S. ZACCARIA. Quando e da chi siasi recato in Venezia il corpo di santo Zaccaria ho accennato nel proemio alla presente chiesa ; e chi più particola-rizzata ne volesse la storia legga il Cornaro a p. 3o8 e segg e alla pag. 5i5 in cui osserva non essere integro questo sacro corpo. ¡Non fu però sempre in questo sito collocato, perchè compiuta la fabbrica della nuova chiesa esso e gli altri santi corpi di Leone, di Gregorio, di Pancrazio , di Nereo, di Archileo, di Teodoro , di Sabina furono 1' anno i5g5 levati dalla vecchia chiesa ove giacevano (vedi i num. 5. 6. 8. 44- 46. 48) e riposti nella presente nuova sugli altari loro assegnati . Questa traslazione che fu solenne è descritta dal Bozzoni nel Si-lentio di s. Zaccaria snodato , a pag. 90; è accennata dallo Stringa nelle addizioni al Sanso-vino ( p. >35) ed è effigiata in un quadro di Antonio Zanchi che sta nella mezza luna sopra la porta della sagrestia. Nel Tomo I. p. 61 dell’indice del p. Nachi sotto la data 5 settembre i665. si nota una Relazione della traslazione del corpo di s. Zaccaria dalla vecchia cassa di legno nella nuova di marmo ; cosicché in quest’ epoca si deduce essere stata scolpita 1’ urna in cui oggi riposa il santo; comunque 1 altare,come si è detto, sia stato eretto nel 1D99. Questa ricognizione e riposizione fatta sotto il patriarca Gianfrancesco ¡Vlorosini è descritta anche in un documento il quale si conserva nella stessa cassa del santo; documento che mi assicura aver veduto , ma non aver potuto trascrivere , il sacerdote don Guglielmo Wambel altra volta da me in quest’ opera lodato per lo zelo suo nella custodia delle sacre reliquie . 5 CORPVS | S. GREGORII PP. M. Sopra l’altar primo situato dietro il coro stassi un’ urna colla detta epigrafe. Fu già dal volgo creduto che questo corpo fosse di Gregorio Nazianzeno, e l’inscrizione lo dice di Gregorio Papa. L’erudito Cornaro a p. 022, 523 e seg. però scopre 1’ errore, e dimostra essere piuttosto il corpo di Gregorio Eremita dall’isola di Cefalonia, anticamente Samo, con quello di Leone (che pur con errore il volgo crede il papa) e di Teodoro eremiti trasportato a Venezia (vedi li num. 4> 44)- Dicesi che questi tre confessori Gregorio, Leone e Teodoro sieno nati in Oriente, e fra lo strepito dell’ armi vis- suli sotto Costanzo figliuolo di Costantino il grande. Dicesi che Gregorio il più vecchio abbia persuasi gli altri due ad abbandonar la milizia, e darsi a Dio, e che abbiali condotti nel-Tisola di Samo, ove soli santamente vivendo in continua orazione finirono la vita. Da di là in processo di tempo (non sapendosi veramente quando) furono trasportati a Venezia i lor corpi, tranne però quello di Leone, del quale non ci venne che il capo e pocha ossa, come asserisce il Cornaro ( pag. 5n8 ). 6 CORPORA|SANCTORVM MARTYRVM | NE-REI ARCHILEI | ATQ. PANCRATT. Segue questa epigrafe in un’ urna posta sora il secondo altare dietro al coro. Sotto la adessa Agnese Morosini l’anno 855 fu visitata questa chiesa da Benedetto 111 pontefice, il quale, giusta la promessa fattane, spedi da Roma i corpi di s. Pancrazio martire e di santa Sabina vergine ( vedi il num. 8, e il Cornaro p. 514 ) • Con questi due corpi mandò forse anche quelle de’ santi Nereo e Archileo martiri, dicendosi dal Bozzoni ( p. 55 ), che Benedetto concesse quelle ed altre reliquie, anzi nella Nota delle Reliquie dicendo espressamente che fyrono dati dal detto papa anche essi. Ma il Dandolo (Rer. hai. script, col. 181, 182) non parla che di Pancrazio e Sabina; nonostante è certo che Nereo ed Archileo avean qui tomba comune con Pancrazio, verso il quale grande era la devozione in que’ secoli, che la chiesa chiamavasi col duplice titolo di s. Zaccaria e di san Pancrazio. Di Pancrazio nativo di Frigia leggesi, che circa gli anni di Cristo cccn, sendogli morti i parenti, donò tutto il suo a’ poveri, e abborrili gli Dei del gentilesimo, e pubblicatosi cristiano, gli fu fatto mozzare il capo da Diocleziano in Roma . Queste nostre monache nello scorso secolo xviii. donarono una gran parte di questo corpo a que’di Montechiari, terra posta nel territorio Bresciano, come nota il Cornaro p. 314» 5i5. Di lui parlasi nel Martirologio a’ 12 di maggio, e sotto questo giorno parlasi pure dei fratelli martiri Nereo e Archileo, dicendosi però conservarsi in Roma i loro corpi; cosicché non ne abbiamo che una porzione . Ma però egli è certo, secondochè mi fa sapere il eh, Giuseppe Monico arciprete di Postioma nel