LA CERTOSA. 63 Terrestri dal ióa4 al 1547 a P- 62 tergo, nell’archivio Politico, ed ha la data 1 agosto J 555. Ewi anche di lui per testimonianza del Sanso-vino ( p. 257, lib. xni ) un Libro di Sentenze, e ciò stesso ripete 1' Alberici ( Scrittori Veneziani p. 11 ), il Superbi ( Trionfo, lib. ni, p. 85), Pietro Angelo Zeno ( Memoria 1744* P 82) altri. Una epistola latina diretta al soprannominato Zaccaria Benedetto Vicentino Camaldolese in data Vili, calen. iunias i5o8, è impressa in fine di quella Elegia che ho ricordata parlando del patriarca . Uno squarcio di sua lettera italiana scritta al doge di Venezia nel 20 marzo i535 da Roma, ov’ era ambasciatore, in laude di Gasparo Contarmi, che fu poi cardinale, sta a p. cccxiii. del volume 111 delle lettere del card. Reginaldo Polo, raccolte dal cardinale Angelo M. Querini. Ebbe il Suriano amicizia con molti uomini illustri del tempo suo, e fra questi, oltre il Bembo, fu Antonio Longo, Federico Valares-so, Iacopo Barbo, Marino Cavalli, Giampietro Crasso vescovo di Viterbo, il quale scrivendo al Valaresso nel >533, il chiama clarissimum Vi-rum (Epistolae claror. virorum. Venetiis i568, p. 92 ) . Iacopo Sadoleto cardinale fu pure nel numero degli amici suoi, il quale in una sua lettera dimostra quanto il carattere del Suriano commendevole fosse per ogni riguardo ( Epistolae, pars secunda. Romae 1760, p. 422, 423, ed anche amico gli fu Marco Mantova Be-navidio, che intitolò ad Antonio, come moderatore del Liceo patavino, alcune sue operette ( Benavidii epist. familiares et nuncup. Patav. 1578, p- 3o ) . Il Riccoboni poi nelle laudi di Girolamo Suriano ricorda quelle di Antonio ( De Gymn. Patav. p. 141 ) ; e cosi il già allegato Grisaldi in quelle di Bernardo Suriano arcivescovo racchiude le glorie di Antonio di lui zio. Agostino fratello di Antonio e padre di Bernardo arcivescovo, dice il Grisaldi, e ripete il Riccoboni, che dopo molti onori in patria ottenuti fu eletto a capitan grande di Candia allorché eravi sospetto di guerra, e quivi si mori. Trovo infatti che Flaminio Cornaro ( Creta sacra T. II, p. 420 ) nomina all’anno i544 ^u~ gustino Suriano Capitaneo et Viceduchae Creine . Michele poi padre e di Antonio e di Agostino e fratello del patriarca, fu uomo nobilissimo e di assai valente ingegno, per testimonianza del Marini, il quale aggiunge che mori giovane, lasciati avendo quattro figliuoli, tra cui il maggior di età era il detto Antonio. Ma, giacché siamo intorno alla casa Suriano, giacché abbiam detto di un Michele, non pos-siam a meno di parlare di un nepote suo, cioè di Michele Suriano figliuolo del sovralodato Antonio . Michele fu senatore eloquentissimo e dottissimo uomo di stato, tenuto in grande riputazione da’ principi esterni, a’ quali come ambasciatore in urgenti e difficili tempi consumò pressoché tutta la vita sua. Fra queste ambascerie contasi quella dal i55i al i556 che sostenne presso Ferdinando re de’ Romani (mss. Ambasciatori) ; quella del 15 57—58 a Filippo II di Spagna, nella quale occupossi a persuaderlo di far la pace con Paolo IV sommo pontefice ( Morosini lib. VII, p. 110 ; lib. Vili, p. i3i ); e quella dinanzi a Filippo nell’ anno stesso 1558, ove difese egregiamente il decreto del veneto Senato, che dar si dovesse la preferenza agli ambasciatori francesi ( ivi lib. V111, p. 137 ). Le Relazioni di queste sue ambascerie esistono in parecchie biblioteche, anche forestiere. Vedi P. Darù (Hist. de Venise,p. 672, 575, voi. vii, 2. edit. ) . Nel i55g fu ad Arrigo II in Francia, ove fermossi anche dopo la morte di Arrigo, in quell’anno avvenuta, presso Francesco II, finché altri sei ambasciatori furono sostituiti presso Carlo IX successordi Francesco II ( mss. Ambasciatori ) . A Massimiliano spedito venne nel i56a, e recogli ufficio di congratulazione per la elezione sua a re de’ Romani ( Morosini, lib. vnr, p. >92 ). Preso in Senato il partito di sostenere contro a’ Turchi la guerra per la difesa di Cipro, ajuti si chiesero anche a Pio V nel 1570 col mezzo dell’ambaseiator Suriano, che vi era fin dal 1667 (mss. Ambascia-tori), il quale non ommise di trattare della lega tra quel Pontefice e Filippo 11 ( Morosini lib. ix, p. 266. 355 ) . Tanto in questa occasione adoprossi il Suriano co’ suoi consigli, che il re si dimostrò favorevole perle cose nostre; e con tanta destrezza e giudizio entrò in grazia al Pontefice, che al dire dello storico Fiatai Conti (lib. xxi, p. 81. t. Venet. 1589, 4-° ) la repubblica col suo mezzo otteneva quanto sapeva addo-mandare. Rende buona testimonianza di lui anche Paolo Tiepolo ambasciatore presso la santa Sede, a cui il Suriano era succeduto = M' & succeduto poi il clarissimo Michiele Soriano (die’ egli) il quale per rispetto delle molte ambasciarie fatte da lui e per li principali honori havuti in questa città e molto più per la cognizione et esperienza che dimostra havere delle cose del mondo, e per il giudizio che tiene nel