3 74* S.LORENZO. ÌNrcotà Qvf.rin't figliuolo di Pietiio q. Giovanni era prestantissimo senatore, e nel 1078 eletto venne sopra la Regolazione de' prezzi delle Mercanzie in Venezia, come nota il Gap-pellari. Fu anche consigliere , ed essendo stato preso di erigere i’ ospitale di san Lazzaro dei Mendicanti, fra i nobili che ciò procurarono fu assai benemerito il nostro INicolò Querini, il quale adoperossi in modo che col suo mezzo e collo sborso di alquanti mila ducati del suo, diedesi principio alla fondazione del luogo contiguo alla chiesa de’santi Gio. e Paolo, e alla scuola di san iVIarco. Di ciò fa menzione lo Stringa ( lib. II. p. 108, Venezia ) ed altri. Pietro suo padre con suo fratello Francesco fece perdita nel ìFtoj dell’isola di Stampalia nell’Arcipelago, che venne dai Turchi occupata, e che era di particolar giurisdizione della casa Querini, la qual tuttavia chiamasi Qveiu-m - stampo.u . ( l’aruta. Ilist. lib. Vili, p. 708) La lapide leggesi sul pavimento rimpetto la porta maggiore, l’alfero lesse poco giustamente qvimnvs. 17 D. O. M. | GOMITI IOSEPHO MANGILLI I NOBILI CREMENSI l IOSEPH MANGILLI I HOE-RES EX ASSE I PATRVO BENEFICENTISSIMO I SIBI POSTERISQVE SVIS I M. P. I VIXIT AN. LXXIV. | OBIIT IV, IDVS . DEC. | ANNO MDGCLXXX- Givsf.ppf. Maiìgiiai figliuolodi Sebastiano cittadino di Palmanova venne dal magistrato degli Avvogadori di Comun approvato pubblico Ragionato nel 27 novembre »754, ed il magistrato de’ cinque Savii alla Mercanzia I’ ammise nel collegio de’ Ragionati con diploma 5i marzo del susseguente 1755 , siccome me ne documenta 1’ egregio e gentile signore Giovanni Picelli agente della famiglia . Il Senato poi con suo decreto 27 dicembre 1760, a tenore delle informazioni del magistrato sopra Feudi, dalle quali risultò che oltre agli onorati impieghi sostenuti univa Giuseppe non solo comprovata civiltà e decorose parentele con famiglie nobili della terraferma, ma corrispondenti possessioni, volle decorarlo del titolo di conte insieme con Givseppe Mangtlli q. Annibaie di lui nipote ex fratre, e loro discendenti legittimi ordinando che fossero inscritti nel libro dei titolati come seguì nel 5 gennajo 1760 more veneto. Nel giorno 5 gennajo 1769 venne Giuseppe zio ammesso ed aggregato al nobde generale consiglio della città di Crema con pienissimi voti; e nel 4 gennajo 1779 vi venne pure aggregato il nipote Giuseppe con uguale pienezza di voti. Passato a miglior vita nel 10 dicembre 1780, come e dalla lapide, e dal necrologio parrocchiale ricavasi, lo zio conte Giuseppe, venne dall’ erede conte Giuseppe acquistato dalle monache il fondo onde tumularlo, e fatta costruire la tomba, che pur oggi stassi nel mezzo della chiesa, ci pose la inscrizione eh’ esso nipote dettò» Questi versato assai nell’arti nobili e nelle scienze,- e proteggitore di chi le coltivava venne a morte nsl a3 settembre 1811, e fu seppellito ( chiuso essendo il presente tempio di san Lorenzo ) nella chiesa de’ santi Apostoli ove nobile monumento con busto marmoreo gli fu eretto dalla pietà delle figlie sue, Clementina rapita a vivi nel iBai , e Lugrezia moglie del conte Benedetto Valmarana, donna onor del sesso e delle venete dame decoro e splendore; monumento in apposita lettera a stampa descritto e con una incisione illustrato dal chiarissimo aliate Moschini, come già nelle inscrizioni di quella chiesa vedremo. 18 D. M. ì TIIERESIAE IOHANNIS BAPT. DE CO-MITE ! NOB. MEDIOLAN. FILIAE I IOHANNES COLVMBVS COM., EQVES- 1 AG MAGNVS VEN. REIP. CANCELLARIVS i VXORI INCOMPARABILI » AG DE SE BENEMERITAE | H. M. MOESTISSIMVSP.CJANNO SAL. MDCCLXIX. *9 D. M. I IOHANNES COLVMBVS COM., EQVES, 1 AC MAGNVS VEN. REIP. CANGELEARIVS | VXORIS DILECTISSIMAE I PROPE CINE-RES I H. M. SIBI VIVENS P. 1 OBiT | A. S. MDCCLXXII. Leggonsi queste due memorie sul suolo in mezzo la chiesa all’ aitar maggiore . Giovanni Colombo figliuolo di Matteo di famiglia veneta cittadinesca dopo essere stato residente per la Repubblica, a Londra, Torino, Milano, e segretario d’ambasciata a Napoli, in Germania, in Ispagna ec., nei quali incontri si è acquistata laude di prudenza, di fede ed integrità, venne promosso nel 1766 alla carica di Cancellier Grande della patria, corei«