S SEBASTIANO. che antiche o moderne trovasi questa famiglia veneta Olirti. Nessuno degli scrittori anteriori al Cornaro gli diede mai questo cognome, e così non gliel danno le pitture che rappresentano la sua effigie; potendosi vedere fralle altre quella fatta fare dal patriarca 'l'iepolo, e eh’ è alla Madonna dell’Òrto; quella fatta porre in questa chiesetta di san Sebastiano dal prete Giambatista Nascimben cappellano nel 1645 ed! indicata a pag 5g delle Memorie di cui in seguito; e quella pure onde è tratta la incisione in rame premessa alle dette Memorie; in nessuna delle quali gli è dato il casato Olirti. ¡Via donde dunque è provenuto 1’ errore ? Nell’ originale Catasticho delle cose memorande del monastero di san Lorenzo, manoscritto presso la nobile famiglia de* conti Albrizzi da s. Apollinare già sopra citato, di scrittura del sec XVII si legge senza equivoci: QVESTA . è La . Inuention . Del . Corpo . Del . Beato Zuane | Olim . Piouan . De . S . Zuan . Degolado . Con . | Alcuni . Suoi . Miracoli. Ora da qualche imperito scrittore essendo stato malamente copiato Olirti invece di Olim voce solita usarsi e nelle scritture d’allora, e nelle epigrafi, provenne senza dubbio l’_erro-re ('.}■ Ciò premesso, Giovanni sortì in Venezia i natali suoi circa il 1325. Educato nelle lettere, ma più assai nella pietà, accondiscese alle brame de’ parrocchiani della chiesa di san Giovanni Decollato, e ne fu fatto parroco nel ia65 circa. Amministrò santamente 1’ affidatogli incarico , occupandosi massime in occasioni dì pestilenza ad assistere i malati ; e venuto a morte nel i5oo, o 1009 fu sepolto, secondo il suo desiderio, sotto il portico di questa chiesa di san Sebastiano in un* arca di marmo posta sul muro . Circa l’anno poi 1398 scopertosi il cadavere , cominciò il popolo per li miracoli, che dicevasi operare, a prestargli quella venerazione di cui per tanti anni innanzi era rimasto privo. Giunta di ciò notizia alle orecchie del vescovo Castellano Leonardo Dolfin, egli, esa- minata la cosa, fece togliere il corpo alla vista comune e porre in luogo appartato con solenne proibizione all’ abbadessa e alle monache