5,2	S. GEORGIO MAGGIORE
Sta sul pavimento nel braccio destro della	dotti e degli eruditi, solida dottrina , ampia
chiesa dinanzi i gradini dell’altare di S. Bene-	virile erudizione, costante impegno nei lette-
cjef(0_	rarii esercizii in uniformità alle pubbliche in-
Andiiea benedetto ganassoni nobile bre-	tenzioni, e quella dote che principalmente in
sciano nacque in detta città l’anno 1754 al pri-	codesta materia è sì essenziale, la Prudenza:
modi febbrajo. Fin dalla prima età spiegò eie*	voci poco dissimili da quelle usate dallo stesso
rato e fervido ingegno , che conosciuto op-	Senato nel decreto di sua nomina del maggio
portunemente dal celebre Angelo Maria Que-	x765. Non diverso è l’elogio che ne fa il mae-
rini vescovo di Brescia fu culiivato. Il Ga-	stro di rettorica nel seminario di Feltre Fran-
n a ssoni dietro i consigli di lui, ch’era pur	cesco Orazio Bussolo , il quale più parlicolar-
della Congregazione Cassinense , vesti l’abito	mente spiega la maniera dell’insegnare del
di S. Benedetto nel presente monastero di S.	Ganassoni : » Quivi, die’ egli, non glose che
Georgio Maggiore, essendo nella età di anni	« la sola superficie toccassero delle leggi, nun
quindici, cioè nel 1700 a 3 di maggio, come	« cieca e servile osservanza alle altrui congbiet-
apparisce dell’autografa solenne promissione	n ture e interpretazioni, non tenui e digiuni
fatta alla presenza del padre abate Pieranto-	« precetti; ma profondità di metafisico ingegno,
nioCivran, ed esistente fralle carte del mo-	« e critica discussione, e libero giudizio sopra
nastero. Quivi ebbe campo di percorrere tut-	51 non pure dei chiosatori, ma degli stessi le-
ta la regolare carriera degli studii ecclesiasti-	» gislatori , e somma copia di erudizione ,
ci e monastici, non solamente, ma anche di	» che fecondava 1’ arido fondo delle anche
occuparsi in particolar modo in quello del di-	w minute dottrine. Alla forza del raziocinio ,
ritto civile. Ampia messe di autori gli sommi-	« che ogni cosa disponeva e legava e mettea
nistrava quella ricchissima biblioteca , della	» in pieno lume , andò congiunta 1’ energia
quale fu fatto anche custode. Quindi divenuto	* delle espressioni , ministre dell’ intelletto a
assai dotto a lui erano recate a sciogliere le	« comunicare i pensieri e i giudizii: delle quali
più difficili controversie in privato, e destina-	« chi è più corredato , più agevolmente inse-
to era a disputarne in pubblico nelle accade-	» gna, e con maggior frutto, e gli studii più
mie. L’arte oratoria fu pure da lui con assai	n gravi e spinosi di soave piacere condisce. Per
felicesuccesso esercitata, avendo anche raccolte	» la qual cosa vide Veneziai giovani del primo
in elegante e grave orazione le laudi del bene-	« ordine e del secondo , non più dalla gran-
merito abate di quel cenobio don Gregorio Cor-	» dezza de’ premj, che dalla nobiltà del mae-
raro ; era oltracciò peritissimo nelle lingue gre-	«stro invitati, correre a lui, e pendere dalla
ca ed ebraica. Ma la fama della sua scienza nel-	» sua bocca , e dissetarsi a quel vasto fiume
la legge civile essendo pervenuta alle orecchie	» che la mente loro inondava. « Avvenne che
dt;l senato, questo gli affidò nel ij65 la pub-	giunta anche in Roma la fama del suo sapere,
blica cattedra A'histituta Li»gii/e,che dopo ses-	Clemente XIV , volle trasceglierlo nel i775
sant’anni a proposizione de’Riformatori dello	a’20 dicembre per arcivescovo successore al
Studio di Padova uniti al collegio de’Savii an-	sullodato Cardinal Querini nella chiesa di Cor-
davasi a riaprire nell’ antico solito luogo della	fù. In quella sede , in mezzo a tanta diversità
libreria di S. Marco (1). La scelta delGanasso-	di genti, di costumi e di instituti, seppe di tal
ni, dice il contemporaneo riputato storico San-	maniera contenersi il Ganassoni che meritò
di, corrispose perfettamente, sendosi manife-	l’ammirazione e la stima di ciascheduno (2). Se
stata in esso per comun consentimento dei	non che non potendo sostenere senza pericolo di
(1)	Nella Filza num. 27 Decreti e Srritture ec. fralle carte de’Piiformatori dello Studiò di Padova sotto il di 21 marzo 176;» sta il Decreto che represtina la cattedra d’Instituta Civile. Nella stessa Filza adi 9 maggio 176.) avvi il Decreto preso in Pregadi che lauda la scelta fatta del professore nella degna persona di D. Benedetto Andrea Ganassoni monaco Cassinense dimorante nel monastero di s. Giorgio, soggetto che agli accreditati talenti et alla soda dottrina accoppiando le più desiderabili doti di prudenza e di costante impegno nei letterarii esercizii, conciliò non ordinaria riputazione al nome suo ed assicura per proprio conto ottimamente incontrate le pubbliche intenzioni. (Gli si fissa l’annuo stipendio di ducati duecento).
(2)	Nellìarchivio di s. Georgio Maggiore starinosi due volumi cartacei intitolati Archiepisco-