372 gì si vede, in due parti divisa 1’ una esteriore per i! popolo, l'altra interiore per le monache, ( vedi Inscrizione 3£ ) sul modello di Simon Sorella proto della Procurala de Supra ( Stringa lib. II. pag. 1 33). Nello scavar delle fondamenta trova-ronsi due grandi vasi, detti da noi zare ripieni di monete d’oro della grandezza alcuna di due zecchini, e impresse con caratteri arabici. Fu allora opinione di molti che queste monete spettassero alla famiglia de* dogi Domenico Michiel (1117, 1 i3o) e Vital Michiel li suo Hglinolo ( 1 1 56 , 1172): die formasscr parte delle ricchissime spoglie portate da Tiro dal doge Domenico che In a quella impresa nel 11 23, 112Ì; e che fossero date in salvo da Vitale ad Angela sua sorella (badessa fin dal 11 3o in questo monastero ) nella occasione del tumulto popolare insorto contra Vitale per cui ebbe anche a rimaner ucciso nel 1172. Angela probabilmente le avrà sotterra ne’ vasi nascoste, e poscia se ne son perdute le traccie . 11 Cornaro dà 1* incisione e spiega in latino le epigrafi che intorno a due di esse monete si leggono, ,e che al tempo suo conservavansi nel monistero . In dieci anni il Tempio ebbe il suo compimento, cioè nel 1602 , e vi si spesero, giusta la cronaca, ducati 4-7913? al che molto contribuirono le ricche doti di sette suore accettate nel i5g8, di casato tutte nobili, com’ era costume di questo cenobio. Gli altari, eh’ eran sette, furono dappoi eretti in vario tempo. Quello di santo Barbaro martire, eh’ era di linissimi marmi e con palla di Iacopo Palma fu eretto del 1608 dalle sagrestane di san Severo monache Eugenia da Pesaro, Manetta Moro, Zilia Trivisan, Andrianna Grimani, Donata Donà sotto il governo della badessa Maria Cornaro. Quello di san Paolo martire , eh’era adorno di una tavola di Domenico Tintoretto (la quale è oggi su una delle pareti della chiesa) fu fatto fabbricare dalla badessa Perpetua Soranzo nel secondo triennio suo cioè dal 1611 al 161 5. Andrea Minotto patrizio veneto avea inalzato quello dedicato al Crocifisso durante il governo di Elena Vitturi che fu dal 16 18 al 1621. Di tre altri altari eretti dalle lamiglie Grigis, da Mosto e Sozomeno ho detto nelle epigrafi £, 9,26. Ma nessun d’ essi oggi si vede, salvo 1’ aitar maggiore che sorge tuttavia maestoso nel centro del Tempio, costrutto da Girolamo Campagna architetto è scultore, sotto il governo di Andrianna Contarmi badessa triennale dal 161 5 al 1618 (Temanza. Vite p. 524-) . Costei fece di nuovo anche il pavimento ch’oggi si vede , compì l’interno soffitto, e procurò la consacrazione del Tempio stesso eh’ ebbe luogo nel 1617 ( In-scr. 1 ). Isabella Molili badessa per la quarta volta nel 1696 fece ristaurare generalmente la esterior chiesa ( Insc. 35 ), ed Alba Badoaro badessa nel 1 702, sorella del patriarca, ne fece ristorar 1* interiore, e alcuni quadri ; e sotto il suo reggimento avvenne che Madama de Montagnon inglese calvinista , per nome Aletta Maria, d’ anni 35 abjurò la sua setta in una delle camere del monastero , coll’ intervento del patriarca Badoaro, alla presenza dell’Inquisitore, e del padre Garzadori gesuita che fu il di lei instruttore, e ciò fu nel 18 marzo 1704, come dalla cronaca manuscritta. Ad istanza poi di Elena Manin monaca e che fu poscia abbadessa, il conte Antonio Manin suo fratello alla fine del maggio 1 726 regalò al Monastero cinque figure di marmo le quali, dice la cronaca, servirono per ridurre a perfezione il nostro aitar maggiore . Io credo che queste sien quelle che sul frontispizio di esso sì veggono , cioè il Redentore in mezzo a quattro angeli. Finalmente del i ^Si Giuseppe Ceronetti milanese d’ ordì-