CORREZIONI E GIUNTE 700 tifate le armadure alte a questo cargo c An ionio Grirnani procurator qual a posto sopra questa opera c beneto boti q. Alexand.ro con ducati . ... al mexe di salario. E finalmente: odi 5 giugno 1514- Il Campaniel e compito di San Marcho et non mancha si non compir di indorar et adornarlo la cima che sta opera bellissima auctore C Antonio Grirnani procurator dì San Marcho. Da questi certissimi documenti io deduco. 1. Che innanzi al 1489 il campanile di S. IVI arco aveva una pigna o cupola, la quale bruciata nel i4^9 non venne rifatta nella forma odierna, se non se nel i5n e • 514^ dico nella Jorma odierno , perché è ben ragionevole che una cima qualunque, forse anche di legno, provvisoriamente sia stata rifatta dal i4()fófino al i5n. (1) 5. Che quindi la pianta di Venezia cominciatasi (come dall’altro documento 1 r>oo da me riferito a p. 647 di questo volume IV) nel i497> e compiutisi nel i5oo, anno in cui è giusto il credere che fossero in un pezzetto di legno incassate nella gran Tavola le cifre M. D., si lavorava quando il campanile di s. Marco era senza cupola e col solo provvisorio basso coperto. 3. Che nondimeno l’intagliatore della pianta siasi fatto somministrare dagli architetti il disegno della nuova cupola da erigersi , e lo abbia ef.igiato nella sua pianta, come se fosse bello ed eseguito, e abbia date fuori le prime prove col campanile adornato della guglia in effetto ancora mancante. 4 Che vedendo o 1* intagliatore, o i venditori della stampa scorrere gli anni prima che si rifacesse la cupola, e volendo essere più fedeli alla verità (forse anche sulle solite parole del volgo, che la cupola non si farebbe più per la ingente spesa), abbiano dalle tavole levato tutto il pezzo sopraindicato contenente la cella delle campane, 1’ attico, e la cupola, e v’ abbiati sostituito la provvisoria fabbrica col basso coperto che nelle tavole originali in- (1) Nel libro Peregrinano Jerosolymitana di Bernardo Breydenbach, impresso in Magonza da Erhardo Reywich nel i4^f> in fol.,avvi grandeTavola in legno rappresentante un lungo tratto di Venezia La Carta è intitolata CIVITAS VENECIARVM, e fu disegnata, come tutte le altre che in questo curioso libro si contengono, per ingeniosum et eruditum pictore.m Erhardum Reyirich de Trajetto Inferiori, intagliata poi in legno da altro artefice di cui non apparisce il nome. Ora vedesi il campanile di S Marco colla cella delle campane a quattro archi, che ha qualche somiglianza con quella d’oggidì; v’é la balaustrata di sopra, e un attico con archi com’è nella carta attribuita al Durerò. La cima poi è ben diversa dalla odierna, come si può osservare nel fac-simile che mi piace di unire agli altri due, Se il disegno é fedele, abbiamo da tale carta la forma della cupola quale era prima del fuoco del 1489.Nella Cronica Noriinliergense di Ermanno Sehedel impressa in quella città in foglio imperiale nel i493 sta a pag. XLilI una Tavola intagliata in legno col titolo VENECIE, e vi si vede il campanile di San Marco come nella detta stampa i?|.86 Cosi pure nelle Cronache latine di frate Filippo da Bergamo ( Venetiis i5o6, in fol.) a pag. a3o vedesi il prospetto di Venezia intagliato in legno colla cima o cupola del campanile simile a quella eli’ è nelle anzidetle opere i486 e i493 ; cupola o cima ben differente da quella che è nel rarissimo esemplare del Procacci , e che in sostanza è della forma stessa in cui oggidì la vediamo , rifatta, come dico , soltanto del i5n e 15 14- Nelle camere di Monsignore Canonico Giannantonio Moschini conservasi un’ altra pianta di Venezia in legno della grandezza di un foglio reale circa , col titolo VENETIA, la quale ha il campanile di San Marco colla guglia simile alla odierna, benché assai rozzamente eseguita. Questa carta non ha data, e a prima vista potrebbe credersi fattura degli ultimi anni del secolo XV e contemporanea alla carta attribuita ad Alberto Durerò ; ma sapendosi che il suo autore viveva alla prima metà del secolo XVI, e vedendosi in essa le Procuratie Vecchie tali quali oggi sono, cioè co’tre ordini di arcate, e sapendosi che in questa maniera furono compite dopo il i5i7 (Vedi Cadorin p. 190. Pareri di XV architetti. i858) è giuocoforza conchiudere diversamente, e dire che tale pianta non la alcuna pruova perchè posteriore all epoche di che parliamo. Essa è opera del V avas-sore, leggendosi al basso in gotico carattere opera di giouani adrea vaunssore dìcto vadagnino. E’ osservabile il pozzo nel mezzo della piazza ; già si sa esserne stati ordinati due fino dal 20 aprile.