SAN GEMINI ANO testi suoi modi, e cotesta sua facilità di mentire letterariamente gli procuraron que’ critici ch’egli chiama agitati dall odio edalla invidia, e de’quali lagnavasi nell’ Avviso premesso ai suoi Concetti politici (num. 72). Non mi è però mai accaduto di vedere che il Sansovino fosse reodi un altro di consimili delitti, ed è che mutato il frontispicio, e l’ultima carta facesse comparire diversa una edizione che in sostanza non fosse che la stessa. Di questa frode lo taccia il Giaxich a torto ( Memorie dell'Acca d. Pellegr. 20. 24) dicendo che l’edizion seconda del Secretario non è che la prima ; ma io ho ben esaminato la prima i564—i565, «d è affatto diversa dalla seconda i568-t-j569 (num. 82). Ma perchè il Sansovino compor potesse un numero cosi grande di opere, molte delle qhali asiai voluminose, e di improba fatica, ci volevan non «»logli ajuti degli autori defonti, ma eziandio dfi’viventi.e de’mecenati che animassero la sua penna. 11 Sansovino non può lamentarsi di non aver trovato mano d'opera, e grazia, e favore appo altrui. E quanto ad ajuti ne ebbe da Paolo Manuzio, da Girolamo Maggi (num. 12), da Luigi Contarmi, da Giambatista Vannetti, da Filippo Magnanini, da Vincenzo Passaro, da Giuliano Uguccione (num.61.82.) da Giorgio Gradenigo, da Aluigi Michele (num. 72) da Pio Enea degli Obizzi (num. 7), e principalmente da’signori Orsini (num. 68), Per li mecenati basta scorrere le dedicazioni ch’ggli premetteva all'opere, e in quanto ad altri suoi protettori basta leggere le varie edizioni del suo Segretario per vedere lunga serie di personaggi, come Pio V, Sigismondo re di Polonia, i Cardinali Orsini, de Medici, Cesis, Lomellìno, Fighino, Amulio, Cornare, i Duchi di Urbino, di Parma, di Fiorenza, di Baviera, e Ambasciatori, e Generali ec. co’quali tutti aveva carteggio (num. 82). E quantunque non tutti i mecenati e gl’illustri, a’quali egli intitolava le opere, o i quali egli pregava di ajuti, abbiano corrisposto alle sue brame, e taluni abbian bensì promesso e non attenuta la promissione, o almeno resti incerto se abbiano corrisposto (7?um. 68. 71.), nondimanco sappiamo ché Pio V il regalò di dugento scudi per la traduzione della Vita di Gesù Cristo (num. 9); che Rodolfo Imperadore gli diede dimostrazioni di onore, e di amore per li Concetti Politici (num. 72) ; che Girolamo Angelo Principe di Tessaglia, cui il Sansovino dedica una delle edizioni della Storia de’Turchi, gli aveva dato l’ordine di cavaliere aurato di s. Giorgio (num. 22); che i Priori di Spoleti il presentarono di una collana d’oro per la Istoria di Casa Orsina (num.68); che Alberto Lavezzolo il regalò per la dedicazione deH’Irene del Giusti (num. 59); e che Isotta Brembrata de’Grumelli mostrossi grata per la memoria che fe di lei il Sansovino {num. 65). Se non che più assai de’regali dovevano contarsi gli onori avuti come letterato ; perchè, oltre all’essere stato ascritto nell’Accademia degli Infiammati di Padova in età che ancor non toccava il ventesimo anno ( num. 55. 85. e Tiraboschi VII. 1197.), egli fu e accademico della Fama ( num. 26 ) e accademico Pellegrino (Giaxich pag. >9)(i) e ad un’altra accademia apparteneva nel i54a (num. 18 ), quando peraltro non fosse quella stessa degl’Infiammati. E anche torna a suo o- (1) A0/1 so come il Giaxich dica■ che nella prima edizione della Libreria del Doni vi è tutto il Catalogo rfe’socii Pellegrini, dal quale egli ne nomina alcuni. Imperciocché nella prima edizione ch’è del i55o della prima Libreria non vi è alcun catalogo, nè vi poteva esse-re, perchè le leggi di quell Accademia accennate dal Doni e ripetute dallo stesso Giaxich, proibivano che si pubblicassero i nomi veri degli accademici, e solo si permetteva di pubblicare i nomi supposti o accademici, i quali sopranomi si trovano bensì nella Libreria del Doni tanto prima, che seconda, e nell'opera deMarmi,altre dello stesso Doni. ]\èsipu/> dire che questo catalogo, di cui fa cenno il Giaxich, sia composto di quegli autori che formano le Librerie del Doni, imperciocché ivi entrano anche di antichi, e di defonti da molto tempo, come il Petrarca, il Boccaccio ec. che non eran al certo accademici Pellegrini; e daltra parte non trovasi in quelle Librerie taluno di quelli che come sodi ci esibisce il Giaxich. lo dico piuttosto che quel Catalogo il Giaxich hallo cavato da quel manoscritto anonimo del secolo XP II di cui fa uso. Che poi il nostro Sansovino fosse de' Pellegrini io non revoco in dubbio, anche perchè il suo ritratto in legno è fra quelli dell’Accademia fatti inserire dal Doni ««’Mondi libro primo p. 49.