SAN GEMINI ANO ditnanco ell e la stessa stessissima edizione de\ 1670 ristampata in lo- Livio Tito. Di T. Livio Padovano delle llistorie de Romani dalC edificatione della città libri X.XXV. Ne quali si contengono le guerre, le paci, le leggi ec. con una tavola de Re, de Consoli ec■ et un altra tavola delle cose principali che si contengono in questo volume. Con privilegio per anni XV, In Venetia IVIDLX V11 .—DiT. Livio ec; Parte seconda , nella quale si contengono ec. In Venetia MDLXVII. (In fine) In Venetia , appresso Stefano Coma. MDLXVII. in 4- Sulla fede del P. Paltoni (II. aiti), e dell’Argelati (II. 3ai) ho riferita questa edizione, die finora non potei vedere. Il Sansovino, che nel frontispicio ha collocata la insegna della sua stamperia, a Nicoòdi Primo fa Ubero dono del presente volume in data di Venezia xo maggio 1.167. dicendogli la prima volta volli ch'il mondo vedesse sotto il vostro nomehonorato la historia del Guicciardini, et hora quest'altra il Tito Livio tradotto di nuovo; ma non soggiunge da chi. Il Paltoni non decide di chi sia la traduzione, accertando soltanto ch e tutta differente da quella del Nardi e che in questa edizione i libri non sono divisi per deche. Comunque sia, è certo che il Sansovino colloca anche Tito Livio fralle sue traduzioni (Lettera al Magnanini p. 210. t. ) 1 j. Palladio. La Villa di Palladio Rutilio Tauro Emiliano tradotta nuovamente per Francesco Sansovino ec. In Venetia MDLX. 4-(In fine) In • Veietia appresso Francesco Sansovino MDLXI. 4. dedicata al magnanimo signor Ottaviano Pallavicino dal traduttore. Nella'prefazione il Sansovino non a torto fa vedere come è imperfetta ed infedele l'antica traduzione Toscana di Palladio; e come egli ebbe dinanzi agli occhi non la traduzione vecchia, ma la propria scrittura latina dell autore, tenendo nondimeno alcune cose di quella versione ; e conchiudeche quella servirà tuttavia per la lingua, e la sua rie-scirà di frutto per le cose. Aggiunge poscia: et acciocché voi possiate ottimamente comprendere il tutto, ho voluto darvi in disegno le herbe et le piante et gli animali de quali egli ha favellato ne'suoi libri . . . et ho messo in disegno gli strumenti che s'adoperano alla Villa acciocché voi intendiate con l'occhio ciò che sia marra, sarchiello, pennato et colali altre cose. Ma, 0 che l’esemplare che vidi io in s. Ma reo manca di qneste tavol e ovvero disegni, o che il Sansovino non attenne, come io credo, la sua parola, perchè non c'è pur un disegno iri questo suo volgarizzamento. Quivi egli chiama Fiorenza sua patria; ma devesi intendere patria della sua famiglia, sendo, come si è veduto, nato in Roma, ed allevato in Venezia. Avvi nella line dell'opera un vocabolario generale di tutte le voci usate nel libro bisognose di dichiarazione, e taluna di esse manda a vedere i disegni che mancano. Manca però nella traduzione il libro de Insitioae che pur fa parte del testo latino. ia Plutarco. Le Vite deglihuomini illustrigre-ci et romani di Plutarco Cheroneo tradotte nuovamente da M. Francesco Sansovino. Con le tavole copiosissime delle cose notabili ec. In Venetia appresso Vincenzo Valgrisi i564- 4. voi. due in 4- notando che il secondo volume ha sul frontispicio l’anno MDLXIII ; e in fine l’anno i564- È dedicato questo volgarizzamento dal Sansovino a Giammalteo Bembo senatore illustre in data 22 ottobre i563 di Venezia, e dice che il desiderio di migliorare lo storico gli fece intraprendere questa traduzione, e condurla a fine anche per le sollecitazioni degli amici suoi fra’quali fu Paolo Manuzio c Girolamo Magi d’An-gliiari, anzi aggiunge di esservisi messo col-l’ajuto loro spezialmente per togliere gli sbagli incorsi nella traduzione del Domenichi, quanto ai nomi de’paesi. Seguono le laudi del mecenate Bembo. Nel volume secondo è un avviso a lettori del medesimo Sansovino in cui, fralle altre cose, dice che le Vite agiunte di Scipione ed Annibaie non sono di lutarco, ma di Donato Acciajuoli fiorentino che le scrisse ad imitazione di Plutarco, non in greco, ma in latino; di che facevan testimonianza al Sansovino messer Donato Giannotti, messer Girolamo Maggi d'An• ghiari, e Francesco Robortello che ha le predette Vite a penna scritte di mano delia Acciajuoli, le qu-alì gli furono date a Firenze ; sopra di che vedi il Mazzuchelli nell’articolo delVAcciajuoli. La Vita di Alessandro Magno scritte da Plutarco e tradotta dal Sansovino fu ristampata nel 1.Í70 e inserita nel-VIstoria de'successori di Alessandro Magno ec. raccolta da diversi Autori per M. Mam-brino Roseo da Fabriano. Venezia. Ziletti 1570. 8. Non è detto che sia tradotta dal Sansovino, ma dal riscontro con quella cfell’edi-