CORPUS DOMINI. li i4^7 tenuto sinodo; fatto restituire ai padri di santa Giustina il juspatronato della chiesa di Mastra, cui era stato tolto ; alloggiato nel suo palazzo a’ a gennajo 1402 Federico III re de’ Romani; consacrata nel 14-^4 la chiesa di san Giovanni Evangelista detta della Morte; ottenuto nell’anno medesimo 14-^4 che abolita fosse la costituzione del Cardinal Latino sopra il vestiario delle donne, perchè troppo rigorosa ne sembrava la esecuzione, ec. L’inscrizione, come dissi, è nel Seminario, ed è infedelmente riferita da Flaminio Corna- lo ( T. I. p. t22 ) e da chi copiò da lui . Errò anche il Palfero doctod. invece di constiti. Le ossa di questo vescovo al disfacimento della chiesa, furono raccolte, e conservami nella chiesa di san Pietro di Castello, da collocarsi, ad opportuno momento, in sito decoroso; cosi m’avvisa il cortesissimo sig. abate Angelo Regazzi. 2 SEPVLCRVM VENERABILIS PATRIS I ET DOMINI THOME THOMASINI DE VENETIIS OLIM EPISCOPI FELTRENSIS | ET BELV-NEMS ASSVMPTI D ORDINE PREDI I CATO# MAGNI BENEFACTORIS MONASTERII G X QVI OBIIT MCCCCXXXXVI. DIE XXIIII MARCII Tommaso Tommasini di famiglia nobile origi-naria Lucchese nacque in Venezia circa il »58o da Faccio de’ Tommasini ammesso alla veneta cittadinanza, e da Giovanna Contanni patrizia . Rimasto nella sua più verde età privo di padre e di madre, passò con due sorelle Li sabetta e Andriola nella casa di Marco Paruta con cui era la famiglia de' Tommasini in ¡stretta parentela congiunta ; e sotto la direzione di lui e di Margarita sua moglie ebbe civile e religiosa educazione; e questo è il motivo per cui il giovane Tommaso e le sorelle sue chia-mavansi tanto col proprio cognome di Tomma-smi, quanto con quello del benelico loro tutore Pauuta . Apparate le lettere umane in patria, fu mandato allo studio di Padova per attendere alla filosofia, e quivi nacquegli desiderio di ritirarsi dal mondo e menar vita nel chiostro. Scelse quello de’ santi Giovanni e Paolo di Venezia dell ordine de’ predicatori, e ne vesti 1 abito nel >592 avendo dopo quattro anni professato i voti solenni. Del 1 ayg fu a Pisa col b. Giovanni de’ Dominici, e del ìlyoi in In- ghilterra allo studia di Oxford onde apparare la scolastica Teologia; indi a Parigi per dar fine agl’ intrapresi studii. Consumati avendo tra l’uno e l’altro luogo cinque anni, ritornò in patria nel i/(o6, ed ebbe il titolo di baccelliere sotto la reggenza di fra Tommaso Caffarini da Siena . I superiori dell’ Ordine dichiararonlo lettore di filosofia nel convento di Rimini, poi 10 istituirono lettor biblico, per il grado del Magistero, in quello di santo Agostino di Padova, e in questo mezzo fu eletto alla sede vescovile di Cittanova nell’Istria ( A emonia ) ; il che avvenne nel i410- Trovossi nel i4i5 e 1416 al concilio di Costanza intimato per dar fine allo scisma che lacerava da gran tempo la chiesa, e recitò una dotta orazione innanzi a que’ padri, e scrisse inoltre la storia di quel concilio. Ri-patriato, consacrò nel >419 la chiesa dis. Giorgio Maggiore . Da Martino V papa fu trasferito nel >420 alla sede di Pola, parimenti nell’Istria, e nel 142S a quella di Urbino ov’ebbe l’impiego di vicelegato nella marca Anconitana. L'anno appresso 1424 dalla chiesa di Urbino passò a quella di Traù in Dalmazia . Eugenio IV papa nel 14^* d fece governatore di Forlì, ritenendo però il vescovado di Traù. Dapprincipio fu con giubilo da’ Forlivesi accolto, ma poscia 11 suo governo fu poco accetto, imperciocché Tommaso anziché mostrarsi piacevole con un popolo di genio assai sedizioso e malsofferente il dominio papale, mostrossi severo troppo ; ed avendo alcuni congiurato di donar la città ad Antonio Ordelaffo e dichiararlo lor principe, scopertasi la congiura, Tommaso ne fe’punire alcuni, e d’altri ordinò l’arresto perfino in Venezia,cioè di Giovanni e Paolo Laziosi. Il perchè parecchi del partito de’Laziosi risvegliaron la congiura per metter sul trono Antonio, ed avendo imputata al vescovo una calunnia, eh’ ei volesse soggettare Forlì al dominio de’ Veneziani, sollevarono il popolo contra di lui nel giorno di santo Stefano protomartire del i4S5 . Il vescovo caricato d’ingiurie, cacciato dalla sua abitazione, preda de’sollevati, fu messo in custodia nelle case de’ Laziosi, nè gli si diede libertà, se non quando liberati vidersi dall’ arresto que5 due Laziosi eh’ erano in Venezia . Ribellatisi così i Forlivesi al dominio della Chiesa, Antonio Ordelaffo dichiararon loro signore, e il vescovo, sciolto dalla custodia, fece ritorno in patria. Il Tommasini è tacciato dagli storici di avere sconsigliatamente proceduto in questo incontro, d’aver mostrata poca fermezza nella reggenza, d’ essersi lasciato guidare dagl’ inte-