3.8 S. MARTA DELL’ORTO scrizione, ec.,ein una dii ella a Trifori Gabriele lingua; e in un’altra al Ramusio del i5o8 ram- il Bembo assoggetta alla revisione di varii ami- menta gli Asolani suoi tradotti in lingua fransi e anche del Ramusio i duo libri della Volgar cese (*) . Aldo Manuzio il vecchio suo com- (*) In un codice cartaceo della Marciana numero CXLIII classe decima degl’italiani trovansi in copia molte lettere, il più delle quali sono di Pietro Bembo al Ramusio. Queste cominciano dal dicembre i5o8, e termi-nano col luglio 1546, non avendo però eonservato il trascrittore l’ordine delle date; e sono in numero di sessanlaselle, quindeci sole delle quali, se ben ho esaminato, stanno fra le stampate nell’ Opere del Bembo, le altre inedite. Fra queste molte di curiose ed interessanti ne veggo. Con una da Padova del i 53fi il Bembo chiede al Ramusio che nome antico babbitt Raglisi, riflettendo che alcuni il c!*iaman F.piJaurus ; ma l'F.pidauro andco non evali anzi molto più verso la grecia. In altra dell’anno stesso mostra il suo desiderio di parlar col principe ( Gritti ) per informarsi delle pardcolarità della rotta nostra in leradada dove sua serenità fo provedilor. Con una del dicembre i 54o gli raccomanda vivamente di non imprestar libri della Nicena senza pegno: perchè inteso aveva che il Ramusio per la sua bontà era facile a darli senza pegno ; e gli riflette, massime come sapete ci sono l'or deni della re: me: del prefatto R.mo Nice no per li quali vuole che questi suoi libri non si imprestino senza pegno di prezzo doppio alla valuta di essi, e se però alcuno ne volesse copia debbia farli copiare nella libreria istessa. Ne Uè epistole primo settembre, e i 7 settembre i54>, e in quella 37 dicembre i 543 ricorda i volumi de’Diarii di Marino Sanato che prestati gli venivano ( su di ciò vedi l’opuscolo pubblicato dal eh. ab. Bibliotecario Bettio nel 1828 intorno a’ Diarii stessi. ) Raccoglisi nella prima di queste tre epistole, che intorno alla sua Storia il Bembo si affaticava da qualche mese in qua, et hora che sono romaso a Roma partita la corte mi fatico più che mai; e dice: liaverò fra pochi di finito V unde cimo libro della mia istoria. Nella terza epistola poi, cioè quella che ha la data 1 543, 27 dicembre, si offre di far tradurre la ,, Iittora del ,, signor Oviedo \ fa vedere il bisogno che ha del libro XIII del Sanuto a fornir la mia instoria la ,, qual instoria io voleva proseguire et condurre infino alla crealion di Leone. Honne fatto infino al-,, la presa di Prato che fu non molto dopo la rotta di Ravenna. Mancanomi le azioni della nostra ,, repubb. infìno a questa creatione ch’io dico che podettero esser da circa mesi sei. Vorrei che tra ,, voi e il nro Ramberti vedeste libri del Senato che sono di quel tempo, et forsi non ne bisognerà ,, veder se non uno et trar fuori di loro quelle parti che vi paressero necessarie et opportune al mio ,, bisogno o almen la somma et sustantia di loro, et me le mandaste ch’io subito fornirei la detU ,, mia istoria et non me ne travaglerei più. Quella del dicembre lina partecipa al Ramusio che V ,, altro heri il Bembo havendo preso l’liabito della Religione di Rode era in malinconia pensando al ,, pericolo di essa Religione ; tuttavia [dice) in quella celebrità et in quel tempo delle mie nozze mi ,, giunsero le vostre lettere che mi dettero nuova del mantenimento di Rode. ,, Merita anche riguardo quella lettera dicci gennaio 1S26 da Padova colla quale prega V amico Ramusio a far punire lo stampatore che ha contraffatta la edizion delle Prose Volgari (Venezia, Tacuino 1 525 fol. ) ajfronte del privilegio concesso ad esso Bembo dal Senato: „ hanno solamente, die’egli, atteso a farla in vi-sta simile alla mia, ma nel sugo della corretione et importanza dei sentimenti v’hanno fatto mol-,, tissimi errori. E assai lagnandosi che non ne sia'stata fatta vendetta, v'è lo squarcio seguente : ,, Parrai che ’1 6Ìa pur vero quello che ho ditto qualche altra volta cioè che in tutti gli altri luoghi ,, del mondo dove io sono stato alli dì miei ho sempre ricevuto et honore et amorevolezza et comodi. ,, Dalla mia patria solo ho sempre ricevuto vergogna et disamorevolezze et incomodi. Et pur questi ,, dì passati ini avvenne considerando assai chiaramente che dove un nostro plebeio fìgliuold’un Bar-„ biero per non dir de lui altro alla vacantia de un suo canonicato di padoa con due. 60 se libero ,, dalla molestia di Troian Bollani : et questi è Andrea Mercatello, a Pietro Bembo a bisognato pa-j, gar due. 200 per ordine della signoria et del collegio, se esso si ha voluto liberar da quella mede-,, sima molestia havendone prima hauuti Troian di questo medesimo canonicato altri 200. Per queste ,, cause et per altre simile che mi avien provar spesso quandt» ne fo esperienza mi sorge alle volte „ grandissimo desiderio di andarmi a stare lontano di queste contrade quanto basti a non havere ad. „udir nova tanto spesso“. Trovasi pure altra lettera del i3 febbraio 1 5a 7 da Padova la quale sembra dover andar di seguito a quella impressa a pag. 92. g3. voi. II. delle lettere di esso Bembo (Verona. Berna. 1743.) perchè ricorda la Tavola greca fatta tradurre in latino; in memoria di che il Bembo in questa inss. inedita lettera dà al Ramusio la seguente epigrafe: ,, Tabulain marmq-„ ream graecis couscriptam litteris hoc in agro Rhamnusiae dum yillae fundameuta jacerentur , ìr? /