S. GIOVANNI IN OLIO un fefrastico fatino che.sta nel libro secondo della Notte d'Aphrica opera di Sigismondo Haula zio Philogenio cavaliere e conte Palatino. (impressimi Messanae per Petruzo Spira 1 556. ianitarii. 4.); ed essendovi sottoscritto Don. Bartholomaeus Spathaphnrus è assai probabile che sia del nostro Bartolomeo. È in laude di quel poema eh è in ottave, e sta a pag. XXX. Vìa lo Spatafora è assai noto fra di noi per quattro Ora '.ioni impresse in Venezia per Plinio Pietrasanta nel '^4: e dedicate da Girolamo Ruscelli amicissimo dell’ autore a donna Isabella Vega, de Luna, duchessa di Divaria, congiunta per sangue allo stesso Spatafora . La prima Orazione c in morte del principe Marcantonio Trivisano, ed è intitolata a Girolamo Ferro senatore e riformatore dello Studio di Padova, che approvò il pensiero dell’ autore di scrivere questo funereo elogio, benché in brevissimo spazio di tempo . Essa fu ristampata dal Sansovino nella Raccolta delle Oraziani degli Uomini illustri. Libro seconda, pag. 281, edizione i5y!i, 4. La seconda è per la creazione a doge di Francesco Veniero, ed è presentata a Pierfrancesco Contarini senatore e censore; e il chiama suo primo benefattore, perchè essendo Avvogador del Comune lo favori molto nel fargli confermare l’antica nobiltà . Questa Orazione che fu ristampata dal Sansovino nel detto Libro a p. 289, e anche in Messina nel 1627, 4- é molto pregevole non tanto per le laudi date al Doge, quanto per il prospetto che fa della Repubblica, del suo governo , e delle principali bellezze della città ; nè ommise di parlare anche della propria casa Spatafora, prendendo argomento di render grazie alla Repubblica per l’ottenuto favore . La terza è una cicalata in difesa della Servitù, e in biasimo della Libertà. Egli la recitò all’improvviso nell’Accademia degli Uniti a’ dieci di settembre del i55a in risposta ad una che pur estemporaneamente avea detta Pietro Basadon-na in lode della libertà, e a petizione del presidente dell’accademia la estese poscia in iscritto, e pubblicolla. Nella dedicazione che fa a Pietro da Mosto fu di Francesco il chiama autore e conservatore dell’Accademia degli Uniti, e lo encomia per la sua eloquenza. La quarta è un’altra cicalata in difesa della Discordia anche questa detta all’improvviso, e poi scritta e mandata in luce a richiesta del presidente. Fu recitata dallo Spatafora in risposta di tre arringhe, due contra ed una in favore della Discordia, \mbedue coteste scritture sono elo-Tom. II. quenti ed ingegnose; e vennero ristampate dal Sansovino nel libro secondo delle Orazioni degli Uomini illustri apag-5u e5t8 dell’edi-zion 15^5, e a pag. 12 e 19 dell’edizione 1584.4- Mori del 1566 il mese di agosto, e fra gli altri che ne parlano è il Mongitore nella Biblioteca Siciliana T. 1, p 99, col. 1., e nell’appendice seconda al tomo primo della detta Biblioteca, p. 37, col. 2.; e il Giornale de’ Letterati d’Italia T. XIII. Venezia 1716 a pag. 2.Ì4. Ultimamente ìaramentollo Michele Battagia, coltissimo uomo, nella sua Dissertazione delle Accademie Venezione ( Venezia . Picotti, 1826, 8.), là dove dell’Accademia degli Uniti si ragiona, pag 19. 6 ANN AE MARIAE | COMITI DE COLL ALTO | QVAE OBIIT | ID. APRILIS M.DCC.LXX.VI. Collalto . È situata questa verso l’altare de’ ss. Cosma e Damiaao sul suolo. È di scoltura moderna, e dettata dall ab. Bettio. La lapide vecchia ho veduta nella officina del tagliapietra Fadiga,e fessi: akna maria | comm | collalti S. SALVATOR1S \ ETC j OBIIT j D1AE (così ) XIII Apkilis | 1776 | . Concorda coi Necrologi parrocchiali e sanitarii che aggiungono l’anno della età 78, e il nome di suo padre eh’ era Alessandro . 7 FRANCISCO BORINIO I HVIVS ECCLESI4E PER ANN. XXIV. ANTISTITI | BASIL1CAE D. MARCI CANONICO | PIETÀ TE IN DEVM SIN-GVLARI I TEMPLI ISTIVS PERFICIVNDI CV-RA I LARGITATE IIJ PAVPERES | GOMITATE IN OMNIS SPECTATISSIMO I QVI OM-NIVM DESIDERIO I OBIIT X. KAL. FEB. A. MDCCLXXXVIII. | AMICI MOERENTES | BENEVOLENTI AE ET OBSEQVII MONVMEN-TVM I PSS. Dov Francesco Domenico q. Angelo Burin, nato in santa Eufemia al primo settembre 1709, venne eletto parroco di 3an Giovanni in Oleo nel 22 luglio 1764. Cosi dal Libro d’oro del 1765. Questa epigrafe che giace nel mezzo della chiesa, e che, come le precedenti, fu scritta dal signor abate Bettio al momento della rinnovazione del pavimento, fa a buon diritto co-