privo rimasto nella sua adolescenza del padre, ed educato dalla madre, donna di singolare pietà, riusci modello di onestà, di prudenza e di religione . Ebbe a maestro il celebre Guarino Veronese nelle due lingue greca e latina; e nella greca specialmente fece tale profitto che venuto essendo a Venezia nel >4*3 Giovanni Paleólogo imperatore di Costantinopoli, ed essendo stato scelto a complimentarlo in lingua greca insieme con Francesco Barbaro, lasciarono-ambedue in forse se dalla scuola di Guarino, o se piuttosto da. quella di Omero fossero usciti. Nell’ Università di Padova apprese la Filosofia, onde di lei riempi e le sue lettere e ogni altro suo scritto. In fatti le poche ore che gli sopravvanzavano da’ pubblici e da’ privati affari occupavale nelle cose letterarie, ritirandosi sovente in un ameno suo luogo nell’ isola di Murano lungi dagli strepiti della città . Fra i pubblici da lui coperti incarichi è quello di Avvogador di Comune nel i42°ì e quello di Luogotenente in Udine nel \lfii. Era Consigliere e Savio del Consiglio circa gli anni 1458 e 1442, e giunse al grado di procurator di san Marco a’ 29 dicembre 144^ • Gli si accrebbero allora le pubbliche cure, sicché pochissimo tempo gli rimaneva a riprendere i tralasciati studii, certo essendo che in Senato rade volte tacea, e che anzi colla eloquenza e colla maestà del dire incatenava gli animi degli ascoltatori . Che se una crudele cecità sopravvenutagli lo privò di poter usare de’ preziosi codici sì latini, che greci, i quali possedeva, non gl’im-pedì però di attendere incessantemente allo Sta-