S. ZACCARIA. i56 il Sanuto nel Voi. XXVIII, p. 5i5. Giunto l’ anno 1622 a’ 22 di agosto fu scelto oratore a papa Adriano Vi per onorare la nuova sua elezione; e del 15*5 sendo consigliere fu uno de’ tre Senatori inviati a Cesare per trattar della lega proposta dal papa per la comune difesa contra i Turchi (Parata 1. c. 554, 356. Sanuto Voi. XXXIII. XXXIV ). In Senato del i524 dis-suase i padri dallo stringere alleanza co’Francesi , in vista eziandio di quella che l’anno precedente s’ era conchiusa coll’ imperatore (Morosini. Storia. Lib- 1. p. 107). Discuteva-si nel gennajo i5a8se si dovesse o no restituir al papa Cervia e Ravenna, e il Mocenigo, eh’ era uno de’principali del Collegio, sostenne la negativa, e tanto bene parlò che fu preso di non restituirgli per allora le dette città. Lo storico Paruta ne stese, una bella orazione ( 1. c. 487 e seg. ) e il Sanuto ne racconta nel voi. LVI. E nel marzo di quell’anno parlò lungamente e fortemente in Senato perché fosse dato il possesso del vescovado di Belluno a Giovanni Barozzi contra l’opinion del doge che volea temporeggiare per non entrar in discordia col papa il quale, benché dapprima avesse dato il placet a favor del Barozzi, pure cambiato parere, voleva mettere in quella sede il protonotario Gambara stato suo oratore in Francia ed Inghilterra. Attesta il Sanuto (voi. XLVII) che in questa occasione il Mocenigo parlò senza alcun rispetto contro il Serenissimo, dicendo, che niun li dice di collegio cossa contraria per timor hanno, e lui non teme nium al ben dii stato, et al ben di la nobeltà e non dà favori a forestieri, di modo che il doge iterum levò suso e disse dolendosi che a un cittadino bastasse l’animo di parlar si altament« contro di chi rappresenta il Governo, protestando ch’egli non favoreggiava alcun forastiere, sempre invigilando al ben della repubblica. Vinse però il Mocenigo l’opinione, e nel 24 marzo in Rogatis 1.128 fu proposto decreto che mette in possesso del detto vescovado Giovanni Barozzi in ese-cution della collatione dal pontefice fatta per placet; decreto che fu preso nel 27 di detto mese (1). Anche nel vegnente anno *529 nel mese di marzo eloquentemente in Senato dicéndo il Mocenigo sostenne ohe per mezzo dell’ ambasciatore \ndrea jNavagero si consigliasse Francesco I re di Francia a rivolgere le sue forze ne’confini della Spagna per divertire in quella parte gli apparecchi di guerra preparati per l’Italia; ma prevalse la opinion di Marco Antonio Cornaro, cioè, che si consigliasse il re a passare piuttosto armatoan Italia ( Paruta 1. c p. &j8 e seg. 558, 559. Sanuto. Voi. L pag. 59,40). Contraddisse parimenti alla proposi-zion de’ Savii fatta nel maggio dell’anno medesimo i5ag di condurre a’nostri stipendii Luca da Monte Falco, mettendo in vista con assai libere parole che si grida di tor C impresa di Milano, e non si attende a far le occorrenti provvisioni ; che si Jia maggior numero di fanti, di quello che mezzi da mantenerli; che si vorrebbe crescere la spesa con un nuovo condot-tier d’arme ; ec. nondimeno il Monte Falco fu accettato, anche per far cosa grata al capitan nostro generale il duca di Urbino che instava per la condotta di lui • ( Sanuto 1. c. ) Finalmente l’anno stesso sendosi in Bologp* stabilite le condizioni della pace generale , fu il Mocenigo destinato con altri , ambasciatore a Clemente VII, e a Carlo V, e in quella città giunse nel i55o, e fu regalato riccamente non men che gli altri, dalla Cesarea munificenza (Paruta 584, 585 1. c. Sanuto voi. LII. LUI) . Mori quest’illustre Senatore nel 1541 a’ 2 di dicembre, secondo uno de’necrologi Marciani, dicendo però un altro che ciò avvenne del 1 540. Andrea. Mocenigo proavo di Antonio era figliuolo di Francesco q. Pietro procuratore di s. Marco da s Vitale. Anche Andrea accrebbe d’assai lo splendore della illustre famiglia. Molestava Filippo Visconte duca di Milano i fiorentini nel 1424, i4»5; il perchè questi ricorsero a' Veneziani pregandoli a procurare di distogliere il Visconte dal recar loro danno. Uno degli ambasciatori a ciò destinati si fu Andrea Mocenigo nel i4a5. Filippo avendolo ricevuto con grande onorificenza, e avendolo trattenuto con seco a pranzo, rispose di voler fare ogni cosa per amor de’ Veneziani. In questa medesima occasione il Mocenigo parlò col Visconte a favore di altri principi d’ Italia a’ quali egli era (1) L’ Vghelli ne' Vescovi di Belluno (Italia sacra. V. 166) non fa menzione nè del Gambara nè del Barozzi. Dopo Galeazzo Nichesola morto nel 1.027, colloca Giambatisia Casali bolognese stato nuncìo al re d'Inghilterra, eletto vescovo da Clemente VII nel i5»7 a" a7 di dicembre ( benché dagli atti apparisca eletto nel 15a8 ) , e poscia nel J.556 pone Gasparo Contarmi. '