Dandolo ) electus a monachis cui statini pulcherrima B. V. deiparae iconem fabricare studium fuit quae adhuc conspicitur. El’Olmo {Libro IV italiano) nel riferire la notizia di questa palla osserva che il corno ond' è coperto s. Paolo martire è in memoria. delV atto di venerazione eh? fece Pietro Ziani doge allorquando levatosi il corno ducale lo mise in testa di quel Santo nel 1222, come abbiam detto nella Storia. Il perchè ( Olmo fa vedere aver malamente detto taluno che Cristoforo Moro doge fu quello che mise la berretta ducale sopra il capo di detto Santo, e non lo Ziani, mentre questa palla fatta fino dal 1018 cioè oltre 1/J0 anni prima che il Moro fosse doge dimostra il contrario. Vedi anche FI. Cornaro T. Vili. p. 146. Questa palla dev’ esser stata certo differente, da quella che ricorda lo Zanetti (p. 5. e 6. della Pittura Veneziana ) e che ricorderò anch'io nella inscrizione num. 26, sebbene ci fosse dipinto lo stesso s. Paolo martire in campo d'oro, e nella medesima cappella de’ Morti si vedesse. ( 120) Il Cornaro dice che l'ab. Filippo Tagliapietra mori nel 1022 (Vili. i65). Ma il Chro-nicon inserito nel Valle cap. 4 ha : i5a3 obyt Pbilippus abbas supradictus februarii mense: forse il J020 sarò more romano che sarebbe i32 2. al costume veneziano. Del Tagliapietra ha trovato il Cornaro due documenti circa alla di lui elezione in abate. Stanno nel T. XIV. 356. 557- a. 1019 primo e quindicesimo di marzo. Sotto poi l ab. Morando cioè del »336 furono promulgati da Benedetto XII papa gli Statuti Generali dell' ordine j de' quali copia di quel tempo sta in membrana nell' Archivio, processo n. 114. comincia-. Benedictus XII. servus servorum Dei .... Summi magistri dignatio nos quamquam immeritos . . • .finisce Nulli ergo hominum liceat hanc paginam depu-tationis .... Dat. Avenion. XII. Kl. iunii pontificatus nostri anno secundo. Io. Martin, (126) Una memoria dell ab. Giordano hassi nelle carte del Monastero così: i358. 6. iunii lordanus abbas solvit Romae per procuratorem 442 florenos auri prò debito quodam, et hoc prò sua porcione cum Beruverio Boccasso, Io Franco Guidonis de Pydiano de Ymo-la, Daniele Nicolai de Padua, et Lamentio Chiarati de Pistorio. (127) Nel Cbronicon: i358. lordanus patavinus abbas vix renunciatus veneno a nequam lio-mine necatur cum piissime antea vixisset ac vix mense praefuisse legatur- Così l’ Olmo, così il Valle nel cap. 47, H quale aggiunge che il suo nome era registrato in pagina quadain antiqua exponi solita in sacristia de viris et rebus notabilibus, ’,e che lo si teneva per martire. Vedi anche il Cornaro T. Vili. p. 164- (lift) Dell' abate Bartolomeo vedi nella illustrazione all' epigrafe 26. Nell' Olmo , e nel Processo n. 8:), abbiamo il documento della sua elezione, che riferisco anche in vista dì alcuni nomi che ponno esser ignoti a taluno. In xpti nomine amen, anno ejusdem i33fe Indict. 6. die 26 mens. iviiii in Civitate Venetiarum Castellanensis dioecesis in domo habitata per infrascriptum D. abbatem monasterii de Vidoro posita prope monasterium s. Benedicti. Praesentibus venerabilibus viris DD. D. Nordiglo abbate monasterii s. Mariae de Folina Cenetensis diaecesis, Francisco de Burfalis decret. Doctore Praeposi-to ecclesiae Ravennatis, Ridesio de Madio notario, qui fuit de Tervisio et Madio notario ejus filio testibus rogatis et aliis multis. Corani Rev. patre Dno fratre Bartholomeo D-G. abbate s. Bonae de Vidorio Cenetensis diaecesis constituti Religiosi viri frater Mar-tinus prior Claustrali, et F. Marcus professi monasterii s. Georgii Majoris sili prope-Venetias in diaecesi Castellanensi syndiciet procuratores ad infrascripta specialiter et in solidum deputati a religiosi» viris fra!ribus capitulo et conventu dicti monasterii s. Georgii exponentes .... dice eh' era stato eletto concordemente in abate, e che richiesto se accettava, prese tempo per pensarvi,. Il notajo è : Ego Bonacursius quondam magistri Hendriei de Clarello Civis Tarvisinus, qui nunc habito in Murano prope Venetias,,, publicus imperiali auctoritate notarius praedictus interfui et rogatus scripsi. Dalle membrane del monastero, come osserva l Olmo, risulta che accettò l' incarico di abbate. In quanto poi alla sentenza dell'uccisore del precedente abater l'Olmo stesso nel d.° luogo eh' è Lib. IV latino, dice : Cum de secretis libidinibus a probis aliis monachis ad abbatem delatus esset parricidii reus, ut culpa saepius culpam detegit, convictus est. Quare etsi veniam humillime poscens, crimina compuncte confìteretur, vix tamen ut viveret, et concessum est. Sumpto nimirum. e saeculari foro iudice diram in maleficuni sententiam