S. GEORGIO MAGGIORE 275 nense nel libro intitolato : Pensieri morali espressi ne’ cinque quadri s/anno nel soffitto della libreria dell’ insigne monastero di s. Giorgio Maggiore di Venezia. Venezia i665 presso Combi e la ¡Nou. in 4- e furono poscia anclie accennati da Marco Boschini ove parla eli s. Giorgio (Ricche Minere 167/i. Sestier di s. Croce, pag. 58 ) ; e da Domenico Martinelli nell’opera denominata: Il Ritratto di Venezia stampata in 12. dall’Hertz l’anno iG84- Si trovavano pure sino all'anno 1797 in questo luogo appesi alla muraglia otto quadri di Evaristo Baschenis prete Bergamasco (298) fiorente alla metà del secolo XVII, nei quali erano dipinti varii musicali ¡strumenti con tanta verità e maestria che eccitavano la maraviglia. Questa biblioteca fu ricca un tempo di manoscritti, e ricchissima d’edizioni del secolo decimoquinto ; ma sul line del secolo decimottavo perdette quanto di migliore racchiudeva, dovendosi notare, che, fra le altre vicende, partiti per qualche tempo i monaci dall’ isola per dar luogo ai soldati, fu dal popolo gettata a terra una porta, e portato via senza discernimento quanto pareva migliore. Così furono venduti allora dei libri rarissimi al valore risultante dal peso della carta. I monaci ritornali poscia al convento procurarono di ricuperare qualche opera, ma scarsamente conseguirono l’interno (299). Stava internamente sopra la porta maggiore di questa biblioteca il mezzo busto in bronzo dell’ indicato Longhena col suo noma inciso e coll’annotazione dell’ anno 1670 (5oo). Si conservavano un tempo nell* stessa varii istromenti d’ottica, d’astronomia, e d altre scienze matematiche, ed anche delle medaglie, ed altre cose molte all’antiquaria appartenenti. Tuttociò prima del finire del secolo decimottavo più non si vide. Sopra le porte eguali erano due statue di pietra di non vulgar pregio , una di s. Marco , l’altra di s. Giorgio. IVI a molto pili considerabili erano due Mappamondi, i maggiori di diametro che in Venezia si vedessero, fatti entro il medesimo luogo della libreria da Silvestro Amanzio Moroncelli monaco Benedettino Tanno i685, l’uno celeste, l’altro terracqueo, molto stimati, ed in buono stato- Furono questi trasportati n<:lla R. Biblioteca Marciana. Il loro asse fu rifatto dal celebre Ferracina. In oltre altre mappe si trovavano ivi di minore grandezza (5oi). Alla fabbrica di questo luogo magnifico prestossi, come si è narrato , con gran animo l’abate Squadrone, come anche sotto la sua reggenza fu cominciata la scala maggiore dì cui in seguito più particolarmente si dirà. Al suo tempo eziandio alcuni singolari libri corali molto stimati furono scritti da due monaci l’uno inglese nominato Davide, che ne fece due, l’altro ferrarese chiamato Lorenzo che altri due ne condusse a fine (5o2). Nel 1644 fu nel monastero di s. Giorgio fil mata la pace dal cardinal Alessandro Bichi pel Pontefice con la Repubblica veneziana pubblicata poi il primo giorno di maggio nella chiesa di s. Marco (3oo). MoriTab. Squadronenel i65g nel convento di s. Giustina di Padova il secondo giorno di luglio ov’era stato creato abate. Precedentemente, cioè nel 1646 Marco Rota era stato creato abate. Morì egli nel x65i nel monastero di s. Nicolò del Lido (3o4), anno injcui lo Squadrone ripigliò la sua dignità (5o5). A lui nel 1664 fu sostituito Marcantonio Barbieri da Uderzo;nel 1657 Cirillo Martinelli veneziano il quale dilatóle fabbriche del noviziato, e contribuì molli danari alla repubblica per la guerra (5o6). Fu allora decretalo dalPregadi che i superiori di qualunque comunità religiosa non potessero fabbricare senza ottenere licenza dai provveditori ai monasteri, purché non eccedessero la somma di cento ducati (007). Nel 1660 fu abate Teodoro Schilino da Brescia ; e due anni dopo, cioè nel 1662 Cornelio Codanino uomo erudito (3o8). Al suo tempo le reliquie de’santi martiri Candido e Camillo, di s. Cesare, e di s. Alberto giacenti nel santuario si trasportarono alla chiesa di santa Maria di Pero, cioè, il giorno 19 d’ottobre dell’anno 1664 (3og). L’ab. Teodoro, a’cui giorni si continuarono gli scaffali, ed i quadri del soffitto della Libreria cominciati sotto il suo antecessore, accrebbe moltissimo le preziose suppellettili della chiesa, provvedendo due ricchissimi messali, un calice gemmato, una lampada grandissima d’argento , dei candellieri, ed Serie degli abati CII CHI CIV CV evi CVI1