S. GEORGIO teglie in Merceria a s. Giuliano. Nel Codice Testamenti dell’archivio di ». Georgio si legge: IHc Jacobus donavit Alonasterio contro-scripto ornnes suas proprietates positas in centrata s. Juliani in loco nunc vocato Merzaria que non possint vendi, aliennri, donari vel pignorari ut patet carta donationis 1192 in calasi. cohoperto tabulis c. 60 t. Tutte le carte e scritture, e documenti spellanti a tali case di s. Giuliano stanno nelli processi dell’archivio num. 5i, 52, 53, dal n45 al 1190, dal 1192 al 1007, dal x552 al i496. E nel processo nurn. 57, giusta il calastico Sandei, vi sono le carte spettanti alle case di s. Giovanni di Rialto già di ragione di Giacomo e Pietro Ziani fratelli figli del q. Sebastiano doge dal li85 al 1609. Vedi che le case di s. Giuliano erano state donale da Sebastiano padre nel 1170 a’detti due figli fuoi Pietro e Giacomo , le quali esso Sebastiano aveva anteriormente comperate da Enrico Michele. Giusta il Cornaro (Eccl.T. IV. p. VI. e Cleri ec. p 7.) Giacomo Ziani fece il suo testamento nel 1192 a’7 di dicembre, e lasciò con esso alle sei Congregazioni del Clero Veneto una pezza di terra posta nel confine di s. Apollinare. Quando sia morto non mi risulla; ma, per quanto veggo nella Cronaca ¡Vlagno p. 266 sopracitata , del 1207 Giacomo era già morto, come apparisce da alcuni stromentifatti dal doge Pietro suo fratello nel mese di marzo di quell’ anno. Nel mazzo 17 delle carte dell’archivio si legge : dns lacobus Ziani obiit die XXVl dicembris, ma manca l’anno. 2 I VIVOS VIDENS I FECIT SIBI SIBI POSVIT | MATTHAEVS SANVTVS I PONTIFEX CON-CORDIENSIS I QVI | QVVM ESSET ANNO-RVM LXX 1 SVBSTITVTO AD SACRV MVN. EX FRE NEPOTE- 1 COGNOM1NK 1 SANCTA HAEC INTRA CLAVSTRA IVOLVIT VIVERE MORI VOLVIT I BENE ET BEATE 1 CIDIDCXVI I KAL. MAIS- Sul pavimento nella stessa Cappella de’Mor-•i. Quest’epigrafe è nel Puccinelli ma con errori. p. 68. M atteo Sanuto figliuolo di Pietro q Benedetto, e di Isabetta Malipiero q. Nicolò patri-zii Veneti venne al mondo nel i546. Vestito 1 abito ecclesiastico, fu eletto nel i585 a’ 28 di agosto vescovo di Concordia in sostituzione MAGGIORE 547 di Marino Querini. Prima sua cura fu di perlustrare la Diocesi, e tenere un Sinodo 1’ anno 1587. In questo torno 1586-87, coll'autorità ¿i Papa Sisto V, e coll’ approvazione del V eneto Senato ottenne di trasportare la sede vescovile dalla città, di Concordia resasi, per l’aria perniciosa, quasi inabitabile, alla Terra di Porto-gruaro molto più popolata, d’aria più sana, e di più agiate abitazioni fornita. (Palladio II, 221). A mezzo del suo vicario generale Valerio Trapola da’ Colli ( Valerium Trapolam a Cdllibus) intervenne e soscrisse al sinodo Aqui-leiese celebrato in Udine da Francesco Barbaro patriarca dal di 19 al 27 ottobre i5g6 ( de Rubeis p. no5) Per trent’anni resse con laude quelPepiscopio,e fi alle varie memorie lapidarie che se ne hanno, una è il ristauro fatto per sua cura della chiesa di s. Giovanni di Casarsa presso s. Vito del 'ragliamento, sopra la porta della quale mi fu detto leggersi dipinta la seguente : D. O. M | DÈDICA T10 HVJVS MATR1C1S ECCLESIAE | DECIMOTERTIO AERAE CHRISTIANAE SAECVLOpIf DEI OPT MAX. HONOREM SVB lNV0CATI0NqDl\ 1 IO. BAP-TAE C0MMVN1 PIETATE ERECTAE]DECIMO SEXTO VERO SAECVLO CVRA ET OPER A | MatTIIEI SaNVTI EP. CONCORDIEN. REST1TVTAE [ i DIECTA NIT1D10R] FRONTE CVRANTE MODERNOPROCVRATORK J AIWO MDCCCII ORNATAE 1 CELEBRATVR QVOTANNIS DOM. SECVNDA MAH | NE PIETATIS MEMORIA EXCIDAT EODEÌSt ANNO positvm. Del 1606 consacrò la chiesa di s. Giustina di Padova, come da inscriz. nel Salomonio a p. 429. Dopo i trent’anni, cioè nelt6i5 rinunciò alla sede, avendo stabilito per suo successore Matteo Sanuto nipote ex fratre, e si ritirò,come leggesi nel presente epitaffio, essendo d’anni 70, cioè nel 616, in questo monastero, dove venne a morte nel mese di settembre 1622. Il Cappellaio pertanto errò nel dire che mori nel 1616 mentre quest’anno è del suo ritiro in s. Georgio Maggiore. L’errore nel Cappellai derivò dallo aver letto nell’ Ughelli (Italia V. 667) l’epigrafe, che illustro, colle parole obiit anno mdcxvi. cal. mah; ma quell’autore ebbe copia infedele della lapide, che pur oggi si legge, e non ha il verbo obiit. Che poi sia morto nel 1622 e non nel 1616 risulta non solo da’ IVe-crologi patrizii, ma anche da un Giornale manoscritto di quell’epoca che io conservo, ove in data 24 settembre 1622 si legge : ,, E’ pas-„ saio all’altra vita mons. Sanuijo il vecchio ,, vescovo di Concordia alla cui chiesa ne suc-,, cede il nepote che ne era coadiutore con fu-,, tura successione. ,, E risulta tanto più dal sapersi che il luogotenente di Udine Domenico