33 — Cerno Begu a Kruma fece una retata di, secondo lui, colpevoli. Molti ne mandò alle carceri. Appese ad un capestro Gelosh-Rama di Currai, l’Hogia di Go-rés, Traciuk-Rama di Shipshani, certo Marku fratello di Raz-Popovici. Dato il comando dell’esercito al celebre ufficiale Moharem-Bairaktaari e nominato prò forma maggiore di quelle schiere Myftor-Selmani alfiere di Lumia, Cerno-Begu attese l’esito di quella campagna a Scu-tari. Moharemi passato il Drino, occupava Bituqi, Gashi, Krasniqe, Merturi e Nikai, inseguendo dovunque i fuggiaschi di Bairam Curri. Dovunque passava rimaneva un deserto. Altro non rimanevano incolumi che le case di coloro, i quali valsero a dimostrare che non avevano seguito nella tenzone Bairam Curri. D’altronde più che andava avanti il suo esercito si faceva più forte per nuovi arruolamenti ed ardito. E nei Dukagini che cosa si pensava? che facea-si? La totale deficienza di vere notizie, li faceva brancolare nelle tenebre e seguire menzogne su menzogne. Nel mentre quel venerando vecchio di Bairam-Curri, derelitto dai suoi si occultava nell’amica spelonca, quivi si prestava piena fede alla voce sparsa che stava per entrare trionfante in Tirana. Per ciò i Dukagini radunaronsi al colle di S. Giorgio, allearon-si tra loro, accordandosi di tenersi pronti a discendere alla città di Scutari, onde non permettere che il partito nemico vi ponesse stabili radici. Veramente in quei dì, Ahmeti colà non teneva forza valida per sostenersi, eccetto il favore dei suoi fautori, scambievoli come il vento, e i quali aspettavano rinforzi da Dibra e da Moharem-Bairaktaari. Questi, sottomessa l’alta Albania, mirava a discendere colà. Gli alfieri ed i capi del suddetto radunamento aveano deciso di spedire dei messi tra le tribù distanti, onde riscaldare le menti del popolo. Due di questi, ne taccio il nome, vicino all’Ospizio francescano di Shoshi si imbatterono in un certo Gelosh-Martini di Shoshi. 3.