S. LORENZO. 079 Lapide die raccolgo dal Palfero, e dallo gorio XIII con altri suoi patriotti educato nel Stringa (Lib. II. p. iò5 tergo) la quale era ap- collegio Urbano de’Greci in Roma; e divenne piedi dell altare alla Beata Vergine Assunta, poi eccellente nella greca lingua, avendo dato eretto da Clatldio Sozoineno vescovo di Pola, alla luce una latina traduzione de’due Comen- ( non da Giovanni vescovo di Pola come errando scrisse il Fiamma p 26 del ricordato litro) e che era vicino alla porta minore a man diritta . Giovìnnì Sozomf.no cavaliere Cipriotto è autore del seguente libro: i\arratione della guerra di Nicnsia fatta nel regno di Cipro da’ turchi l'anno MDLXX, all'illustre sìg. co. Pompeo Tris sino nobilissimo Vicentino. In Bologna per Biagio Bignami Bolognese . MDLXX1. 4-Il Sozomeno trovossi presente a’fatti che narra, ed altri l'intese dagli stessi turchi all’ora che era prigione nelle forze di Mustafà . Piange la perdita di una sua figliuola minore nelle ninni d’ infedeli, e di una figliuola maggiore che mori in una galera abbracciata. Dà notizie di altri Sozomeni che trovaronsi in quella guerra, e morirono. Egli fuggito dalla prigionia venne in Italia, e potè scrivere le cose vedute ed udite rozzamente come già le abbiamo altrove , e furono poi rassettate in miglior forma da Francesco Allomira che dedica l’opuscolo al Trissi-no in data di Bologna 10 febbrajo 1571. In effetto, che Giovanni Sozomeno, di cui qui si parla, trovato siasi alla guerra di Cipro, e che fosse capitano de’guastatori il confermano gli storici nostri, fra’quali il Contarmi (Ustoria delle cose successe ec. p. 12) , il Parata ( Guerra di Cipro p. 86. 91. 1 n ). Natal Conti (llistorie de’suoi tempi. Venezia 1069. Parte seconda p. 79 tergo) il qual narra che Giovanni ¡Vluscorno e Giovanni Sozomeno con alcune squadre di fanti e cavalli erano andati ad avvelenare i pozzi, portando seco a questo effetto molti sacchetti pieni di velenose misture, perchè i Turchi bevendo di quell’acqua morissero; se non che poi i Turchi avvertiti di ciò, come pratici degl’inganni soliti a farsi da’nemici, non ne bevettero e scavaron nuovi pozzi. Quando poi il Sozomeno sia venuto a Venezia non mi consta ; forse appena fuggito della prigionia e poco dopo la perdita di quel regno; nel qual incontro varie altre famiglie di Cipriotti in Venezia ricoveraronsi, siccome i Nores, i Gonemi, i Muscorni, i Soderini, ec. Fra i posteri in questa tomba sepolti è un altro Giovanni Sozomeno, e forse parente del primo, il quale fanciullo al momento della perdita del regno di Cipro portatosi a Venezia e povero essendo di tutto, fu per munificenza di Gre- Toìì. li. li di Galeno sul secondo libro delle malattie volgari d’ Ippocrate , stampata in Venezia nel 1617 8., e un’ altra versione latina dei dialoghi di fiatone soprala Repubblica corredali di annotazioni , impressa nel 16^16 in 4 da Andrea Muschio, e dedicata dal Sozomeno al doge Giovanni Cornaro e al Senato, nella qual dedicazione ricorda come i padri suoi ricoveraronsi in questo veneziano porto dopo la presa di Cipro , e quindi per sentimento di gratitudine al Capo della repubblica e a’ Senatori presenta l’opera sua. Questi è quello che fu custode della pubblica Libreria di san Marco, e che per decreto del Senatoria stato eletto pubblico professore della morale Aristotelica. Egli diede anche a stampa un indice de’manuscritti della Marciana col titolo : Catalogus lìbrurum Bibliothecae Verietae quae statutis dielus pubi/ce studiosorum conimodltati nperietur 4. ( senz’anno , luogo e stampatore) Egli comincia coi manoscritti del Cardinal Bessarione, e termina co’ libri impressi distribuiti per ordine di materie. Mori il Sozomeno circa il 1655. Di lui, fra gli altri, leggasi l’ab. D. Iacopo Morelli nella Dissertazione storica della pubblica Libreria di san Marco ( Operette voi. I , p. 116 117 ), e il I’apadopoli ( Hist. Gymn. Patav. tom. II, p. lai 122 ), e don Pier Catterino Zeno ( Andrene Mmroceni Vita ec. nel tomo V degli Storici Veneti a pag. xxi ) : i quali due ultimi ricordando la presente epigrafe sembra che lo confondino con Giovanni iiozo-meno il cavaliere cui spetta direttamente la epigrafe che illustro. Nè nascer deve scambiamento, se pongasi mente che del \5-jo il ca-valier Giovanni era già uom fatto, e militare versatissimo nell’ arte sua, e allo ’ncontro Giovanni il grecista era fanciulletto , e si diede ad un genere di vita affatto opposto a quello di Giovanni il cavaliere . Clavdio figliuolo di questo Giovanni fu eletto a vescovo di Pola nel 1.58^ a’ 7 febbrajo, ed abdicò nel 1600, sendogli stato sostituito Cornelio Sozomeno. Vedi P Ughelli (tom. V, col. 485. )